I cantautori e il Poeta di Bruno Gambarotta
I cantautori e il Poeta I cantautori e il Poeta TANTI saluti da Recanati. Arrivandoci, è impossibile non notare che siamo nel bicentenario della nascita di Giacomo Leopardi. Te lo ricordano giganteschi poster con il ritratto del poeta che ti guarda negli occhi con un malinconico sorriso di circostanza. Davanti all'ingresso del cimitero un piccolo cartello con una freccia segnala «Tomba di Beniamino Gigli»; anche il famoso tenore era di queste parti ma tutte le feste sono per Giacomo, non c'è vetrina di negozio che non lo ricordi, nel suo nome c'è una svendita di intimo femminile, un campo del sapere nel quale l'autore dell'Infinito dove aveva poca dimestichezza. Un panettiere ha elevato in vetrina una piccolo muri di mattoni con la scritta «sempre caro mi fu quest'ermo colle». Come originario di Asti, città dove tutto ricorda Vittorio Alfieri, mi sono trovato a casa mia. L'anno prossimo festeggeremo i 250 anni dalla nascita del Trageda e a Recanati faremo vedere i sorci verdi. Simpaticamente, s'intende. Sulla piazza Giacomo Leopardi, sotto il monumento a Giacomo Leopardi, dal 23 al 25 luglio c'è stata la nona edizione del Premio Città di Recanati dedicato alle nuove tendenze della canzone d'autore, nel corso del quale cantanti affermati si sono mescolati a dieci esordienti, scelti da una giuria di cantautori e di poeti, tra i più bravi e sensibili, da Baglioni a De André, da Vecchioni a Suzanne Vega. Il tutto in un clima disteso, di amichevole complicità. Speriamo che il successo crescente non h guasti. Tra i dieci brani, scelti su oltre 700 concorrenti, ci sono due piemontesi; Luigi Baudino di Torino con «Vassapere», scritta con Corlasso e l'appena ventenne Mattia Calvo di Fossano con «Nell'attesa di crescere». E' facile prevedere che i loro nomi ci diventeranno famigliari, com'è successo a Gian Maria Testa, il capostazione di Cuneo, che ha trovato qui il suo trampolino di lancio. E' un fatto che gli eventi più interessanti e innovativi nascono in provincia, dove si respira un'aria diversa, tutti danno una mano e chi arriva da fuori viene coccolato e viziato. Leopardi smaniava per ottenere il permesso dal padre Monaldo (che il ramo veneto della famiglia chiamava affettuosamente Mona) il permesso di andar via da Recanati dove si sentiva soffocare. Quando riuscì ad andare a Roma ospite dei parenti della madre, nel palazzo Antici Mattei in via del Corso, aveva già 24 anni. Ma, come succede a tutti noi provinciali, la metropoli lo deluse. Lo testimonia la famosa lettera al fratello Carlo nella quale scrive: «L'editore Stella vuole portarmi al Costanzo Show, dice che se mi presentano come caso umano, dei Canti che lui stamperà se ne venderanno un sacco di copie. A una cena ho conosciuto gli scrittori più importanti della capitale; Enzo Siciliano mi ha chiesto il voto per il Premio Strega; De Crescenzo ha estratto un foglietto e mi ha letto tutti i titoli dei suoi libri, elencando le tirature, le copie vendute, le traduzioni e i diritti incassati e lamentandosi del fatto che tutti lo sfuggono come la peste; infine Aldo Busi che mi ha palpato il sedere e mi ha chiamato "bella gnocca". Caro fratello, non vedo l'ora di tornare a Recanati». Bruno Gambarotta
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