Zaccaria; «Rai, avanti tutta»

Zaccaria; «Rai, avanti tutta» I vertici della tv pubblica: «Ma ora andiamo in ferie, per essere normali» Zaccaria; «Rai, avanti tutta» «Minoli? L'azienda viene prima degli uomini» ROMA. La prima notizia è che la Rai va in ferie e questo dovrebbe essere, secondo il presidente Zaccaria, il segnale che la tv pubblica è «un'azienda che vuole essere quasi normale». La seconda è che a darle la benedizione, in via del tutto eccezionale, c'è il presidente dell'Ili Gian Maria Gros Pietro il quale definisce la Rai «maggiore industria culturale del Paese». Meno male che a dare un po' di «verve» alla mattinata all'insegna dell'autocelebrazione ha pensato indirettamente Giovanni Minoli, ex dirigente appena messo in castigo dai vertici di Viale Mazzini, assente ieri al saluto di fine anno, ma terribilmente presente sulle pagine di tutti i quotidiani. Silurato l'altra sera, a poche ore dal festoso incontro con i dirigenti Rai in Via Teulada, Minoli ha tenuto banco anche se non c'era, una specie di ingombrante convitato di pietra. A chi chiedeva notizie circa il provvedimento, preso unanimemente dal Cda, di cancel¬ lare la struttura affidata all'inventore di «Mixer», il presidente Zaccaria ha risposto che «gli uomini più importanti, i dirigenti più capaci, vengono comunque sempre dopo le decisioni aziendali. La scelta delle persone è strumentale, funzionale al raggiungimento degli obiettivi, se ciò si rivela impossibile allora si cambia». Alludendo ai contrasti che si sarebbero verificati all'interno dell'azienda tra la struttura trasversale di Giovanni Minoli e gli altri dirigenti, Zaccaria ha dichiarato che «del palinsesto della terza rete sono responsabili il direttore di Raitre, il direttore della Divisione Canale 3 e il direttore del Tg3. Una rete come la nuova Raitre ha l'esigenza di governare al meglio il prodotto e il palinsesto. Ciò non può avvenire senza una forma di collaborazione con i produttori esterni. Se questa condizione non si verifica, allora prevale la logica interna». Ma Francesco Finto, neodirettore della terza rete che di questi contrasti dovrebbe aver risentito in prima persona, fa di tutto per spegnere le polemiche: «Ho saputo della cosa dopo di voi - dice ai giornalisti -, e poi la struttura di Minoli doveva collaborare con tutte e tre le reti, non solo con la mia...». Tra l'altro su Raitre doveva continuare ad andare in onda «Mixer» e Pinto assicura che lo spazio nella serata del lunedì era pronto per accogliere la storica trasmissione. Adesso che cosa succederà? Minoli accetterà il nuovo incarico, un anno sabbatico per viaggiare intomo al mondo e studiare come si fa fiction oltreoceano? E in che modo questo ruolo potrebbe essere compatibile con la sua presenza in video? «Nulla è incompatibile osserva il direttore generale della Rai Pier Luigi Celli -, tranne la testa delle persone, a volte...». Di fatto la serata affidata a «Mixer», quella del lunedì, appariva, già prima degli ultimi eventi, molto carica di informazione, con «Pinocchio» su Raidue e «Porta a por- ta» su Raiuno. «Una sana pluralità di voci - è il commento del consigliere Vittorio Emiliani -, ima competizione in positivo per il servizio pubblico. Speriamo che Mixer venga salvaguardato». Più netto il consigliere Alberto Contri che parla di «posta in gioco troppo alta per lasciar passare comportamenti non in linea con un forte rinnovamento e una forte adesione al progetto che abbiamo impostato». [f. e] Giovanni Minoli

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