SI CHIUDE CON I MOMIX di Luigi Rossi

SI CHIUDE CON I MOMIX VIGNALE DANZA SI CHIUDE CON I MOMIX Un'antologia pirotecnica all'insegna della fantasia TUTTO esaurito a Vignale (Alessandria) per le due serate finali di Vignaledanza il 31 luglio e 1 agosto (ore 21,30, info 011/650.02.11). Era facilmente prevedibile, poiché sono di scena i Momix, gruppo di atleti-danzatori che ha quasi vent'anni di vita ma è più che mai ever green. Cambiano i componenti della compagnia, ma non lo stile (sarebbe pomposo parlare di «filosofia» per scanzonati artisti come loro) che informa le loro creazioni. «Divertirsi è un'ottima medicina - afferma il loro fondatore-direttore Momes Pendleton - rilassa, fa perdere chili ed è quindi un'ottima cura dimagrante». Caratteristiche di Pendleton di non enunciare mai grandi intenti artistici o culturali, ma mirare alla soddisfazione del pubblico, anche se - al momento opportuno - dimostra di essere tutt'altro sprovveduto come retroterra culturale, come ha fatto con uno dei suoi capolavori «Passion» del 1991. «Supermomix» si intitola lo spettacolo che presentano. Si tratta di una antologia di titoli importanti creati negli ultimi due decenni, accanto a numeri inediti normalmente firmati dagli ultimi danzatori recentemente acquisiti. Poche volte come in questo caso infatti la coreografia è strettamente correlata con l'interpretazione, che spesso nasce sotto gli occhi del pubblico. Fin dall'antichità molti coreografi avevano affermato che l'esecuzione di una danza non è mai uguale ad una precedente e non sarà mai identica ad una replica ulteriore. Momix significa «Moses Mix» ed era un numero che Pendleton eseguiva nella sua prima formazione denominata Pilobolus, dal nome di un singolare fungo trasformista che aveva osservato nel natio Vermont. Il fungo ha straordinarie capacità di moltiplicarsi, come avvenne per la compagnia che si ramificò in varie componenti, la più nota delle quali era gli Iso capitanati da uno dei più popolari danzatori di questo genere Daniel Ezralow. Fin dagli esordi i Momix puntavano molto su effetti di luce, giochi surreali, acrobazie cqmiche e circensi. Le radici andavano in parte cercate nel pioniere e mago della illuminotecnica della danza americana Alwin Nikolais, che a sua volta si era ispirato a esperimenti futuristi come i Balli plastici di Depero e Al Ballo Triadico dell'artista della Bauhaus Oscar Schlemmer. Lontane radici riespresse peraltro con spirito goliardico e senza intenti culturabstici da questi giovanotti cresciuti tra gli sport dei colleges, esperienze che hanno, riversato in una loro creazione celebrativa del baseball creata per i Giants di San Francisco. E poi partecipazioni e varie Olimpiadi, progetti speciali tv in piazze e palazzi storici come quello del Te a Mantova. Cinque volte in mondovisione per la Rai, anche nei contesti più impegnativi che loro sdrammatizzavano, magari rifacendo il verso al Mantegna e a Michelangelo. Di Pendleton a Vignale vedremo titoli rimasti in repertorio come «E.C.» basato su giochi d'ombre e di luci, o «Skiva» di carattere sportivo, come «White Widow» coreografato accanto alla moglie Cynthia Quinn, anch'essa formidabile componente delle prime formazioni Momix. Di Moses vedremo «Tuu», «She-male», «The Wind Up» e «Table Talk». Più recenti, lo si nota anche dal titolo tecnologico, «Study n. 5» di Brian Sanders che ha come interprete Tim Acito, uno dei leaders dell'attuale formazione con Kori Darling, Yasmine Lee e Charlaine Katsuyoshi. Musiche di varia provenienza, da Vivaldi a Peter Gabriel, autore prediletto da Pendleton. Luigi Rossi

Luoghi citati: Alessandria, Mantova, San Francisco, Vermont, Vignale