La ricetta anti-crisi di Obuchi

La ricetta anti-crisi di Obuchi «Il Giappone agirà in fretta come ha chiesto l'Occidente spaventato dalla crisi dei nostri mercati» La ricetta anti-crisi di Obuchi «Taglio le tasse di 80 mila miliardi TOKYO. Il nuovo primo ministro giapponese Keizo Obuchi ha ribadito ieri la sua «ferma intenzione» di varare tagli fiscali permanenti per almeno 6000 miliardi di yen (78 mila miliardi di lire) all'anno e un pacchetto di interventi da 10.000 miliardi di yen per il rilancio dell'economia. Durante la sua prima conferenza stampa da premier, Obuchi ha sottolineato che il suo sarà «un governo per la ricostruzione economica» e ha ricordato la centralità del problema dei crediti inesigibili che pesano sul sistema finanziario. «Senza risolvere questo problema - ha detto - l'economia non potrà essere rilanciata». Il nuovo primo ministro ha chiesto «il sostegno e la collaborazione di tutto il popolo giapponese» per affrontare la crisi e si è detto pronto ad «ascoltare la voce della gente». Sia Obuchi sia Miyazawa hanno lasciato intendere di essere decisi, per reperire i fondi necessari ai programmi di rilancio dell'economia, a congelare la legge di riforma finanziaria che vieta l'emissione di nuovi titoli dello Stato per finanziare il deficit pubblico. Entrambi hanno inoltre assicurato che agiranno «rapidamente», come più volte chiesto dall'Occidente, e in particolare dagli Usa, preoccupati per le ripercussioni della crisi giapponese e di tutta l'Asia sui mercati mondiali. «Siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo verso la Comunità internazionale - ha detto il primo ministro - e quindi illustreremo i nostri piani di rilancio anche agli altri Paesi e siamo pronti ad ascoltare anche i loro suggerimenti». Nel primo giomo di vita del neo governo giapponese è venu¬ ta anche la prima gaffe di un ministro sulle responsabilità del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, una questione sempre aperta e fonte di incidenti diplomatici con gli altri Paesi asiatici. Nella sua prima conferenza stampa il nuovo ministro dell'Agricoltura, Shoichi Nakagawa, ha messo in dubbio che le cosiddette «donne di conforto» siano state costrette a prostituirsi nei bordelli dell'esercito imperiale. Qualche ora dopo, però, ha corretto la sua posizione, affermando che effettivamente «ci fu un reclutamento forzato». Nakagawa, che ha 45 anni, ha anche detto che si ritirerà da un gruppo di studio formato lo scorso anno da giovani deputati del Partito liberaldemocratico (Ldp), di governo, che chiede l'omissione della questione delle «donne di conforto» dai testi scolastici giapponesi che ne fanno cenno. «Mi sono reso conto - ha detto il neoministro - delle ripercussioni che queste dichiarazioni potevano avere sulle trattative con la Corea del Sud per il nuovo patto sulla pesca». Una questione che Nakagawa dovrà affrontare in prima persona nella sua nuova carica. Secondo gli storici furono da 100 a 200 mila le donne coreane, cinesi, filippine e di altri Paesi occupati dal Giappone utilizzate come schiave del sesso. [Ansa] Gaffe di un ministro sulle schiave di guerra «Erano consenzienti» Il primo ministro giapponese Keizo Obuchi si è impegnato a rilanciare l'economia del Paese

Persone citate: Keizo Obuchi, Miyazawa, Nakagawa, Obuchi, Shoichi Nakagawa

Luoghi citati: Asia, Corea Del Sud, Giappone, Usa