«Anch'io ho aiutato a morire» di Enrico Benedetto

«Anch'io ho aiutato a morire» FRANCIA Mentre il Paese si interroga suU'infermiera angelo della morte «Anch'io ho aiutato a morire» Koucbner, viceministro alla Sanità PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bernard Kouchner, medico nonché sottosegretario alla Sanità nel governo Jospin, ha ammesso di aver aiutato a morire un paziente. E forse più. Non vuole chiamarla eutanasia - «parola fredda, odiosa, criminale» - ma la sua confessione, raccolta da «Paris-Match», è uno choc per la Francia. Il Paese s'interrogava già dolorosamente sui «30 omicidi volontari» che l'infermiera Christine Malevre avrebbe commesso nell'ospedale di Mantes-la-Jolie per compassione verso malati incurabili. Ed ecco Kouchner infrangere l'omertà sostenendo che l'eutanasia, fuorilegge, «è pratica corrente nei nosocomi». Per medici e infermieri che si prodigano al capezzale di malati terminali, la «buona morte» rientrerebbe dunque tra le «possibilità terapeutiche». Il gesto di Christine, lei lo ha compiuto? gli si domanda. Nel rispondere, Bernard Kouchner usa grande cautela. Ma l'ammissione appare inequivocabile: «Sì e no. Mai per decisione individuale. Ma come gesto d'equipe sì, certamente, e con la famiglia se possibile». L'intervistatrice non insiste, e tuttavia quel brevissimo: «Oui, j'ai commis le geste de l'infirmière» finisce in copertina aprendo squarci nuovi nel dibattito, appassionato, sulla Christine Malevre story. La Francia non sembrerebbe ritenerla a priori colpevole. E in fondo lo stesso giudice, consentendole di affrontare il processo libera, recepisce le «attenuanti umanitarie» che invoca. Per Kouchner la protagonista della vicenda «è una donna sola, anzi segregata nella sua solitudine». Il sottosegietano non ne difende l'iniziativa. Spiega che in situazioni simili deve essere lo staff, e non l'individuo, a pronun¬ ciarsi. Ma, nel contempo, mette in guardia contro «giudizi morali affrettati». Vorrebbe che l'Assemblée Nationale aggiornasse la normativa, umanizzandola. «Bisogna far evolvere la morte come evolve la vita» suggerisce. E ipotizza che il singolo possa lasciare disposizioni in materia come per gli espianti. E tuttavia, sottolinea, non esistono formule decisive. L'importante è che il Paese si esprima senza falsi pudori, e il legislatore ne segua le indicazioni. Occorre, comunque, potenziare le unità ospedaliere ad hoc. Appena 51 - e 70 équipes mobili - per ben 3700 istituti. Pochissime, dice Kouchner. Che denuncia con fermezza 1'«accanimento terapeutico». A suo avviso è doveroso «accompagnare» «chi si appresta a morire», non privarlo attraverso terapie inutili di una «tenerezza medica» che può, deve svilupparsi, integrando l'approccio farmacologico tradizionale. E lui, come vuole morire? «A casa, stringendo la mano dei miei cari, e con un piccolo sorriso sulle labbra. Preferirei mi si lasciasse chiudere gli occhi in pace. Ma so che dirlo adesso è troppo facile: riparliamone quando giungerà la mia ora». Enrico Benedetto

Persone citate: Bernard Kouchner, Christine Malevre, Jospin, Kouchner

Luoghi citati: Francia, Parigi