LA SIT COM SI FA SAGA

LA SIT COM SI FA SAGA LA SIT COM SI FA SAGA Con Tonino Benacquista ELL'ASSETTO multietnico che ha assunto la nuova narrativa francese, mancava finora la componente italiana: Bianciotti, malgrado le origini piemontesi, vi rappresenta a buon diritto solo quella argentina e Cavanna, che dei ritals ha fatto un affettuoso e colorito ritratto, appare ormai defilato nel ruolo del precursore. Adesso Tonino Benacquista viene a colmare questa lacuna, ma solo nominalmente: a parte il nome dell'autore, quello del personaggio che di romanzo in romanzo gli fa da portaparola e qualche caratteristica imprecazione, tutto nei suoi libri - tipi, ambiente, storie, linguaggio è inconfondibilmente francese. Saga rappresenta il salto di qualità che già altri giallisti francesi prima di lui - Jean Vautrin, Didier Daeninckx, Daniel Picouly e lo stesso Daniel Pemiac - hanno felicemente tentato. Un salto deliberato, e compiuto senza trucchi, per così dire sotto l'occhio del lettore. Il romanzo comincia infatti come il più classico dei noirs: una donna assassinata nel suo appartamento, la polizia che fa i primi accertamenti, l'ex marito misteriosamente presente sulla scena del delitto. In realtà l'attacco serve soltanto a farci conoscere questo testimone, uno sceneggiatore che poco più in là ritroviamo con altri tre nell'anticamera di mi produttore televisivo, e della vicenda poliziesca non si parlerà più fino all'ultima pagina, quando avrà la soluzione che il lettore aveva immaginato e scartato soltanto perché troppo ovvia. I quattro, casualmente assortiti, hanno in comune solo un passato di frustrazioni e un impellente bisogno di denaro. Louis, il marito della vittimatila sacrificato il suo ingegno alla venerazione per un maestro italiano del cinema, Jerome si è fatto rubare da un mascalzone la sceneggiatura di un film che Stallone e Schwarzenegger hanno portato al successo; Mathilde ha scritto sotto vari pseudonimi decine di romanzi d'amore di cui il suo ex compagno si gode i diritti e Marco, l'io narrante, si è visto per il momento rifiutare tutti i manoscritti. Sono gli unici che sulla piazza di Parigi possano accettare di confezionare in poche settimane e a bassissimo costo ottanta puntate di uno sceneggiato che la rete è costretta a produrre per coprire la quota obbligatoria di produzione nazionale ma ha intenzione di trasmettere alle quattro del mattino. Dagli sforzi congiunti dei quattro, che subito trovano un efficace affiatamento, nasce Saga, una sit-com, che all'inizio è vista solo da qualche insonne disperato, ma a poco a poco, grazie a un imprevedibile tara tam, viene promossa in prima serata e diventa mi caso nazionale, con scatenamento di passioni, costituzione di fan club, intervento di sociologi e psicologi, dibattiti parlamentari. Benacquista è bravissimo a escogitare per lo sceneggiato i più impensati e paradossali sviluppi (in cambio di tutte le altre pesantissime restrizioni, agli autori per l'invenzione è stata lasciata incautamente carta bianca), a raccontare le angosce e i piaceri della sua affannosa gestazione e ad intrecciare in questa trama già fitta e variopinta i fili delle storie personali dei quattro sceneggiatori. II punto debole di questa funambolica e godibile costruzione sta forse proprio lì: questi ultimi, anche quando discutono con tutto l'acume e l'ironia possibile sul loro lavoro e sui fasti e nefasti del potere mediatico, come personaggi non appaiono diversi da quelli - evanescenti e convenzionali - che passano la vita a creare.* E tutta la verve lingiùstica e la spigliatezza narrativa del loro comune autore non basta a stabilire tra loro quelle differenze che ancora ci ostiniamo a cercare. Forse non è un caso che il romanzo abbia lo stesso titolo dello sceneggiato di cui racconta le peripezie, che stilisticamente non si avvertano scarti nel passaggio dal racconto ai campioni di sceneggiatura. E' il segno che il mezzo televisivo, dopo aver contratto tanti debiti con la letteratura sta cominciando, così come era successo col cinema, ad aprire con essa soprattutto dei crediti e che, quando nelle storie letterarie bisognerà inserire un capitolo su «romanzo e televisione», di Saga e di Tonino Benacquista ci si dovrà ricordare. Giovanni Bogliolo SAGA Tonino Benacquista traduzione di Paola Gallo Einaudi pp. 368 L. 28.000 Benacquista pare abbia fatto, già con l'idea di trarne materia d'invenzione letteraria e cinematografica, il cuccettista, il pizzaiolo, il parassita, il clochard: come scrittore, si è formato in quello straordinario laboratorio che è la Sèrie Noire SAGA Tonino Benacquista traduzione di Paola Gallo Einaudi pp. 368 L. 28.000

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