«Se capitasse a me» di Edoardo RaspelliEdoardo Raspelli

«Se capitasse a me» «Se capitasse a me» Raspelli: avrei nostalgia persino dei cibi cattivi Forse era colpa del suo grande naso aquilino: arrivava a casa, alla fine della giornata di lavoro all'Ospedale Maggiore; appena entrava nel grande androne del nostro palazzo, appena si soffermava in portineria, lo assalivano prepotentemente gli odori delle cucine di casa. Il nostro era un palazzo piccolo borghese dell'Ortica, a Milano. Su ognuno dei sette piani, cinque appartamenti: mio padre saliva, spesso, a piedi e dalle porte uscivano i profumi (e le puzze) delle povere case italiane degli Anni Cinquanta. Mio padre non lo sapeva ma dietro quegli aromi, quei profumi, 40 anni dopo, qualcuno avrebbe codificato la cosiddetta Dieta Mediterranea. La donna, le donne, allora, cucinavano 4 ore, non i 40 minuti che oggi dedicano a riscaldare surgelati: sono cresciuto, sulle orme di mio pa- dre, riconoscendo d'acchito che cosa mangiava la signora Pastori del piano di sopra, oppure, alla porta accanto alla nostra la vedova Principato che, nel suo pasto frugale, ricordava le cene con il marito, maestro della Leonardo da Vinci fucilato dai fascisti al Giubati. Oggi, certe volte, sbocconcellando il terribile pane milanese, provo la sensazione di succhiare il sacchetto di carta che l'ha contenuto: ecco, perdere il gusto e l'olfatto deve essere una tragedia pari a questa, un dramma, una dannazione. Proverei nostalgia perfino dell'afrore acre del pollo «strinato»; avrei rimpianto financo di quella prepotente zaffata di ammoniaca che si alza dai crostacei fritti che l'oste della malora non ti ha detto essere surgelati. Se mi mancassero queste sgradevolezze, immaginatevi il rimpianto per i profumi ed i gusti del piacere: il culatello di Zibello roseo per l'anno e mezzo di stagionatura, il Castelmagno reso subhme da un invecchiamento di almeno un anno che gli ha regalato l'umida ver¬ de vena della gola, il profumo dei fiori di fresia dei vini bianchi dell'Alto Adige, il gusto ciccoso della vera mozzarella di bufala, l'odore di vaniglia che si sprigiona dal forno dove cuoce la crostata della nonna, il lievito soave e forte che si alza dal calice di spumante con cui, laicamente, ringrazio Dio, ringraziate il vostro dio, perché anche oggi godete del grande dono di riconoscere Lui nelle sue cose, nelle cose della natura. Edoardo Raspelli Edoardo Raspelli

Persone citate: Leonardo Da Vinci, Raspelli

Luoghi citati: Castelmagno, Milano