«Porle aperte solo ai regolari»

«Porle aperte solo ai regolari» Il governo approva il decreto sull'immigrazione: regolarizzata la posizione «Porle aperte solo ai regolari» Clandestini: linea dura di Prodi, ma è giallo sulle cifre ROMA. Dopo il sì definitivo del Parlamento, il governo dispone ora di un «documento programmatico» che gli consente di gestire le politiche dell'immigrazione da oggi fino al 2001. Un fascicolo di 58 pagine la cui filosofia è stata illustrata ieri dal presidente del Consiglio, Romano Prodi, insieme ai ministri Napolitano e Dini, nel corso di una affollatissima conferenza stampa. Prodi ha dichiarato che «l'Italia resta e si conferma un Paese aperto all'immigrazione. Il governo considera che questo corrisponda agli interessi dell'Italia perché l'esperienza non solo italiana ma mondiale, insegna che gli immigrati costituiscono una risorsa preziosa per lo sviluppo dei Paesi che li accolgono. Il governo peraltro considera che tenere aperte le porte all'immigrazione costituisca anche un imperativo morale per un Paese ricco ed avanzato come il nostro. Per restare, per diventare pienamente un Paese aperto all'immigrazione, l'Italia deve però tracciare con grande chiarezza una linea di divisione tra immigrati regolari e immigrati clandestini». Dunque una immigrazione costante, ben accetta, ma assolutamente regolare. In Italia - dice in sostanza il documento governativo - si entrerà d'ora in poi solo sulla base di un decreto che, anno per anno e in base alle esigenze valutate dalla domanda di lavoro e dallo studio dei flussi migratori, segnalerà l'effettiva esigenza di immigrati. Ogni anno ci saranno dunque uno o più decreti che stabiliranno l'ammontare degli immigrati. Nessuna cifra è stata fatta a riguardo. E' chiaro che chi tentasse scorciatoie senza passare attraverso il sistema delle quote, verrebbe considerato clandestino e quindi rimpatriato. sempre e sistematicamente. In questa nuova politica dell'immigrazione diventa quindi dirimente la questione del rapporto con i Paesi di provenienza. «Avere un'immigrazione regolare - ha sottolineato Prodi - significa collaborare strettamente coi Paesi stranieri da cui provengono i flussi migratori. Questo è il senso degli accordi che abbiamo già stipulato coi Paesi come il Marocco e che stipuleremo presto, spero, con altri Paesi come la Tunisia». Resta aperta però la questione degli irregolari già presenti in Italia. Il ministro dell'Inter- no, Giorgio Napolitano, ha detto che considererà regolari gli immigrati che si trovano nel nostro Paese prima dell'entrata in vigore della nuova legge sull'immigrazione (27 marzo) ed hanno un rapporto di lavoro in corso o un formale impegno di assunzione da parte del datore di lavoro. In Italia però ci sono un certo numero di immigrati (le stime governative dicono 295 mila) la cui posizione è controversa. Spesso si tratta di persone già integrate di fatto (con lavoro, famiglia, organizzazione di vita consolidata da anni) ma senza un ricono¬ scimento formale della loro situazione. La destra (Maurizio Gasparri di An, per esempio) si è scagliata contro il governo che, nel documento approvato in Consiglio dei ministri, avrebbe adombrato un'ipotesi di sanatoria. Ma Napolitano ieri ha chiarito che «il governo non ha predisposto nessuna sanatoria generalizzata per gli immigrati che si trovano illegalmente in Italia e sono del tutto arbitrarie le valutazioni e le cifre che alcuni organi di informazione continuano a diffondere». Il responsabile del Viminale ha aggiunto che la regolarizzazione di chi ne avrà diritto (già in Italia prima del 27 marzo e con un lavoro stabile) avverrà attraverso il graduale riassorbimento all'interno delle quote annuali. Si tratterà quindi di una regolarizzazione in tempi medio-lunghi, a seconda di quanti saranno quelli che avranno i requisiti, e soprattutto che consentirà di «scremare» gli immigrati effettivamente inseriti nel tessuto sociale, da tutti i potenziali emarginati. Il decreto che chiarirà tutto è atteso per la fine del mese. [r. mas.] «E' negli interessi dell'Italia essere un Paese aperto all'immigrazione E' risorsa preziosa per lo sviluppo ma va tracciata una linea di divisione tra chi arriva» La destra attacca: «Questo documento è una sanatoria» Napolitano: giudizio arbitrario. E regolarizzeremo chi ne ha diritto con parte delle quote d'ingresso annuali CHE COSA PREVI IL DOCUMENTA HI QUANTI IMMIGRAVI &<&&!}„ Hldoturrien^o gpvernajHvo stima che gli ìfrtrr|gràfì regolari in Italia, al il gennaio 1997, fossero \{ milione 8ó mila. Calcolando 2Ì95 rnila clandestini (fonfe rn inièterp dell ' Ibter no) yi I tota ' i sàie ò 1 jmilìonó 381 rr)ila: D Anni 80 (a popolazione stra è cresciutoci 50-65 mila uni,i all'anno. \ . ; X : I I ^ «| | •• * «.- y «QUANTI POTRANNO ESSERE» L J | ! .. II governo jfrèvjedei un flusso di 50-8ÌO milQfmrnigrbti j'anhovfDi questo passo, nel 201|7 gli stranieri saranno tra %,6 è 3,5 milioni, cioè| fra il 4,5 étl 6,2 per cento della popolazione: nor taritì| secondo il governo, viste, che nel 1995 gii stfanieri orano il 6,3 per cento in Francia, e l'8,8 irti Germanio. 1 \ |" I T «IL NÙMERO j Le frontiere: non sarà nno completamente sbarrate: i lavoratori stranieri verranno amrriessì fino al raggiungirnerit di un «tétto» fissato ogni anne dal governa: per decreto, li tetto, a suo volta/ dipenderà da tanti fattori, tra cui decisiva sarà la domanda di lavoro del mondo produttivo: \ \ \ ''■ ■ LÀ POLITICA ÒBOLI *CCORpi*i i \ d fc IM che la legge sull'iirimigraziorie vprata in marzo già stabiliva:nelle quote annuali d'ingresso avranno la precedenza quei Paesi con coi l'Italia ha stipulato ajccprdi, (n n^ajénq di |.„ _ J „.... immigrazione. Questi accordi prevedono,|ovviamente; ISa «restituzione» dei clandestini. B LÀ MINI» SANATO RIA. A fine agosto il governo emanerà uri decréto per regolarizzare Inon si sa se tutti insieme o a .scagiionj.- quel dandéstini .c!.)e .! dimostrino ?cop eleménti; oggettivi» di essere in Italia da prima dèlia in uova legge (marzo 1J998) e;che abbiaho Un lavoro o una fprmàle promessa di assunzione! H OBIETTIVO! ...INTEGRAZIONE. Per megiio Inserire gli stranieri «regolari», il governo si impegna aj costruire relazioni positive con gli immigrati, a garantire pari opportunità rn materia di alloggio, assistenza e sanità, a tutelare le differenze, a garantire ì diritti stabiliti dalla legge. iti

Persone citate: Dini, Giorgio Napolitano, Maurizio Gasparri, Napolitano, Prodi, Romano Prodi, Spesso