«A volte le leggi si fermano» di Re. Ri.
«A volte le leggi si fermano» «A volte le leggi si fermano» Scalfaro: non dimentichiamo la disperazione di chi arriva ROMA DAL NOSTRO INVIATO Dopo le ore del fuoco, dei morti, della rabbia e della disperazione Oscar Luigi Scalfaro guarda con apprensione al «problema clandestini»: nodo nel quale si intrecciano imposizioni della legge e ragioni umanitarie, razionalità e commozione. E certezza che l'affare di molti è, troppo spesso, occasione per sollecitare l'ingordigia di pochi: «Banditi» che speculano riversando sulle nostre coste uomini donne e bambini come pacchi. Il Presidente parla con i giornalisti della stampa parlamentare ed i quirinalisti durante il tradizionale incontro che sigla l'inizio delle «vacanze politiche». «Ci vuole grande equilibrio e grande attenzione», dice rileggendo le cronache della furia che punteggiano questi giorni d'estate. E spiega: «Da un lato esiste il dovere di tutelare il popolo italiano», ma, dall'altro, c'è anche quello di non trascurare i motivi che spingono tante persone a «rifugiarsi nel nostro Paese a rischio della propria vita». Nel giorno in cui il governo vara il «documento programmatico sulla politica dell'immigrazione», Scalfaro lancia un monito forte perché non si dimentichi che nessuna norma stabilita dall'uomo è in grado di mortificare il diritto all'esistenza: «Lo so, ci sono le leggi, ci sono gli accordi di Schengen», articoli, codicilli, che anche a livello internazionale, vincolano l'immigrazione e ne regolano i flussi. «Ma, attenzione: quando uno è arrivato al li¬ mite estremo della disperazione, pure le leggi devono fermarsi un istante». I cosiddetti viaggi della speranza approdano in angoli del Paese dove già divampano problemi irrisolti come la mancanza di lavoro che l'urto dell'immigrazione clandestina rende ancora più esasperato: «C'è il dovere di tutelare queste popolazioni già sofferenti», di togliere «nuove croci» dalle spalle di chi già non riesce a portare le proprie. E' difficile coniugare fermezza e comprensione, legalità ed umanità. Tra i primi interrogativi ai quali cercare soluzione ne esiste uno fondamentale: i Paesi da cui partono questi disperati fanno davvero tutto il possibile per arginare l'esodo? 0, piuttosto, annacquano i controlli e oppongono alle rimostranze ufficiali dell'Italia una scarsa collaborazione? Scalfaro dice: «Ho avuto un colloquio con il ministro degli Esteri: devo ammettere che è molto doloroso non trovare una risposta sufficiente da parte degli Stati da cui giungono queste creature». E vuol dire: possibile che non si riesca a stendere una rete per imbrigliare quelle «organizzazioni criminali» che speculano sui clandestini? Un richiamo a maggior attenzione rivolto ai Paesi del Nord Africa che, però, si estende anche ai nostri ricchi partners dell'Unione europea: troppa, e sospetta, appare la distrazione di chi, a volte, preferisce non curarsi troppo di questa invasione sperando, in tal modo, di restare immune da qualsiasi contagio. [re. ri.]
Persone citate: Oscar Luigi Scalfaro, Scalfaro
Luoghi citati: Italia, Nord Africa, Roma
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