Napoli, delusione e rabbia

Napoli, delusione e rabbia Napoli, delusione e rabbia «Tra di noi non ci sono camorristi» NAPOLI. Nessuno tra i lavoratori Lsu, un centinaio, radunati nella Galleria Umberto I in attesa di notizie da Roma, è rimasto sorpreso dall'esito negativo dell'incontro di ieri pomeriggio col ministro Treu. Ma sbagliava chi temeva che la rottura delle trattative potesse provocare nuove tensione, come avvenne nei giorni scorsi con l'assedio di Palazzo Reale e l'occupazione del Duomo. La protesta di disoccupati e lavoratori socialmente utili si è limitata a un volantinaggio per le strade del centro, un corteo improvvisato e ad alcuni sit-in davanti alle sedi dei giornali. Per un giorno i senza lavoro organizzati sembrano aver messo in secondo piano gli obiettivi di sempre, come occupazione e salario, per prendersela con la stampa, in seguito alle notizie diffuse in questi giorni sulle infiltrazioni della camorra all'interno dei movimenti di lotta. Denunciano un disegno di criminalizzazione e puntano l'indice contro governo e sindacati. Prima di partire per Roma per partecipare all'incontro con il ministro del Lavoro, il leader degli «Lsu organizzati», Roberto Ascione, ha detto che il discorso sulle infiltrazioni viene a galla «ogni volta che si sottolinea l'incapacità dei sindacati a dare ri¬ sposte al mondo del lavoio». Gli aderenti al movimento di lotta-Lsu si concentrano in galleria pressappoco nello stesso momento in cui i loro delegati varcano la soglia del ministero. Si dicono certi che il ministro non accoglierà le richieste - assunzioni negli enti locali e aumento del salario a fronte dell'aumento delle ore mensili - ma il pessimismo non li dissuade dallo scendere in piazza. Quando apprendono che le loro delegazioni hanno abbandonato il tavolo, loro hanno appena lasciato la galleria e sono in marcia verso le sedi dei giornali. Lungo le strade del centro scandiscono slogan contro il governo e la polizia, affiggono manifesti, distribuiscono volantini contro «pennivendoli e questurini». Un altro corteo di disoccupati, partito da piazza del Gesù, raggiunge gli Lsu per manifestare insieme. Davanti al «Mattino» il traffico si blocca, i poliziotti controllano da lontano, ma la situazione non degenera. «La nostra è una cultura di sinistra, della sinistra proletaria e non quella istituzionale, ma tra questo governo e quello di Berlusconi vediamo una continuità, non una rottura», dice Luigi Sito, uno dei leader del movimento di lotta Lsu. Per quanto riguarda l'incontro di Roma il commento è laconico: «Non ci hanno risposto niente e ce ne siamo andati». Roberto Ascione commenta deluso: «Contro di noi e le nostre proposte ci sono pregiudizi, e contro questi pregiudizi utilizzeremo, se necessario, la disobbedienza civile». Dal canto loro i disoccupati del coordinamento di lotta per il lavoro, quelli che sono radunati in piazza del Gesù, esibiscono nuovi temi di protesta. ((Ai disoccupati - dicono - i partiti si preparano a lanciare l'esca avvelenata dei 2000 posti nella raccolta differenziata di rifiuti che la Regione Campania sta per varare: ma chi semina vento raccoglie tempesta». Ma il tema dominante è sempre la questione delle infiltrazioni della delinquenza organizzata. I disoccupati dell'Echi (Eurodisoccupati) annunciano querele per gli articoli di stampa. Mentre il questore Arnaldo La Barbera si fa vivo in serata con un comunicato di poche righe nel quale afferma di non aver trasmetto al ministro dell'Interno «nessuna informativa e nessun dossier». E annuncia indagini sulla diffusio ne delle notizie. Enzo La Penna

Persone citate: Arnaldo La Barbera, Berlusconi, Enzo La Penna, Luigi Sito, Roberto Ascione, Treu, Umberto I

Luoghi citati: Campania, Napoli, Roma