Stroncata con la forza la protesta di Suu Kyi

Stroncata con la forza la protesta di Suu Kyi La Nobel birmana riportata di peso a casa Stroncata con la forza la protesta di Suu Kyi Un durissimo monito della Mbright La giunta: abbiamo agito a fin di bene BANGKOK. Hanno dovuto riportarla di peso a casa, ma Aung San Suu Kyi non si arrende: «Ritenterò ancora e ancora», ha detto ieri la leader dell'opposizione birmana ai militari che la trascinavano via dall'auto in cui era rimasta sei giorni per protesta contro il divieto di raggiungere un gruppo di sostenitori a una trentina di chilometri da Rangoon. Il Premio Nobel per la pace, che ha appena compiuto 53 anni, ha attuato la protesta pochi giorni dopo un notevole successo diplomatico ottenuto dalla giunta militare birmana con l'ammissione ufficiale nell'Asean, l'Associazione dei Paesi dell'Asia sudorientale. La giunta è al potere da 36 anni e, nonostante ripetute pressioni occidentali, ha continuato a reprimere drasticamente le attività della Lega nazionale per la democrazia, che si impose con ampio margine nelle elezioni del 1990. Ieri il segretario di Stato americano Madeleme Albright ha duramente condannato l'intervento dei militari, affermando che si è trattato di una «inaccettabile violazione» dei diritti umani dell'esponente di opposizione. Tramite un portavoce, però, la giunta ha replicato di aver agito per consiglio del medico della stessa Suu Kyi, allo scopo di «salvaguardare la sua salute» dato che aveva esaurito le scorte alimentari nell'auto e si era rifiutata di accettare qualsiasi cibo offertole. Comunque, appena tornata nella sua abitazione, dove fu agli arresti dal 1989 al 1995, la leader della Le¬ ti Premio Nobel ung San Suu Kyi ga ha fatto sapere che intende persistere nelle proteste e negli appelli per una convocazione del Parlamento il prossimo 21 agosto. Da parte loro le autorità hanno accusato Suu Kyi di volere «seminare discordia» in vista di una prevista riapertura, il mese prossimo, degli istituti universitari chiusi nel dicembre 1996 dopo una serie di scontri. Nel tentativo di evitare un acutizzarsi del confronto, il segretario dell'Orni Kofi Annan ha annunciato che invierà a Rangoon il suo assistente Alvaro de Soto, già incontratosi in passato i militari birmani. Nei giorni scorsi era già schierata al fianco di Suu Kyi anche l'alto commissario dell'Onu per i diritti umani Mary Robinson. Secondo la maggioranza degli osservatori, tuttavia, l'interessamento internazionale non appare destinato a portare alcun significativo alleviamento delle restrizioni sulle attività dell'opposizione. E' anzi opinione comune che tali restrizioni potrebbero aumentare in vista del decimo anniversario di una sanguinosa repressione studentesca avvenuta l'8 agosto 1988. Emma Bonino, commissario europeo agli aiuti umanitari, ha espresso solidarietà a Aung San Suu Kyi. La Bonino ha definito Suu Kyi ammirevole «per il suo coraggio e la sua determinazione» e ha definito «esemplare» il modo in cui «ha opposto la forza delle sue convinzioni e la dignità della non violenza alla violenza e all'arroganza della dittatura». [Agi-Ansai ti Premio Nobel Aung San Suu Kyi

Persone citate: Alvaro De Soto, Bonino, Emma Bonino, Kofi Annan, Madeleme Albright, Mary Robinson, Nobel Aung, Suu Kyi

Luoghi citati: Asia, Bangkok, Rangoon