L'economia Usa non molla la presa
L'economia Usa non molla la presa CONGIUNTURA L'inflazione avanza meno del previsto e la crescita sorprende il pessimismo degli analisti L'economia Usa non molla la presa Wall Street non si convince, Dow Jones sull'altalena NEW YORK. E' ancora un quadro di forte crescita e con un'inflazione contenuta quello che emerge dai dati sull'economia Usa del secondo trimestre resi noti ieri. Il prodotto interno lordo americano è cresciuto nel secondo trimestre del '98 a un tasso dell'1,4 per cento, contro le previsioni che volevano un encefalogramma piatto per la congiuntura. Allo stesso tempo, l'inflazione misurata sulla base dell'indice dei prezzi legati al pil è risultata dello 0,8% nel secondo trimestre dopo 0,9% nel primo: le previsioni puntavano a un aumento dell'1,5% per il secondo trimestre. L'insieme delle rilevazioni ha dato nuova energia al dollaro e costretto lo yen ad una giornata di passione che lo ha visto perdere posizioni sul biglietto verde, nei confronti del quale ha chiuso a quota 143,78. La valuta americana è apparsa in netto rialzo e la lira ha oscillato intorno ad un cambio di 1754 contro le 1741 di giovedì. Negativa invece la reazione di Wall Street che, dopo avere perso oltre 50 punti nel corso della mattinata, era riuscita ad annullare il ribasso al giro di boa di metà seduta, ma poi è caduta ancora schiacciata dalla pressione delle vendite. Il parere degli analisti è che il mercato risente di realizzi, dopo i buoni progressi messi a segno giovedì, mentre restano al centro delle preoccupazioni degli investitori le ricadute della crisi asiatica, oltre che le ricadute che il caso Lewinsky potrà avere sulla stessa amministrazione Clinton. «Il mercato si sta mostrando straordinariamente volatile negli ultimi tempi» commenta Paul Rich, trader della Bt Brokerage: «Ma nel complesso abbiamo iniziato una fase ribassista, dopo gli avvertimenti lanciati dal presidente della Riserva Federale Alan Greenspan. Il Dow Jones adesso non vuole stare oltre quota 9000». Valutando l'andamento dell'economia, gli esperti americani sottolineano il positivo impatto sul prodotto interno lordo delle vendite fi¬ nali (+3,9%) e soprattutto quello delle vendite finali ai consumatori nazionali (+6,3%), che escludono oltre alle scorte anche le esportazioni nette. La crescita è stata dunque trainata dalla domanda interna, a livelli più che salutari, pesto che ad influire negativamente sono stati lo sciopero della Gm (un punto di crescita in meno come ha indicato lo stesso dipartimento del Commercio) e la crisi asiatica che ha influito in prima battuta sull'apporto al pil derivante dal commercio (2,4 punti il contributo negativo), ma anche sulle scorte (2,3 punti). Lo scenario di domanda ancora in forte espansione è stato peraltro accompagnato da pressioni inflative del tutto contenute, come dimostra l'indice dei prezzi legati al pil (+ 0,8% dopo +0,9% nel primo trimestre) e il deflatore implicito dei prezzi (+0,9% dopo +0,8%). Il che, secondo gli analisti, non dà appigli, anzi, alla riserva federale per un aumento dei tassi. Quanto alle prospettive di crescita per il resto del 1998, il consensus punta al 3% per la seconda metà dell'anno. Il presidente Bill Clinton ha avuto modo ieri per ribadire il suo ottimismo. A suo avviso, l'economia americana sta ancora crescendo, anche se la crisi asiatica tocca anche gli Usa ed è fondamentale che il Giappone prenda in mano la situazione. Nel Giardino delle rose della Casa Bianca, il Presidente Usa ha sottolineato con i giornalisti che an¬ che se il pil Usa nel secondo trimestre è cresciuto di meno, «finora la nostra crescita ha raggiunto già il 3,5 per cento». E «oggi la nostra economia è la più forte dell'ultima generazione». Clinton ha però affermato che gli Usa «devono guidare il mondo in questa epoca di interdipendenza economica» e ha detto che «la salute dell'economia asiatica tocca la salute di quella Usa». [r. e. s.l Scambi a Wall Street La Borsa americana ha reagito con un ribasso alle buone notizie economiche
Persone citate: Alan Greenspan, Bill Clinton, Clinton, Lewinsky, Paul Rich
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