Prodi: così fermeremo i clandestini

Prodi: così fermeremo i clandestini Prodi: così fermeremo i clandestini ■—w ■— Documento del governo. Ari accusa: è una sanatoria ROMA. Romano Prodi vuole affrontare il problema immigrazione «una volta per tutte». In concreto, intende venire a patti con quei Paesi del Nord Africa da cui partono le ondate migratorie. E' sicuro che dopo il Marocco anche la Tunisia accetterà di siglare un accordo, superando le tensioni diplomatiche degli ultimi giorni. Il 5 agosto si riunirà la commissione mista italo-tunisina e in quell'occasione, annuncia Prodi da Bratislava, «si cercheranno di mettere insieme i diversi problemi». «Prevenire è meglio che curare», sintetizza il suo pensiero il capo del governo. E proprio con quest'ambizione stamane il Consiglio dei ministri si riunirà per varare le 58 pagine del Documento programmatico relativo alla politica dell'immigrazione. Le Camere ne hanno preso visione, dando un so¬ stanziale via libera al testo, che fissa le linee guida di ciò che il governo intende fare nei prossimi anni, sia sul versante dei controlli contro i clandestini, sia su quello dell'integrazione per gh immigrati «regolari». Ma ieri, nella Commissione affari costituzionah di Montecitorio, An ha alzato le barricate contro il Documento, e addirittura ha scritto a Scalfaro perché lo blocchi. Il casus belli con Alleanza nazionale si trova a pagina 37 del Documento, là dove si afferma che il completamento del contingente di immigrati previsto per il 1998 potrà essere riservato a lavoratori stranieri che sappiano dimostrare con elementi «oggettivi» di essere già presenti in Italia al momento dell'entrata in vigore della nuova legge (cioè in marzo). Questi stranieri dovranno inoltre avere un rapporto di lavoro in corso, oppu¬ re un formale impegno di assunzione. In pratica, un clandestino che dimostri di essere in Italia da oltre quattro mesi, e che già lavori, potrà essere regolarizzato. In che modo? Con un apposito decreto, che il governo intende varare tra settembre e ottobre, per ampliare il contingente dei 20 mila immigrati ammessi nel corso del 1998. Secondo An, in questo modo si aprirebbero le porte a una nuova grande sanatoria, negata a parole ma realizzata nei fatti. Fonti del governo assicurano, invece, che U provvedimento - gradito a una parte del mondo imprenditoriale - sarà assai limitato, e ne trarranno vantaggio al massimo poche migliaia di clandestini. Più rilevante, sotto certi aspetti, è la cifra di 70 miliardi che Regioni e Comuni riceveranno dal governo per fornire assistenza agh immi¬ grati. Parte di quei soldi servirà a creare centri di prima accoglienza, oggi pressoché inesistenti e male organizzati. Addirittura, ieri sono stati definiti «moderni lager» dal verde Paolo Cento, «campi di detenzione» dalla Rete Antirazzista. E lo scrittore siciliano Vincenzo Consolo ha espresso la sua amarezza per il modo «poco civile» con cui vengono trattati gli immigrati che arrivano dal Nord Africa. Un concetto su cui anche Bettino Craxi, dal suo esilio di Hammamet, ha fatto sentire la propria voce, ricordando come la ruota sia girata rispetto agli anni di inizio secolo, quando «decine di migliaia di italiani, in particolare siciliani, cercavano lavoro e fortuna in terra tunisina». Di tutt'altra opinione la Lega, che chiede al governo di reintrodurre il reato di clandestinità, [r. r.l Il premier Romano Prodi vuole trovare un accordo con la Tunisia per il problema immigrati

Persone citate: Bettino Craxi, Paolo Cento, Romano Prodi, Scalfaro, Vincenzo Consolo

Luoghi citati: Bratislava, Italia, Marocco, Nord Africa, Roma, Tunisia