Crack Cofige, tutti condannati
Crack Cofige, tutti condannati Furono impiegati e commercianti i più danneggiati dalla finanziaria Crack Cofige, tutti condannati La società fallì con un buco di 7 miliardi Si è conclusa davanti al gip Luca del Colle la vicenda giudiziaria della Cofige, la finanziaria fallita nel '93 con un buco di oltre 7 miliardi. I principali responsabili della società, Dario De Stasio e Marco Tulli hanno avuto rispettivamente 3 anni e 10 mesi e 2 anni e mezzo di carcere. Erano imputati di bancarotta fraudolenta. Due anni e mezzo sono stati inflitti anche all'amministratore Colombino; un anno e sei mesi ai sindaci Scalabrino e Zanetti. Erano difesi dagli avvocati Anfora, Rissio e Bronzini. Altri due sindaci, Alasomatti e Camera, assistiti dagli avvocati Gianaria e Piacentino, hanno avuto soltanto due milioni di multa perché ritenuti responsabili di bancarotta semplice, vale a dire colpevoli di non aver controllato quello che accadeva alla Cofige. Si deciderà in separata sede l'ammontare del risarcimento a favore del fallimento che è assistito dagli avvocati Marta e Comellini. La vicenda della Cofige risale alla metà degli Anni Ottanta, l'epoca d'oro delle finanziarie che attiravano migliaia di piccoli risparmiatori convinti di veder crescere quasi per incanto il loro denaro. In tanti avevano affidato i loro risparmi alla Cofige, con sede in via Carlo Alberto 44. Impiegati, commercianti, anche piccoli imprenditori. E, all'inizio, come accadeva sempre, tutto era filato liscio. Interessi alti, soldi che si moltiplicavano. Poi, nel '92, era iniziata la crisi. Tulli, socio fondatore con De Stasio, pensò bene di andarsene prima che la barca affondasse. La Cofige, come tante altre finanziarie nate come funghi in quegli anni, finì strangolata dai debiti. Il curatore Enrico Stasi dichiarò: «Nella Cofige non c'è niente di attivo, a parte alcuni crediti in contenzioso». Partì l'inchiesta del pm Avenati Bassi che portò alla luce il disordine amministrativo e la gestione irresponsabile dei vertici della società. Tulli, che pare sia emigrato in Croazia, non ha mai risposto alle domande del magistrato. De Stasio ha spiegato che dopo l'uscita del socio, per la Cofige iniziò una crisi irreversibile.
Luoghi citati: Croazia
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