Tim, Libonati al posto di Gamberale

Tim, Libonati al posto di Gamberale Rossignolo sceglie un «presidente-garante» gradito anche al ministro del Tesoro Tim, Libonati al posto di Gamberale Ma la gestione toccherà a De Julio ROMA. Il padre padrone se ne è andato. Ed è già stato sostituito. Vito Gamberale, creatore della Tim, ha lasciato la presidenza a Berardino Libonati, avvocate, professore di diritto commerciale, ex presidente del Banco di Sicilia e attuale numero uno della Swiss Re Italia. Il nome di Libonati è stato proposto personalmente da Gian Mario Rossignolo, presidente della Telecom che controlla la Tim, il braccio operativo per i telefonini che ieri ha riunito il consiglio di amministrazione. Facendolo sapere, Rossignolo ha messo il sigillo a un avvicendamento che è teso a chiudere una lunga fase di tensione all'interno del gruppo. Gamberale si era dimesso a metà giugno da direttore generale della Telecom in aperta polemica proprio con Rossignolo e le sue strategie, soprattutto quelle relative all'assetto organizzativo. Ha conservato per circa un mese e mezzo la presidenza della Tim, ma la rottura con il presidente della capogruppo ha reso incompatibile la sua permanenza nella società dei telefonini. E si è arrivati così all'uscita di scena dalla Tim. Le sue deleghe operative sono già state trasferite all'amministratore delegato Umberto De Julio, in pratica il capoazienda che accentra le leve gestionali. Libonati ha quindi essenzial- mente un ruolo di rappresentanza. Scegliendo lui, uno dei maggiori esperti di diritto commerciale, Rossignolo ritiene di aver insediato alla presidenza della Tim (come ha dichiarato) un professionista di indiscusso rigore che «offre la massima garanzia». Il neopresidente, cioè, pur essendo «espressione dell'azionista di maggioranza» (ovvero della Telecom Italia) può «operare a tutela degli interessi di tutti gli azionisti, grandi e piccoli». E si può quindi sentire garantito anche il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi (che per il momento, per una serie dì circostanze particolari, è ancora il primo azionista con il 5,17 per cento della Telecom, privatizzata lo scorso ottobre). Al Tesoro, infatti, non può certo dispiacere che sia caduta proprio su Libonati la scelta di Rossignolo. Libonati, fra l'altro, ha rappresentato il ministero nell'ultima assemblea della Telecom, il 16 giugno a Torino. L'apprezzamento di Ciampi appare pertanto fuori discussione. Per Gamberale (le cui dimissioni da presidente e consigliere di amministrazione avevano effetto da ieri) è stato espresso il «sentito ringraziamento» da parte di De Julio che ha ricordato i suoi «brillanti risultati». Risultati dei quali c'è traccia nello stesso comunicato diffuso dopo la seduta del consiglio di amministrazione: non si arresta, si legge nella nota, la «crescita della società che, con 12 milioni di clienti in Italia, continua a mantenere la sua incontrastata leadership» nei telefonini. Le ferie arrivano quindi con il completamento del disegno organizzativo della Telecom. Disegno che anticipa la definizione del piano industriale, atteso invece per settembre. Dopo tante polemiche, il gruppo si sta gustando ora la soddisfazione per le tre vittorie nelle gare indette in Brasile per la privatizzazione a pezzi della Telebras, il gruppo di telecomunicazioni. In particolare la Tim si è aggiudicata due società di telefonini, la Telecel Nordeste e la Telecel Sul che operano in due aree che comprendono complessivamente 40 milioni di abitanti. Grazie alle due acquisizioni, la Tim si vanta di essere uno dei più forti operatori mondiali nella telefonia mobile: aggiunge un milione e 300 mila clienti ai 4 milioni di cui già dispone all'estero, in pratica il 32 per cento del totale. Per la Tim sono importanti «le prospettive di integrazione tra la rete fissa e mobile» consentite dal fatto che in Brasile la Telecom si è aggiudicata anche una licenza per la telefonia di base. [r. ipp.] Berardino Libonati

Luoghi citati: Brasile, Gamberale, Italia, Roma, Torino