La crociata di Blair contro le pellicce

La crociata di Blair contro le pellicce Londra annuncia un progetto per chiudere tutti gli allevamenti di visoni La crociata di Blair contro le pellicce Furibonda l'associazione dei produttori inglesi «Non ci faremo strangolare tanto facilmente» LONDRA NOSTRO SERVIZIO Il governo di Blair vuole mettere fuorilegge l'industria degli animali da pelliccia e annuncia la sua intenzione di chiudere tutti gli allevamenti di visoni sul suolo britannico. I produttori reagiscono con prevedibile furia e promettono che non sarà così facile. Ma le molte associazioni animaliste e ambientaliste non intendono subire un'altra sconfitta, dopo il fiasco della legge sull'abolizione della caccia alla volpe: sanno che il ministro è dalla loro parte e che gli preme presentare il provvedimento «il più presto possibile». Ci sono 11 allevamenti di visoni in Inghilterra e Galles, per un totale di 50 mila animali uccisi ogni anno. Non esistono invece allevamenti di volpi. Per onorare il manifesto elettorale laborista, la chiusura sarà scaglionata, così da evitare che gli allevatori si ritrovino con l'acqua alla gola. Il sottosegretario all'Agricoltura, Elliott Morley, ha detto ai Comuni che il governo crede che non si debbano allevare animali «con l'unico o il principale proposito di sfruttare il valore commerciale della loro pelliccia. Ciò non è coerente con il rispetto della vita degli animali». Il governo condurrà una consultazione vera e propria con associazioni professionali e gruppi di pressione, ma dice di aver già riscontrato una predominante «preoccupazione per il modo in cui gli animali da pelliccia sono allevati». Le associazioni animaliste vedono per la prima volta la possibilità concreta di cancellare l'industria. Mark Glover, di Respect Fcr Animals, dice: «Siamo contenti di questo annuncio, ma i nostri sostenitori sono impazien- ti. Ogni anno che passa significa tanti animali che soffrono e muoiono in condizioni orripilanti negli allevamenti britannici». Il professor Stephen Harris, etologo presso l'Università di Bristol, aggiunge: «Gli allevamenti di animali da pelliccia hanno più cose in comune con i campi di concentramento che con i normali allevamenti. Dopo che il governo ci ha piantato in asso a proposito della caccia alla volpe, diamo il benvenuto a questa intenzione di migliorare il modo in cui gli animali sono trattati in questo Paese». I pellicciai della British Fur Trade Association hanno le mani nei capelli: «Il divieto promesso distruggerà i mezzi di sussistenza degli allevatori - dice la loro portavoce, Jan Brown -. E' un provvedimento draconiano, perché esistono altre misure per assicurare alti standard di benessere degli animali. Se la preoccupazione per il benessere degli animali è la ragione del divieto di allevarli, è appropriato che il governo lavori con il Consiglio d'Europa per migliorare gli standard in tutti gli 8 mila allevamenti sparsi per l'Europa». Secondo i dati a loro disposizione, «il 60 per cento del brokeraggio mondiale delle pelli passa per Londra», ma questo commercio non sarebbe comunque intaccato dalla nuova legge. I pellicciai britannici, i quali dicono di apprezzare molto il modo in cui le sfilate di Milano hanno riportato in voga le pellicce, insistono che «il progresso degli standard di allevamento deve essere basato sulle prove scientifiche, non sul sentimento, e in accordo con le leggi internazionali». Ma stavolta rischiano molto di più. Maria Chiara Bonazzi „We,d rather go nalced than wear fuP-... fur <•. <-i<> i ntn>is j a i <.;.> i tticd a o«utioi>, (TroMn11<9, or boing gn {ì<rot *«* <>l« &>ì*a>« wt-Hc; P.O. fi*»* ilo »«it hnjitii, et 800V* US* Il manifesto contro l'uso delle pellicce nei quale apparivano nude (da sinistra) Emma Sjoberg, Tatjana Patta, Heather StewartWhyte, Fabienne Terwinghe e Naomi Campbell La scritta dice «Piuttosto che metterci la pelliccia andiamo nude»

Persone citate: Brown, Elliott Morley, Emma Sjoberg, Fabienne Terwinghe, Heather Stewartwhyte, Maria Chiara Bonazzi ?we, Mark Glover, Naomi Campbell, Stephen Harris, Tatjana Patta

Luoghi citati: Europa, Galles, Inghilterra, Londra, Milano