Maria, il coraggio d'una vita nel nome di Nello Rosselli di Leo Valiani

Maria, il coraggio d'una vita nel nome di Nello Rosselli il personàggio. Morta a 93 anni la vedova del grande storico ucciso dai fascisti Maria, il coraggio d'una vita nel nome di Nello Rosselli FIRENZE. Maria Vittoria Todesco, vedova di Nello Rosselli, è morta nella sua casa dell'Apparita, a Bagno a Ripoli, nell'immediata periferia fiorentina. Avrebbe compiuto 94 anni in questo mese di agosto. Ormai malata e immobilizzata, aveva ottenuto dallo Stato un modesto vitalizio. I funerali si svolgeranno domani presso il cimitero ebraico di Firenze. IN Portrait, il bel libro di Joyce Lussu, vedova di Emilio Lussu, uomo politico antifascista, fondatore, I nel 1929, con Carlo Rosselli di Giustizia e Libertà, in mezzo alle tante immagini di se stessa, donna oggi anziana ma ancora bella e vigorosa, si trova una fotografia tutta diversa. Rara, anzi, a quanto pare, addirittura inedita. E' il funerale dei fratelli Carlo e Nello Rosselli a Parigi nel 1937. In mezzo a una l'olla incredibile (erano accorse più di centomila persone), dietro alcune figure maschili solenni, ma soprattutto tragiche, che portano su un cuscino indumenti oppure insegne, si vedono tre donne. Piccole, magre, vestite di nero, sono lì come le tre Marie alla morte di Gesù. Due di loro erano infatti le vedove di Carlo e Nello assassinati in Francia dai terroristi della Cagoule su mandato dei servizi segreti italiani, vale a dire per ordine diretto di Mussolini. La vedova di Carlo si chiamava Marion Cave. Quella di Nello, Maria Vittoria Todesco. Maria Todesco Rosselli lascia quattro figli: Silvia e Paola, Aldo e Alberto. A Aldo, finissimo scrittore, dobbiamo un libro autobiografico intitolato La famiglia Rosselli (Bompiani, 1983) commossa rievocazione delle circostanze tragiche della vita sua e dei suoi cugini, ma anche singolare interpretazione delle vicende dell'esilio durante la seconda guerra mondiale. Sotto gli occhi di Aldo bambino, trasferitosi negli Stati Uniti al momento delle leggi razziali (la famiglia Rosselli, benché di fede laica, anzi mazziniana, è ebrea) scorrono gli incontri frequenti e commossi tra Gae- tano Salvemmi e la nonna di Aldo, la madre dei fratelli Rosselli, la signora Amelia. Una donna eccezionale che, come ha osservato Leo Valiani nella introduzione al volune Epistolario familiare, Carlo, Nello Rosselli e la ìnadre (19141937) (Sugarco, 1979) sembrava incarnare «la leggenda della storica madre degli eroi dell'antichità, votati al martirio». Fu lei a educare i figli con grande intelligenza ed infinito amore ed essi l'amarono profondamente e la sentirono sempre e indispensabilmente vicino a loro, e sono ancora parole di Valiani. Talché l'epistolario triangolare fra la madre e i figli trucidati insieme, si trasforma in un tessuto fittissimo di sentimenti familiari, patriottici, una sorta di specchio della borghesia colta e antifascista che in Italia in qualche forma, sopravvisse (oppure, nel caso dei Rosselli, non sopravvisse) al fascismo. Nell'epistolario triangolare così come nei ricordi del figlio Aldo, Maria Rosselli è figura tutt'altro che secondaria anzi lei e Marion Cave, moglie di Carlo, compaiono in prima persona come le indispensabili, disinteressate, coraggiose ed intelligenti mogli di due uomini che per anni entrarono ed uscirono dalla galera, dal confino e dalla lotta armata. Il maggiore, ma di poco (nato nel 1899 a Roma) era Carlo che, prima fu animatore con Pietro Nenni della rivista Quarto Stato (1926), fu poi confinato dai fascisti a Lipari (1927-28) da dove fuggì, con Emilio Lussu, nel 1929. Combattente in Spagna dalla parte repubblicana con Nello fu poi, come si diceva, assassinato insieme al fratello che si era recato a fargli visita. A differenza di Carlo, Nello che era nato a Firenze nel 1900 e si era laureato con Salvemini, rimase sempre fedele al suo impegno di studioso e fu anche discreto pittore. Nella villa dell'Apparita, Maria Rosselli custodì e sistemò fino agli ultimi suoi giorni i quadri del marito di cui fu fatta recentemente un'esposizione a Firenze e soprat¬ tutto le carte e l'archivio dei Rosselli. Molte di esse, compreso buona parte dell'epistolario familiare che comprende anche i nipoti e le lettere del fratello maggiore dei Rosselli, Aldo, morto eroicamente nella Carnia nel 1916, sono ancora inedite, ma recentemente sono divenute oggetto di interesse da parte di giovani studiosi che salivano con frequenza all'Apparita a consultarle. Non ho mai avuto la fortuna di conoscere Maria Rosselli e posso soltanto immaginarla attraveiso quella fotografia del 1937 e le descrizioni del figlio Aldo. Aldo sapeva, con sensibilità e pudore, rievocare la figura di sua madre in mezzo alla bellezza di quella villa fiorentina carica di memorie: memorie di «politica, di battaglie, drammi e lutti», come scriveva Valiani, «ma anche di piccole e grandi gioie, di piaceri della vita di società, ... della buona tavola, di passeggiate in campagna e in città ancora belle...». Angela Bianchini Ha custodito fino all'ultimo l'archivio, le carte e i quadri del marito Di recente lo Stato le aveva concesso un vitalizio Sopra, i fratelli Carlo e Nello Rosselli (3° e 5° da sin.) con i redattori del giornale «Non mollare». In alto a destra Maria e Nello nel 1927 durante il viaggio di nozze A sinistra: Leo Valiani e Mussolini