La regina d'Africa di Paolo Ferrari

La regina d'Africa La regina d'Africa CAPO Verde è un arcipelago che si trova circa 500 chilometri ad Ovest della costa senegalese. Un avamposto d'Africa in mezzo all'Oceano Atlantico che nel 1456, quando arrivarono i Portoghesi, era completamente disabitato. I colonialisti vi immisero la solita ciurma di ex galeotti nazionali, cui aggiunsero migliaia di schiavi deportati dal vicino continente, dove si erano insediati fondando Bissau. Così nacque un popolo, quello capoverdiano, meticcio fin dalle radici e destinato a navigare quel mare immenso alla ricerca delle risorse che il brullo arcipelago avrebbe sempre elargito con eccessiva parsimonia. Dove arriva l'uomo, c'è musica. E se di sangue misto sono gli individui, meticci sono i suoni con cui accompagnano la propria vita. Così, quando Cesaria Ewora (in concerto venerdì 24 luglio alla Colonia Sonora che ancora per questo fine settimana occupa felicemente il parco Chico Mendes di Borgaro), si affermò nel 1992 a livello internazionale, le diverse componenti della musica di Capo Verde si trasfornarono in elementi trainanti del suo successo. La «morma», il genere affermatosi nell'arcipelago nel secondo dopoguerra, ha tutto il fascino della malinconia del fado portoghese ma, al tempo stesso, risente dell'influenza dei ritmi africani della costa e non è esente dal sentimento della «saudade» caro agli amanti della musica brasiliana. Nostalgia del resto giustificata: se circa 400 mila capoverdiani vivono nell'arcipelago, altrettanti sono emigrati per cercare lavoro lontano dalla Patria. Con la morma, ma anche con la «coladeira» e con il «funanà», più ballabili, la «diva a piedi nudi» ha fulminato le platee più disparate. La ricordiamo in lungo ma scalza, inseparabile dal bicchiere di whisky, cantare ai prestigiosi Printemps de Bourges, dove, nel 1993, si sancì il trionfo dei suoi capoverdiani. Per lei scrivono Bana, Nando Da Cruz, Bernardo Leza, maestri chansonnier dell'arcipelago. Gli album «Miss Perfumado», «Mar Azul», «Cesaria Evora», e i recenti «A L'Olympia» e «Cabo Verde» hanno il sapore dei classici, mentre il singolo «Sangue de Beirona», ri¬ letto house da Francois K, ha portato la sua voce in discoteca. Nata il 27 agosto 1941 a Mindelo, Cesaria ha da poco una casa in muratura, dopo più di 50 anni passati in una capanna in riva al mare. Ma ha fatto venire la pelle d'oca al pubblico dei più prestigiosi teatri del mondo: l'appuntamento con la sua voce è tra i più prestigiosi dell'estate torinese. Oltre alla Evora, il parco Chico Mendes ospita nel weekend conclusivo della sua stagione il disinvolto trip hop dei bresciani Scisma, sul palco sabato 25 luglio, mentre domenica 26 i fuochi artificiali per il gran finale di Colonia Sonora spettano allo spirito zingaro di Vinicio Capossela, irresistibile più che mai con la fanfara macedone Kocani Orkestar (e la presenza, nella band, del drumming possente del torinese Davide Graziarti, ben noto batterista degli Africa Unite), a riprodurre sul palco di Borgaro l'esperienza dell'album «Live in Volvo»; esperienza che lo stesso Vinicio ci racconta, con il suo inconfondibile stile, nell'articolo qui a fianco. I cancelli si aprono alle 21,30, i concerti s'iniziano alle 22,30, prima degli spettacoli fanno gli onori di casa, con le loro scelte musicali, i deeyajs X-Flash. L'ingresso è come sempre gratuito. Paolo Ferrari La regina d'Africa Sopra Cesaria Evora In allo a destra Capossela Solfo, Elio

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