Maupassant, il ministeriale di Giuseppe Culicchia

Maupassant, il ministeriale EUREKA Maupassant, il ministeriale Ci LI impiegati arrivavano come una fiumana sotto il portone del ministero della Marina, affluendo frettolosi dalle quattro estremità di Parigi, poiché si I avvicinava il capodanno, epoca di zelo e di avanzamenti. Il rumore dei passi rapidi riempiva il vasto edificio tortuoso come un labirinto, solcato da inestricabili corridoi, forato da innumerevoli porto d'ingresso ai vari uffici. Ognuno entrava nel proprio ufficio, stringeva la mano al collega già arrivato, si toglieva la giacca e indossava quella vecchia da lavoro, infine sedeva al proprio tavolo, dove l'aspettavano mucchi di carte. Poi si andava a caccia di notizie negli uffici vicini. Prima di tutto informarsi se il capo era già al suo posto». Inizia così L'eredità, sublime meccanismo costruito da Guy de Maupassant come una piccola eppure devastante bomba a M orologeria da insinuare sotto i mobili - in finto legno massiccio, ovvero in autentico trucciolato rivestito - dei salotti di quella che un tempo si sarebbe detta «piccola borghesia»: ceto ormai in via di estinzione, sostituito - dopo due conflitti mondiali e, almeno per quanto riguarda l'Italia, un «ribaltone» - dalla famosa «gente normale» dell'altrettanto famoso «Paese normale», di cui tanto e da ogni parte si parla oggidì. La falsa moralità di una società nella quale la sola Weltan- le schauung possibile può essere riassunta dal riepilogo dei movimenti sul conto corrente bancario o dagli indici di Borsa viene sgretolata a micidiali colpi di parole dall'autore di BeiAmi - morto ormai folle a soli 43 anni, dopo ima vita di guerre, successi, donne e gite in barca al largo della Normandia o lungo il corso della Senna -, con effetti di grande comicità. E, visto che Maupassant al ministero della Marina lavorò davvero per un certo periodo della sua esistenza, non possiamo non essere grati, una volta tanto, alla pubblica arnministrazione - ancorché d'Oltralpe -: se non lo avessero assunto e non gli avessero fatto patire tutto lo squallore che tracima fin dall'incipit, mai avremmo letto queste sue righe. Giuseppe Culicchia Leggendo «L'ereditò» non resta che ringraziare il dicastero della Marina per averlo assunto Altrimenti non avremmo avuto quella sua «bomba» posata nei salotti della piccola borghesia eri 99

Persone citate: Maupassant

Luoghi citati: Italia, Normandia, Parigi