Le scuole tibetane della gioia visibile di Se. Pe.

Le scuole tibetane della gioia visibile Le scuole tibetane della gioia visibile A «gioia visibile» è una condizione spirituale che sfidiamo chiunque a dimostrarci d'aver raggiunto. Siamo troppo disgiunti dai ritmi della quieta meditazione orientale per riuscirci, anche se ovunque fioriscono scuole e centri d'addestramento mentale per le nostre sclerosi occidentali. Prova a guidarci in tal senso Gen Lamrimpa, amico intimo - ci dicono - del Dalai Lama, che in Calmare la mente (Neri Pozza, pp. 170; L. 24.000) ripercorre l'esperienza di un ritiro spirituale tenutosi nel 1988 a Castle Rock (Wahington). Un gruppo di occidentali si dedicò per un anno intero alla ricerca di una quiete meditativa, guidato appunto dal monaco contemplativo Lamrimpa. Sono insegnamenti per la pacificazione interiore, raggiungibili però solo con un paio d'anni di ferie dagli impegni quotidiani, ma è interessante seguire il percorso del maestro tibetano, dalle introduzioni «tecniche» alla raccolta di condizioni per coltivare la quiete (Samantha) senza intoppi o remore, e qui si fa dura. Comunque ci si può meglio conoscere attraverso queste pratiche, forse la mente si calma davvero, anche se la lettura risulta insufficiente al compito prefisso dell'autore. E' uno di quei casi in cui la pratica potrebbe assai meglio sostituire la teoria delle esperienze altrui. Visti i tempi lunghi dell'apprendistato, ci si può consolare con le vicende altrettanto spirituali narrate da Elizabeth B. Jenkins nel suo II ritorno dell'Inka (Sonzogno, pp. 335, L. 42.000), da mesi ben venduto anche in Italia. La scia ispiratoria è quella ormai iperclonata della «Profezia di Celestino» di Redfield - ma non dimentichiamo la buonanima di Carlos Castaneda - anche se qui è una donna a cercare di scalare i livelli di conoscenza in grado di condurre alla piena padronanza di sé. Elizabeth racconta in prima persona l'esperienza vissuta nel 1989 in Perù: ammessa ad un gruppo di studi, incontra per caso Juan Nunez del Prado, sacerdote del Sentiero Andino, che la conduce nel mondo iniziatico dei livelli di conoscenza. Un'esperienza che mette a nudo i limiti della nostre banali capacità quotidiane di ricercare e ricevere i messaggi di pace del nostro corpo. Al volume è accluso un CD suonato e composto dall'autrice con musicisti provenienti dal Perù: dalla parola alla musica, un percorso che rivela come nessun essere umano - ci si sono avvicinati figure come Gandhi o Luther King, sostiene la scrittrice - sia in grado di sfruttare il proprio potenziale di apprendimento spirituale che conduce, da se stessi, all'evoluzione del mondo. [se. pe.]

Persone citate: Carlos Castaneda, Dalai Lama, Gandhi, Jenkins, Juan Nunez, Luther King, Neri Pozza, Redfield, Sonzogno

Luoghi citati: Italia, Perù