I/inflazione spaventa gli Usa

I/inflazione spaventa gli Usa CONGIUNTURA li Creati nuovi posti, in discesa i sussidi di disoccupazione I/inflazione spaventa gli Usa Aumenta ancora il costo del lavoro WASHINGTON. «Il pericolo si chiama inflazione, non recessione». Il presidente della Federai Reserv, Alan Greenspan, l'aveva detto al Congresso all'inizio di luglio, quando il vento della crisi asiatica stava travolgendo l'economia americana. La dichiarazione aveva stupito non poco l'uditorio, e soprattutto non aveva convinto gli analisti economici. Ieri, dal Dipartimento del lavoro Usa è arrivata la conferma che le parole del presidente della banca centrale Usa erano da prendere sul serio: nel secondo trimestre del 1998, il costo del lavoro è cresciuto dello 0,9%. Una cifra superiore alle aspettative degli economisti, che avevano previsto un aumento dello 0,8%. Dunque, negli Stati Uniti si torna a parlare di rischio inflazione. Il dato, infatti, ha un valore particolare perchè segna anche un aumento rispetto al trimestre precedente, quando il costo del lavoro era salito dello 0,7%. In totale nei dodici mesi precedenti al giugno '98 il costo del lavoro è salito del 3,5%. Percentuali rilevanti perchè il costo del lavoro contribuisce per circa il 60% al totale della voce spese nel bilancio federale. I dati del Dipartimento Lavoro evidenziano inoltre che nel secondo trimestre salari e stipendi sono cresciuti dello 0,9%, mentre i «benefit» dei lavoratori sono aumentati dello 0,8%. In totale, nell' ultimo anno salari e stipendi sono aumentati del 3,8%, i «benefit» del 2,4%; anche dalle aziende del settore terziario (nel secondo se¬ mestre '98) non arrivano buone notizie: il costo del lavoro è salito dello 0,9% (rispetto allo 0,7% del trimestre precedente). Proprio il timore che l'inflazione trovi ulteriore alimento in una eccessiva circolazione di denaro fa sì che non si interpreti come un dato del tutto positivo il boom di vendite di nuove case in giugno (+3,8% rispetto al mese precedente, record di 935.000 unità acquistate). Tra l'altro, è la prima volta che per dieci mesi consecutivi le vendite di nuove case superano quota 800.000. Ma accanto alle cifre che non danno ancora il segnale della ripresa dell'economia statunitense, ce n'è una che induce all'ottimismo: diminuiscono le richieste del sussidio di disoccupazione. Nella settimana conclusa il 25 luglio sono scese a quota 304.000 contro le 317.000 della settimana precedente. E' illivello più basso a partire dalla settimana terminata 1* 11 aprile (288.000). Il presidente della Federai Reserve Alan Greenspan

Persone citate: Alan Greenspan

Luoghi citati: Stati Uniti, Usa, Washington