Addio al Palazzo dell'ira di Guido Tiberga

Addio al Palazzo dell'ira Ci sono passati Pannella, Zhirinovskij e le mucche dei Cobas Addio al Palazzo dell'ira IN poco più di otto mesi dal castellone di Chignolo è passato di tutto. Da Vladimir Zhirinovskij che porta in dono una matrioska gialla, alla vacca Minerva che entra nell'aula scortata da un gruppetto di incazzatissimi Cobas del latte. Da Marco Pannella venuto a far esercizio di retoiica, alla delegazione irpina invitata «su indicazione del proprietario del castello - come spiegava il sito Internet della Lega -, un avvocato avellinese che ha messo a disposizione la sua proprietà per il primo incontro senza pretendere alcun compenso...». Dai litigi tra i duri e puri della destra Padana e i rosso verdi del comunismo padano, ai provocatori inviti al procuratore Papalia, «il più terrone che ci sia». Il parlamento di Chignolo Po, aperto tra grida di entusiasmo e lacrime di commozione il 9 novembre scorso, chiude i battenti lasciandosi alle spalle una ventina di comizi dell'«ospite» Bossi e qualche decina di happening in puro stile padano. Si chiude perché la missione costituzionale è compiuta, come proclama Borghezio, e anche perché «eravamo in affitto», come ha aggiunto l'anima pragmatica di Marco Formentini. Un affitto che l'avvocato terrone ha evidentemente cominciato a pretendere, in lire italiane e senza troppi sconti. Qui, nel «castello medievale che conserva le fattezze originali dei torrioni smerlati», è nata la «guardia padana» delle camicie verdi, con la promessa di 30 mila arruolamenti mai avvenuti, seguita a ruota da Padania bella, Soccorso verde, Padani nel mondo, Penne verdi e un altro paio di organizzazioni verdeggianti più o meno attive. Qui, ricordano i nordisti doc, è nata soprattutto la costituzione padana. Anzi, «le» costituzioni padane, visto che i testi sacri sono due e soltanto un referendum potrà decidere se la Padania sarà uno stato federale o una confederazione di stati. Un referendum dei gazebi, naturalmente, sempre ammesso che nei frattempo Bossi non cambi idea ancora una volta. I leghisti potranno anche dire di no, ma l'entusiasmo del leader per la sua creatura è andato via via scemando: ieri, mentre Formentini e Borghezio chiudevano la porta per l'ultima volta, lui era addirittura alla Versiliana di Romano Battaglia, all'estremo Sud della Padania, a inventarsi nuove definizioni per Berlusconi, descritto come il «palermitano che parla meneghino». Che al Senatur tutto quel parlare intorno alle distinzioni tra federalismo e confederalismo sembrasse una masturbazione verbale in puro stile romano è apparso chiaro da subito. Già a gennaio aveva dato i primi segni di insofferenza: «La gente cerca il parlamento e telefona alla sede della Lega perché non sa dove sia il parlamento», aveva ringhiato in faccia all'umiliatissima truppa dei 210. Senza che nessuno trovasse il coraggio di fargli notare che, sul solito Internet, le indicazioni erano chiarissime, con tanto di cartina del Touring: «Utilizzare l'autostrada Al. Uscire al casello di Casalpusterlengo-Ospedaletto Lodigiano. Seguire la direzione per San Colombano al Lambro-Belgioioso. Noi siamo a sei chilometri...». A febbraio, il giochino aveva ormai annoiato Bossi: «Non facciamo come quel filosofo che a forza di guardare in alto è caduto nel pozzo», aveva detto ai suoi costituzionalisti. E ad aprile, quando la bozza era finita e questi erano pronti a metterla nelle mani del capo, era arrivata addirittura la pubblica bocciatura: «La discussione è appena cominciata...». L'epitaffio è arrivato ieri, dalla Versilia: «Quella che si è sciolta è l'Assemblea Costituente - ha detto il Senatur a chi chiedeva notizie -. Non poteva sciogliersi un parlamento che ancora non si è insediato». E l'insediamento del 9 novembre, quello annunciato per lettera «ai governi dei Paesi dell'Unione europea, di Usa, Canada, Giappone, Cina e Russia»? Dimenticato. Da oggi, se non altro, i padri della santa patria padana non dovranno più pagare l'affitto a uno di Avellino. Guido Tiberga Vladimir Zhirinovskij

Luoghi citati: Avellino, Canada, Chignolo Po, Cina, Giappone, Penne, Russia, San Colombano Al Lambro, Usa