Metano nei ghiacci polari

Metano nei ghiacci polari SOTTO FORMA DI IDRATI Metano nei ghiacci polari Rischi in caso di scioglimento delle calotte DELL'effetto serra e delle misure da intraprendere per evitare che si inneschi una mutazione climatica si è parlato a lungo in occasione della Conferenza di Kyoto, in cui i Paesi industrializzati si sono impegnati a ridurre complessivamente entro il 2010 le proprie emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra del 5,2 per cento rispetto al 1990. Subito dopo l'attenzione nei confronti di questo problema è caduta verticalmente (chi conosce quali siano le misure con cui il nostro governo conta di mantenere gli impegni che ha assunto in quella sede?), e si risolleva solo di tanto in tanto quando interviene qualche fatto nuovo a-riscuoterla. Uno degli ultimi in ordine di tempo è stato il distacco, in conseguenza dell'innalzamento della temperatura terrestre, di un iceberg delle dimensioni della Sicilia dalla banchisa polare antartica. Questo blocco di ghiaccio, procedendo verso l'Equatore ovviamente finirà per fondere. Sul fatto che lo scioglimento dei ghiacciai comporterà un innalzamento del livello degli oceani e la sommersione di interi arcipelaghi e di ampie fasce costiere si è posto a sufficienza l'accento, senza però suscitare eccessive preoccupazioni se non tra le popolazioni che ne subiranno direttamente le conseguenze. Due scoperte recenti impongono tuttavia di riconsiderare questo problema in un'ottica nuova. La prima è una proprietà dell'acqua che fino a poco tempo fa non si conosceva: il ghiaccio alla temperatura di - 15° C e alla pressione di 20 bar forma idrati con il metano. Un metro cubo di idrati di metano può contenere fino a 180 metri cubi di metano gassoso. Sulla base di questa proprietà è stato studiato in Norvegia un sistema per trasportare questo gas in modo più economico dell'attuale. Attualmente il metano viene trasportato in forma liquida sulle navi metaniere. Per farlo passare dallo stato gassoso allo stato liquido deve essere portato e mantenuto alla temperatura di - 180°C. I risparmi energetici ed economici che si avrebbero trasportandolo sotto forma di idrati a - 15°C compenserebbero abbondantemente il costo di dover trasportare anche l'acqua. La seconda scoperta è relativa ai ghiacci profondi, che pare siano permeati di metano, forse in conseguenza del fatto che l'atmosfera terrestre primordiale era ricca di questo gas, come è confermato dalla presenza che se ne riscontra nell'atmosfera di molti pianeti del Sistema solare. Da una prima stima approssimativa sembra che il metano disciolto nei ghiacci polari sia sufficiente a fornire l'energia necessaria al fabbisogno di tutta la popolazione mondiale per i prossimi 7000 anni sulla base dei consumi attuali. Se ciò fosse confermato dagli studi più approfonditi che sono in corso, la notizia sarebbe di estremo interesse non solo per la quantità delle riserve energetiche disponibili, ma anche perché il metano è il più pulito dei com- bustibili fossili. La sua combustione emette infatti la metà dell'anidride carbonica prodotta dal carbone e il 75 per cento di quella prodotta dal petrolio. Inoltre il gas naturale è un eccellente combustibile per i motori automobilistici, perché ha un numero di ottani eccezionalmente alto (130). Tuttavia, a queste buone notizie se ne affianca una molto preoccupante. Se in conseguenza dell'effetto serra si iniziassero a sciogliere i ghiacci polari, le grandi quantità di metano che essi contengono verrebbero rilasciate in atmosfera. Questo è ciò che sta probabilmente già avvenendo e il distacco dalla banchisa antartica dell'iceberg di cui si è parlato ne è una prova. Il problema è che il metano è 20 volte più opaco all'infrarosso dell'anidride carbonica, ovvero induce un effetto serra 20 volte maggiore del gas su cui ricade la maggiore responsabilità di questo fenomeno. La fusione dei ghiacci polari potrebbe quindi emettere in atmosfera quantità tali di metano da far varcare all'effetto serra la soglia dell'autosostentamento, oltre la quale sarebbe pressoché impossibile effettuare interventi correttivi. Si potrebbe cioè mettere in moto un ciclo in cui le emissioni di metano causate dallo scioglimento dei ghiacciai accrescerebbero l'effetto serra, da cui deriverebbe un innalzamento della temperatura terrestre che accentuerebbe lo scioglimento dei ghiacciai. Questa dinamica può inoltre essere aggravata dal metano che si libera dal sottosuolo nel corso dei terremoti. Cosa si può fare per contrastarne e impedirne l'avvio? Innanzitutto occorre prendere sul serio ogni misura possibile per ridurre le emissioni di gas serra che derivano dalla combustione degli idrocarburi, adottando su larga scala e in tempi brevi le tecnologie che accrescono l'efficienza dei processi di trasformazione energetica in modo da ridurre i consumi di energia alla fonte a parità di servizi finali. A questo proposito ricordiamo che nel nostro libro, L'uso razionale dell'energia, abbiamo indicato non solo una sessantina di possibilità tecnologiche (attuali per la maggior parte, con qualche puntata nel futuro prossimo) che consentono di ridurre le emissioni di anidride carbonica in misura molto più rilevante di quanto generalmente si creda, ma anche un sistema di finanziamento che non richiede interventi di denaro pubblico, né anticipazioni di capitali da parte degli utenti finali, perché trasforma i risparmi sui consumi energetici derivanti dalla maggiore efficienza in quote di ammortamento dei costi di investimento necessari ad adottare le tecnolo- gie che consentono di ottenerla. Se questo sistema di finanziamento, raccomandato dall'Unione Europea e conosciuto col nome di «finanziamento tramite terzi», venisse adottato su larga scala, non solo si potrebbe mettere in moto un volume d'investimenti molto superiore a quello che oggi viene attivato autonomamente dal mercato, ma si potrebbe accrescere l'occupazione in attività veramente utili sia dal punto di vista sociale, sia dal punto di. vista ambientale, senza aggravi per la spesa pubblica, e quindi per la collettività, ma anzi con una riduzione dei costi d'importazione dei prodotti petroliferi. In secondo luogo, in relazione al fatto specifico della presenza di metano nei ghiacci profondi, anziché assistere impotenti alla sua dispersione in atmosfera, oltre a prevenire il fenomeno riducendo l'effetto serra, sarebbe utile sviluppare le tecnologie necessarie" ad estrarlo dalla banchisa, in modo da provvedere al fabbisogno energetico futuro riducendo contemporaneamente l'uso dei combustibili fossili che emettono maggiori quantità di anidride carbonica. Mario Palazzetti Maurizio Pallante Il gas potrebbe essere stato inglobato in epoca primordiale E' già alla deriva un iceberg grande come la Sicilia Le creme disperdono i raggi infrarossi e Uva. Ma potrebbero creare altri problemi Perplessità di un biochimico di Oxford lo nel ontrao? Inndere sibile di gas comrburi, a e in e che dei zione durre fonte Le creme disperdono i raggi infrarossi e Uva. Ma potrebbero creare altri problemi Perplessità di un biochimico di Oxford no, il da sealcuni ili alsolide no alprietà Knonifica ttroni izioni di traell'ac liberi Queruggenanti. lari il o dagli adicaand il ricolo: esporumori i. Fochi e, Pisa

Persone citate: Fochi, Mario Palazzetti, Maurizio Pallante

Luoghi citati: Norvegia, Oxford, Pisa, Sicilia