Di Lernia: «Com'è seria io mia immondizia»

Di Lernia: «Com'è seria io mia immondizia» Di Lernia: «Com'è seria io mia immondizia» UMILANO NO, due, trash». E' nata con questo titolo una trasmissione radiofonica di Leone Di Lernia, il pugliese che acchiappa brani noti, li veste con un testo facile-volgar-sessual-delirante e li vende a migliaia di copie autenticate e (lui giura) milioni di copie contraffatte. Così nell'estate delle tournée di cantautori e gruppi storici, nell'estate di successi intemazionali, viaggia per i suoi circuiti - dagli autogrill ai grandi supermercati, dalle balere alle autoradio che sparano musica dai finestrini - anche «Leonestate», la recentissima compilation del super-trash. Allora, Di Lernia, rifacitore di brani in chiave-spazzatura, lei è re del trash per caso? per scelta? per cattiveria di chi la giudica? «Io sono trash perché ho scelto la mia strada. Sono arrivato ragazzino, quarant'anni fa, da Tram a Milano. All'inizio volevo fare l'imitatore. Ma esisteva soltanto Noschese. L'imitatore non potevi farlo. E mi sono dato alla radio e alla musica». Un imitatore che incomincia a rivestire canzoni? «Mi sono dato alla musica, seriamente, facevo il blues, il rock and roll, il dixieland. Roba tosta. Poi ho cominciato a rivestire i successi. Cantarli non è da tutti. E li ho adeguati». Fa un'opera buona? «No. Faccio un buon lavoro». Da una quindicina d'anni lei imperversa alla radio, dal «Radio-trash» di Montecarlo al «Fausto Terenzi Show» fino a queste serate con Angelo De Robertis, su Radio 105. Trash a oltranza? «Facciamo divertire la gente, che vuole cose elementari. Per una ciulatina di Clinton si discute per quattro mesi ai tg e crollano le Borse. Disoccupazione, Sud e il resto passano in coda. Un mondo truccato». E il suo non è un mondo truccato? «Più onesto di così. E' immondizia, cioè semplicità, diversivo, evasione». Evasione sì, ma mirata. Lei canta di «tre milioni di terroni a Milano/non si danno nemmeno una mano/un abbraccio, un sorriso cortese/e ti mandano a quel paese». E' la superlega, tutti contro tutti? «Macché superlega. Io sono di Trani e mia moglie è di Canosa. Eppure quando Di Lernia torna a Trani, che ama profondamente, trova gente che non lo può vedere. Invidia per il successo». Però lei venderà soprattutto al Sud. «Io vendo moltissimo in Piemonte, Liguria e Lombardia, 40 mila copie in 8 giorni dell'ultimo disco. Al Sud vendo milioni: tutte copie pirata». Quante cassette ha giù inciso? «Con questa fanno ventitré». E vende milioni di copie, dice. Perché non è mai in classifica? «Perché? E mi chiede perché? Non ci stanno sempre i medesimi? Siamo così: vada al mare o accenda la tv d'estate e sente ancora cantare "Una lacrima sul viso" o "Cuore matto". In classifica o in televisione ci devono stare quelli che devono starci. E io faccio U trash».. Insomma, Di Lernia, vuole dirci di essere un perseguitato? o, addirittura, un incompreso? «Sono compreso, sì, da milioni di persone. Diverso è il mercato televisivo, discografico. Certo che uno che fa in radio il "Maurizio Con Panza Show" non lo invitano a Canale 5 nel salotto medesimo». Ammetterà che non è il massimo dell'ironia. «E' la vita quotidiana. E' la semplicità, il piacere dell'evasione». L'accusano di un'evasione volgare, rozza. Chi la ascolta? «Laureati, professionisti, medici e giudici e avvocati. So che mi apprezzano Zucchero, Baglioni, Zero...». Chiederemo a Zucchero &• C. Il suo, dunque, non è un pubblico alternativo? «Niente affatto, è lo stesso che acquista i cantautori paludati e poi si rilassa con me». E lei fatica per soddisfarli? «Guardi che non si inganna il pubblico. Crede che sia facile scrivere testi su quegli originali? Deve essere tutto preciso, il canto deve essere perfetto, sbagli una virgola e non è più lo stesso. Senza i grandi mezzi». Lei incide per case di tutto rispetto. «Tutta questa gente della tv va a incidere per mesi all'estero, io faccio tutto da solo in una settimana a Bisceglie, con mio figlio Davide». Allora li improvvisa, i testi. Si sente parente degli Squallor? «Macché Squallor. Loro erano volgarità, non avevano nulla della canzone». A chi farebbe cantare il suo trash? Chi ne sarebbe degno? «Penso a James Brown, Little Richard. Sono bravi anche Michael Jackson e Julio Iglesias. In Italia, Renato Zero». Ha detto niente. E a chi disprezza il suo «volenteroso» trash che dice? «Dico che quando sei tagliato fuori, isolato, e hai un successo simile qualcòsa significa». Fa il giustiziere della canzone? di padrini e figliocci? Come si contrappone il suo successo a quello che ritiene costruito? «Loro per fare un disco fanno due mesi di riunioni e bla bla, Di Lernia arriva con un cartello con scritto dove devono andare a prendersela e va subito in sala. Di Lernia fa schifo, è lurido, ma se loro, quegli altri hanno bisogno di lavoro sono sempre i benvenuti: davanti a casa mia c'è molta immondizia da portare via». Marco Negrotti Trionfa alla radio e nelle balere la sua compilation di classici rifatti in chiave spazzatura «Faccio divertire la gente, che vuole cose elementari per dimenticare un mondo truccato» «Iò un uomo rozzo? Il mio pubblico è fatto di medici di professionisti e di avvocati» el trash e la regina Leone Di Lernia dice: «Sono arrivato ragazzino, quarant'anni fa, da Trani a Milano. All'inizio volevo fare l'imitatore».