«Più di una spina sul tavolo»

«Più di una spina sul tavolo» IL MINISTRO DELL'INTERNO NORDAFRICANO «Più di una spina sul tavolo» Tunisi: trattiamo anche sulla pesca TUNISI DAL NOSTRO INVIATO Il governo tunisino ha confermato la propria partecipazione con i ministri degli Esteri e degli Interni ai lavori della commissione mista in programma a Roma la prossima settimana per affrontare tutte le questioni aperte, incluso il capitolo immigrazione. E' stato il ministro degli Esteri, Said Ben Moustafa, a dare ieri l'annuncio formale con una lunga dichiarazione dai toni duri nei confronti dell'Italia. «Ci chiedono un'intesa contro i clandestini - ha detto - ma l'abbiamo fatta con il sottosegretario agli Esteri Rino Serri nel maggio del 1997. Da allora non abbiamo fatto che telefonare a Roma per convocare la commissione mista, che non si riunisce dal 1991. Lo abbiamo chiesto a Palermo a Lamberto Dini e poi anche a Romano Prodi quando è venuto in visita. Ma niente. L'Italia non ha fatto che rinviare e rinviare ancora. Ogni tre mesi c'è una ragione nuova, un'emergenza imprevista. Ed ora ci accusano di essere noi la causa dei ritardi». Per Moustafa «la verità è che le relazioni tra i nostri due Paesi attraversano un momento molto difficile perchè siamo al centro di una campagna di accuse ingiustificate da parte del Paese che è il nostro secondo partner commerciale e dove si è verificata la tragedia dei cinque asfissiati nella stiva della nave "Lindarosa" a Genova senza che nessuno si sia indignato più di tanto. Mentre nessuno ricorda che abbiamo sventato ben 8600 tentativi di emigrazione clandestina». Sono parole dure quelle del capo della diplomazia del presidente Ben Ah, che disegnano un approccio politico teso ad evitare che i tre giorni di lavoro (dalla riunione degli sherpa a quelle dei ministri) della commissione mista si trasformino in un processo alla Tunisia. A preparare il negoziato vero con l'Italia è. invece il titolare del dicastero degli Interni, Ah Chaouche, che affronta i temi del contenzioso con uno spirito assai più disponibile ed aperto. Ministro Chaouche, con che intenzioni andate a Roma? «Con le migliori possibili. Ho già avuto modo di parlare più volte con il ministro degli Interni, Giorgio Napolitano, e mi auguro che lo spirito di collaborazione darà i suoi frutti per poter definire insieme i punti-chiave». Qual è il vostro obiettivo? «Un partenariato forte che preveda benefici per entrambi». Siete pronti a firmare l'accordo per la riammissione dei clandestini? «Questo argomento sarà uno di quelli al centro dei lavori della commissione mista. E' nostra intenzione approfondirlo nei dettagli, esaminarlo sotto ogni aspetto per poi, eventualmente, firmare un buon testo. Ma deve essere chiara una cosa: non siamo noi a ritardare quest'intesa». Perché? «Perchè la Tunisia da anni chiede la convocazione della commissione mista per affrontare globalmente tutti gli aspetti della nostra cooperazione, compresa la questione della pesca. Ci auguriamo che ora la controparte condivida finalmente questa nostra impostazione che, ovviamente, permette anche di discutere dell'immigrazione». Quanto conta la questione del- l'ùnmigrazione nei rapporti con ITtaia? «Da voi in Italia si parla solo dei clandestini. Noi qui invece abbiamo ben altre cose a cui pensare. Certo, non nego che il problema esiste. Ma non è la questione principale. Ad esempio noi facciamo assai più attenzione a scottanti tematiche interne per il nostro Paese e la nostra economia come la regolamentazione della pesca». Che opinione ha dell'accordo anti-clandestini firmato all'inizio di questa settimana fra Italia e Marocco? «Ogni accordo, se firmato, è buono per entrambe le parti». Ritiene sufficienti gli aiuti promessi dall'Italia alla Tunisia per combattere le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di clandestini? «In Tunisia non esiste questo tipo di organizzazioni. Chiunque può andare, verificare nei nostri porti. Anche a Sfax o a Jerba. Non c'è alcuna mafia perché non c'è una rete de] crimine che agisce qui da noi. Si tratta di singoli che pagano a peso d'oro dei traghettatori per essere portati sull'altro lato del Mediterraneo. E, posso assicurare, che la polizia, con il contributo della Guardia Costiera ed anche della Marina, dà la caccia giorno e notte a questi traghettatori». Ma gli aiuti italiani in motovedette e radar li avete chiesti... «Li abbiamo chiesti da tempo per rafforzare il controllo delle nostre coste che è l'unica maniera per impedire ai battelli di clandestini di raggiungere la Sicilia. Ma attenzione, i controlli delle frontiere marittime devono essere fatti da entrambi i Paesi». Cosa intende dire... «Che c'è anche la questione della pesca. Molti vostri pescatori entrano nelle nostre acque territoriali illegalmente. L'Italia può essere sicura che noi, come Paese sovrano, faremo sempre il nostro dovere di applicare la legge e controllare le frontiere. Ma i controlli sulla navigazione nelle acque confinanti devono aumentare anche da parte vostra». Maurizio Molinari 66 Da voi in Italia si parla solo degli immigrati, ma per noi non èia questione principale p p Ci preoccupano di più i vostri pescatori che entrano in modo illegale nelle nostre acque p p «La mafia dei viaggi? Non esiste: sono solo singoli che pagano oro per andare via» «Lunedì saremo a Roma per discutere di tutto: ma i ritardi sono soltanto colpa vostra» Il presidente della Tunisia, Ben Ali

Persone citate: Ben Ali, Giorgio Napolitano, Lamberto Dini, Maurizio Molinari, Rino Serri, Romano Prodi, Said