«E' stato lui a ferire Federica»

«E' stato lui a ferire Federica» A una svolta le indagini sull'albanese accusato della sparatoria in piazza Carducci «E' stato lui a ferire Federica» Supertestimone, non ho dubbi «E' lui, non c'è alcun dubbio. Potrei riconoscerlo tra cento persone». Il superteste ne è sicuro: «E' uno dei tre che quella sera ha sparato in piazza Carducci, quando è stata ferita la studentessa». Di fronte al «teste Beta» c'è Hysi Arjanit, 20 anni, albanese, in carcere per quella sparatoria che poteva stroncare la vita di Federica Ferrerò, 23 anni, studentessa universitaria di Moncalieri. Un proiettile vagante l'ha raggiunta alle 3,50 di domenica 19 luglio, mentre con gli amici stava entrando in una gelateria. Un colpo di pistola, esploso durante un regolamento di conti fra albanesi, le ha trapassato il fegato, lesionando polmoni e arteria addominale e sfiorando la spina dorsale. Un intervento di otto ore, poi la lenta ripresa. Federica è ancora in ospedale: ha ripreso conoscenza, ma i medici non hanno sciolto la prognosi. Massimo riserbo sull'identità del testimone che ha inchiodato il presunto sparatore. Non filtra nulla neppure sulla sua nazionalità. Il pm Marcello Tatangelo, che coordina l'inchiesta, sa di aver imboccato la pista giusta per chiarire il mistero di quella drammatica notte. Ma sa anche che le indagini sono ad una svolta delicata, forse decisiva e il riserbo deve essere strettissimo. Non è stato facile risalire al «teste Beta» ma il lavoro senza soste degli investigatori alla fine è stato premiato. E Hysi Arjanit è sta¬ to messo con le spalle al muro. Il surperteste è arrivato negli uffici dei gip in piazzetta della Visitazione nel primo pomeriggio. Cappuccio in teste, in gran segreto. Per circa un'ora è stato sentito dal gip Silvana Podda, presente il pm Tatangelo. Preciso, meticoloso ha ripercorso tutto quello che era accaduto la notte di domenica in piazza Carducci. Un racconto che avrebbe convinto i magistrati: il teste ha indicato con grande precisione le caratteristiche dell'imputato. La sua statura piuttosto bassa, il taglio della bocca, gli occhi, i capelli. Una descrizione che spazzava ogni dubbio. Era proprio Hysi Arjanit, l'albanese che ha sempre respinto ogni accusa. Bloccato una settimana dopo la sparatoria mentre stava facendosi consegnare 16 milioni in contanti da una sua «protetta», aveva sostenuto di non avere nulla a che fare con la prostituzione e tanto meno con l'agguato: quella sera lui si trovava nell'ex manicomio di Collegno. Ha aggiunto: «Dormivo con altri connazionali». Nessuno gli ha creduto. E ieri è arrivata la mazzata del superteste. Dopo l'interrogatorio di «Beta» si è passati al momento cruciale, a quello del riconoscimento vero, davanti al vetro speciale che consente di vedere senza essere visti. Da una parte «Beta» assieme al gip Silvana Podda, al pm Marcello Tatangelo e al difensore dell'albanese, Gioacchino Gemelli. Dall'altra l'indagato. «Beta» ha osservato con estrema attenzione il volto di Hysi Arjanit, poi con sicurezza ha detto: «E' lui, non ci sono dubbi». Al superteste gli inquirenti erano arrivati nei giorni scorsi. Ma nei primi interrogatori il giovane era stato molto vago, volutamente impreciso. Ieri avrebbe spiegato quel suo comportamento, quella sua reticenza con il timore di una vendetta da parte degli albanesi. La polizia ha identificato anche un altro sparatore. Che è latitante e forse già si trova in Albania. Il capo della «mobile», Salvatore Mulas, e i suoi uomini stanno cerdando di dare un nome al terzo e ultimo componente del gruppo di fuoco che inseguiva una coppia di connazionali. Storie di donne e di marciapiede, con rivalità e centi in sospeso che partono di lontano, dall'Albania. La sparatoria inizia sul lato della piazza adiacente alle Molinette. Dalla parte opposta quattro ragazze sono scese da un'utilitaria per recarsi al bar «La mela stregata». Si avviano sul marciapiede verso if locale quando un proiettile vagante colpisce Federica Ferrerò. Nino Pietropinto la ragazza ancora in prognosi riservata La polizia sulle tracce del secondo e terzo componente della banda criminale Federica Ferrerò e Hysi Arjanit fermato per la sparatoria

Luoghi citati: Albania, Collegno, Moncalieri