La sorpresa di Monica: un vestito scuro di Franco Pantarelli

La sorpresa di Monica: un vestito scuro Finora negava che esistesse, lo ha consegnato a Starr perché venga sottoposto alla prova del Dna La sorpresa di Monica: un vestito scuro Prova il rapporto con Clinton NEW YORK nostro servizio E adesso comincia l'attesa del 17 agosto, quando Bill Clinton finalmente deporrà di fronte al procuratore speciale Kenneth Starr. Per arrivare a decidere quella data tutte e due le parti hanno rinunciato a qualcosa, come è normale in un compromesso. Starr ha ritirato il suo mandato di comparizione (la deposizione di Clinton sarà «volontaria»), ha accettato di interrogare il Presidente alla Casa Bianca senza la presenza per lui «umiliante» dei membri del gran giurì, ai quali la deposizione del Presidente verrà poi mostrata in un video, ed ha fatto l'eccezione di consentire la presenza dei suoi avvocati. Clinton, da parte sua, ha rinunciato a sfidare il mandato di comparizione sul piano della sua costituzionalità, cosa che al di là dell'esito avrebbe comunque allungato ancora di più i tempi dell'indagine, mentre Starr è ormai sottosposto pressoché quotidianamente alla pressione di deputati e senatori (cioè i destinatari del suo rapporto, quando sarà pronto) affinché l'indagine si concluda presto. I media cominciano a chiedersi come «riempire» queste settimane di attesa, ma almeno per il momento il problema non si pone. Ieri infatti è uscita la storia del «vestito macchiato» che non solo ha fornito abbondante materiale alla «copertura» ossessiva della vicenda, ma ha anche posto le premesse perché di qui al 17 agosto qualcosa di ancora più clamoroso avvenga. Del vestito - cioè di un vestito scuro di Monica su cui sarebbero stampate le tracce di un rapporto sessuale con Clinton, durante il quale lei non aveva avuto neppure il tempo di spogliarsi, forse perché troppo focoso - si era parlato molto a gennaio, quando la storia era esplosa. Ma l'allora avvocato di Monica ne aveva sempre negato l'esistenza. Ora invece si scopre che quel vestito esiste, con le macchie sono sempre al loro posto, che Monica lo mise al sicuro a gennaio prima che gli agenti dell'Fbi perquisissero il suo appartamento al palazzo Watergate e che è stato consegnato a Starr. E all'Fbi il procuratore del SeXygate Kenneth Starr ha consegnato il vestito di Monica Lewinsky perchè esamini la famosa macchia. L'hanno detto fonti vicine a Starr, precisando che l'Fbi riferirà i risultati dell'analisi allo stesso ufficio del procuratore. In cambio della sua immunità, quindi, la ragazza non solo ha accettato di dichiarare formalmente e sotto giuramento che fra lei e il Presidente c'è stata una relazione di 18 mesi: ha anche fornito la «prova del nove» che ciò che dice è vero. Basterà che le macchie vengano analizzate e che il Dna contenuto in esse venga confrontato con quello di Clinton. Ed è qui che si affaccia la possibilità che prima del 17 agosto qualcosa di clamoroso accada. Per ora, infatti, l'intenzione di Clinton, hanno detto i suoi uomini ancora ieri, è presentarsi all'appuntamento con la sua solita versione - «Non ho mai avuto una relazione sessuale con Monica Lewinsky» - e di creare la situazione classica da «la mia parola contro la sua». Ma se nel frattempo la parola della ragazza dovesse ricevere il supporto «scientifico» dell'analisi del Dna, è chiaro che il Presidente dovrà inventarsi qualcos'altro. Forse una «confessione», come molti gli consigliano, visto che i sondaggi, ancora ieri a lui favorevoli, sembrano garantire il «perdono» del pubbli- co, o forse qualche altra cosa. Hanno tempo un paio di settimane, Clinton e i suoi uomini, per pensarci, ma non pare che intendano mettersi subito al lavoro. Questo fine settimana il Presidente ha deciso di passarlo alla grande, sfruttando il gran rumore di questa storia per fare la cosa che gli riesce nieglio: raccogliere soldi per i democratici. L'appuntamento per i suoi fedelissimi indignati da Kenneth Starr - questa specie di «incrocio fra Javert e l'ispettore Clou- seau», cioè fra il persecutore inflessibile dei «Miserabili» e il poliziotto pasticcione della «Pantera Rosa», come lo chiamano - è alla villa di Kim Basinger e del marito Alee Baldwin negli Hamptons, la spiaggia di Long Island dove vannno i ricchi di New York. Per accedere al party - ci sarà anche Hillary - si dovrà versare 5000 dollari nelle casse del partito; per vedere il Presidente da lontano bisognerà versarne altri 250 e per avere la speranza di stringergli la mano bisognerà versarne mille. Un po' cara, come festa, ma la febbre dell'«esserci» si è già diffusa. Parrucchieri ed estetisti, dicono le cronache, stanno lavorando 15 ore al giorno per «acconciare» le signore. L'ultimo Presidente recatosi agli Hamptons fu Richard Nixon. La Monica abita al Watergate. Di sicuro, Clinton non crede ai corsi e ricorsi di Gian Battista Vico. Franco Pantarelli

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