CASTELLAMONTE

CASTELLAMONTE CASTELLAMONTE CASTELLAMONTE capitale della terracotta, grazie alla preziosa argilla delle sue cave e ad una tradizione artigianale lunga più di duecento anni. Venerdì 31 luglio, alle 21, verrà inaugurata la trentottesima edizione della Mostra della Ceramica, che durerà sino al 6 settembre. Quest'anno, oltre alla consueta valorizzazione delle sculture e delle decorazioni realizzate dai maestri castellamontesi, appositi stand offriranno uno spaccato di quanto si produce in altre parti d'Italia: nella romagnola Faenza, a Vietri nei pressi di Salerno e in Puglia, a Grottaglie. La kermesse ha pure una dimensione internazionale, garantita dalla presenza di ceramiche provenienti dalla Francia, dalla Germania e dall'Estremo Oriente. Il principale artista di quest'anno è Giacomo Manzù, le cui opere sostituiranno, nei saloni di Palazzo Botton, i lavori di Juan Mirò, Arnaldo Pomodoro, Ugo Nespolo e Umberto Mastroianni, padrini delle passate edizioni. Nel padiglione delle scuole elementari, in via Sant'Antonio, saranno esposte le celebri stufe, già note nel secolo scorso quando riscaldavano le stanze del Palazzo d'Inverno a San Pietroburgo. Quindi, le stoviglie per la più stretta quotidianità e i fregi in cotto usati per impreziosire i tetti e le porte delle comuni abitazioni. Nell'Istituto statale d'Arte Felice Faccio, in via Ammiraglio Pullino 3, sono ospitate le prime prove dei prossimi artigiani della terra rossa: gli allievi, oltre alle loro personali ceramiche per l'arredamento degli interni e dei giardini, presentano i progetti che hanno preparato collettivamente per il recupero del vicino Santuario del Sacro Monte, a Belmonte. Nella tensostruttura collocata nella Rotonda Antonelliana, ecco un tuffo nell'Ottocento con le statue di Angelo Barengo, apprezzato artista di corte dei Savoia, che lavorò in particolare nella residenza estiva del Castello di Agliè, e con i fregi architettonici e gli elementi di decoro in cotto risalenti a più di cent'anni orsono. Sarà così l'occasione per vedere i primi pezzi antichi rimessi a nuovo dai tecnici del Cesma, il Centro per la ceramica e il restauro fondato quest'anno a Castellamonte. Sempre nella tensostruttura ci saranno pure i «pitociou», come si chiamavano i folletti in terracotta piazzati sui tetti per allontanare la malasorte. Questi ultimi saranno presenti, con altri personaggi della fantasia popolare, anche nell'ex Cinema Sociale di via Educ, nella sezione «Ceramica fiabesca». Cambiano i riferimenti geografici, invece, trasferendosi nella Palestra di piazza della Repubblica, dove si trovano lacche, smalti e vasi di artisti contemporanei che vivono in Giappone, Cina e Corea. E' all'insegna di cinque differenti biografie artistiche, la mostra dal titolo «Segni di terra, acqua, aria e fuoco», allestita nella Rotonda Antonelliana. Si confronteranno con il tema degli elementi naturali cinque nomi di vaglia dell'arte della ceramica: l'eclettico Mimmo Paladino, il faentino Carlo Zauli, Sergio Zanni con i suoi totem, il savonese Adriano Leverone e il tedesco Franz Stahler con le sue grandi installazioni artistiche. Non è, invece, dedicata agli artisti già affermati la sezione «Tendenze», allestita nell'area del campanile romanico. Qui, troveranno ospitalità le proposte di ceramisti agli esordi: non sono solo giovani castellamontesi, ma anche liguri e lombardi. Nelle sale settecentesche di Palazzo Botton, ecco l'«Omaggio a Giacomo Manzù». Fra le venti opere esposte, oltre ai soggetti femminili, spiccano quelli a tema religioso, come il David, composto dall'artista bergamasco nel '40, oppure la celebre Crocifissione e la Deposizione. La Mostra della Ceramica è aperta nei giorni feriali dalle ore 16 alle 23; nei giorni festivi dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 23. Le biglietterie sono allestite nella Rotonda Antonelliana e in piazza della Repubblica. Il biglietto d'ingresso costa 10 mila lire. Per ulteriori informazioni : tel. 0125/618131. Paolo Bricco (Le fotografie: in alto, installazione dell'artista tedesco Franz Stahler dedicata all'elemento «Aria»; in basso a sinistra, una tipica stufa di ceramica di Castellamonte; in basso a destra, «Morteper violenza», di Giacomo Manzù) CASTELLAMONTE