Monopoli

Monopoli Monopoli ADO-DADO: due più sei uguale otto. Unodue/ —- trequattrocinquesei|, setteotto. Via dei Mercanti. In via dei Mercanti si va nel caso si scelga consapevolmente di affrontare una morte lenta ma dolce, ammazzandosi di torte. Tra via Barbaroux e via Garibaldi c'è, infatti, una torteria, che se non vado errato quando passo da quelle parti non guardo mai l'insegna, solo le vetrine - si chiama proprio Torteria. Prima di scoprire la Torteria, credevo che la Tarte Tatin più buona del mondo la facessero a Parigi, in una sala da tè-ristorante nascosta dietro il boulevard Saint Germain, dove una galleria o passaggio unisce l'Odèon a rue Saint-André des Arts: in quel caso del nome sono sicuro, è la Cour de Rohan. La Tarte Tatin della Cour de Rohan, specie se gustata con un tè all'arancia, era per me il punto più vicino allo zenith in fatto di torte. La mangiavo tutte le volte che andavo a Parigi: anche se nella capitale francese mi dovevo fermare soltanto poche ore. Poi, un giorno - lo ricordo ancora con commozione: era autunno, c'era una leggera nebbiolina, e il pavé di via dei Mercanti luccicava umido sono passato davanti alla Torteria, e nelle sue vetrine ho visto una Tarte Tatin; subito ho pensato «no, non posso farlo: tradire così la Cour de Rohan». Poi ho anche pensato al prezzo di un biglietto ferroviario per Parigi (avevo già più di 26 anni ed ero tagliato fuori dalle riduzioni per studenti). Così sono entrato nella Torteria, e me la sono fatta incartare, ascoltando attentamente le amorevoli istruzioni datemi dal ragazzo dietro al banco (temperatura del forno, tempi, quantità di crema, e via di questo passo). In breve, da quel momento ho avuto un motivo in meno per tornare a Parigi (ammesso che ci sia bisogno di un qualche motivo per tornarci). La stessa cosa mi è capitata anche con Amsterdam. Io ad Amsterdam sono sempre andato per via dei Brownies: là si possono comprare liberamente nei caffè e la polizia olandese chiude un occhio. Qua la polizia non sa nemmeno che cosa sono, i Brownies, per non parlare dei caffè: provate ad entrare in un qualsiasi locale del centro e a chiedere un Brownie. «Un Bauli?» vi rispondono, stupiti a meno che non sia Natale. I Brownie comunque sono dei dolci soffici al cioccolato: e dopo aver assaggiato quelli della Torteria non sono più andato nemmeno ad Amsterdam. Non sono mai stato a Vienna, però, per fortuna. E temo non ci andrò mai: perché dovrei farlo, dopo aver assaggiato la Sacher di via dei Mercanti? In via dei Mercanti si va a comprare il pane. Il pane in via dei Mercanti lo si trova davanti alla Torteria, da un panettiere che da poco ha cambiato gestione e rinnovato i suoi locali. Ad essere sincero, il negozio di prima aveva un altro fascino: spoglio, spartano, a malapena illuminato, ci si entrava attraverso una porticina di legno, e l'uomo dietro al bancone era raramente di buon umore, tanto da intimidire ulteriormente quelli che tra i suoi clienti timidi erano già in precedenza; il suo pane e i suoi grissini (l'uno e gli altri impastati insieme a spinaci, cipolle, olive, origano ed erbe varie) erano però tanto buoni da far sì che anche i meno ardimentosi tornassero da quelle parti, anche soltanto per procacciarsi il necessario a uno spuntino veloce carbura¬ to da un bicchiere di dolcetto presso la vicina vinicola. Da un po' di tempo a questa parte, ad ogni modo, il burbero se ne è andato, e il negozio adesso è luminoso, tirato a lucido, con musica in sottofondo e gentili proprietari. Pane e grissini - sempre impastati con spinaci, cipolle, olive, origano ed altre erbe - sono buoni come sempre. Però prima era diverso. In via dei Mercanti si va a camminare sentendosi addosso le case, come succede così raramente in centro a Torino, città dalle vie spesso larghe. Tra via Pietro Micca e via Garibaldi le pareti degli edifici invece abbracciano i passanti, e i colori degli edifici, a qualsiasi ora del giorno o della notta, sono più intensi, più caldi. Passeggiare per via dei Mercanti è un po' come accarezzare con una mano la persona amata, sfiorandone l'attaccatura dei capelli, sul collo, e risalire con le dita lungo la sua nuca. Così come le dita, anche i passi dovrebbero essere lenti, delicati, per indugiare sulle pietre che rivestono la strada e apprezzarne la superficie irregolare. E' sempre un peccato essere di corsa in via dei Mercanti: meglio non andarci se si ha fretta e non si ha tempo di ascoltare il suo respiro, respirare i suoi odori.

Persone citate: Mercanti, Sacher

Luoghi citati: Amsterdam, Parigi, Saint Germain, Torino, Vienna