Villa Pia, tre medici sotto inchiesta
Villa Pia, tre medici sotto inchiesta La denuncia fatta dai parenti di un pensionato che morì dopo l'operazione Villa Pia, tre medici sotto inchiesta L'accusa: paziente restò quattro ore a cuore aperto Tre medici della Clinica Villa Ma- 1 ria Pia (i cardio- I chirurghi Marco | Diena, Mauro 1 Cassese e Dome- 1 nico Bobbio) sono i sotto inchiesta, 1 dopo la denuncia presentata dai parenti di Argo Bertolo, un pensionato sessantenne di Rubiana, morto nel maggio scorso per i postumi di un'operazione di by-pass coronarico. L'accusa è pesante: «Mio padre fu lasciato per quattro ore - denuncia il figlio Ivo - a cuore aperto, prima che iniziasse l'operazione. E quell'intervento fu condotto da un chirurgo provato dall'aver compiuto, poche ore prima, un lungo volo intercontinentale. Anche al momento della crisi mortale, l'assistenza ci è parsa carente: il riani- matore di turno stava dormendo». La vicenda di Argo Bertolo è riassunta in un dettagliato esposto. E' la cronaca della morte di un uomo che stava bene, entrato in camera operatoria «di buon umore, propenso a confortare piuttosto che a essere confortato». Nell'esposto c'è il racconto di un preliminare balletto di operatori (prima Cassese, poi Diena, poi ancora Cassese) conseguenza di una asserita trasferta americana del chirurgo che poi, alla fine, operò il paziente subito dopo essere rientrato in Italia, della mancata concessione ad un anestesista amico di famiglia di assistere all'intervento, di un decorso post-operatorio piuttosto complesso, della disperata lotta finale del cardiochirurgo Bobbio, sostituitosi inutilmente ad un rianimatore «che si trovava a dormire in foresteria». Ma il punto, sul quale sembra focalizzarsi l'interesse dei magistrati, sono quelle 4 ore e 30 apparentemente intercorrenti fra il momento della incisione (che risulta effettuata alle 8,20) e l'inizio della circolazione extracorporea (attivata alle 13 e conclusasi alle 14,30). «Come si ricava dalla relazione firmata dal dottor Cassese - si legge nell'esposto - venne effettuata la sternotomia (cioè l'apertura dello sterno con una particolare sega circolare) con successivo prelevamento della vena mammaria e della vena grande safena dalla gamba sinistra (utilizzate per i by-pass). Non riesco a capire cosa accadde in quelle 4 ore e 40 minuti, non so quanti medici stavano operando e quanti pazienti furono condotti, nel frattempo, dalla camera operatoria alla sala di rianimazione». Per il dottor Marco Diena «il tempo di attesa fu molto minore e quei dati vanno interpretati in modo diverso. Riteniamo che questa vicenda finirà per essere archiviata perché non esistono dati obiettivi su cui procedere». Poi il direttore della Cardiochirurgia di Villa Pia difende la sua équipe «statisticamente, in un centro come il nostro decedono 24 pazienti all'anno, due al mese» e la mortalità globale «è appena del 2 per cento, che inquadra il nostro centro nelle medie statunitensi, mentre la mortalità nei bypass coronarici è dell'1%, bene al di sotto della media dei centri americani». Diena sottolinea anche «l'importante impatto del nostro lavoro sulla situazione cardiochirurgica piemontese: prima del nostro arrivo, nell'ottobre '95, si restava in lista d'attesa per 6-8 mesi e circa 1000 pazienti emigravano ogni anno verso altre regioni. Con la nostra attività, di 1300 interventi annui, abbiamo coperto un buco della cardiochirurgia regionale, ed azzerato le liste d'attesa. Oggi per un by-pass si aspettano solo 3-4 settimane. E da noi questi interventi sono in regime di convenzione con la Regione, quindi completamente* gratuiti». Non quello di Argo Bertola, comunque, paziente pagante con rebusta assicurazione alle spalle: lui è stato quell' 1% che non ce l'ha fatta. E adesso i parenti vogliono sapere il perché, con l'atroce sospetto di un errore. la. con.] 1 I | 1 1 i 1 L'ingresso della casa di cura Villa Pia
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