DALLA Prova d'orchestra

DALLA Prova d'orchestra Palermo, ieri il cantautore in concerto con i musicisti del Massimo DALLA Prova d'orchestra PALERMO DAL NOSTRO INVIATO Il corteggiamento è in fase avanzata ma la musica popolare e quella classica, più che fidanzati, paiono per ora due boxeur quando si abbracciano per prender tempo. Il sempre maggior coinvolgimento dei volti più famosi della musica pop nell'ambiente «colto» è un chiaro segno di stanchezza del mondo cristallizzato dei teatri lirici; la curiosità senza frontiere delle popstar risponde poi senza imbarazzi alle lusinghe, portandosi dietro la propria disinvoltura e anche le allegrie, contemplate dalla controparte con un misto di interesse e snobismo. Esigenze comuni - sperimentare, svecchiare, cercare nuovi stimoli e nuovo pubblico - s'incontrano all'ombra della mole di Pavarotti che lanciò il fenomeno, con gran gioia del mercato che ha fatto divo Bocelli e mostra di gradire anche contaminazioni ben più discutibili, come quelle di Michael Bolton. E ieri sera, non per incider dischi ma per puro divertimento, Lucio Dalla, campione di irrequietezza creativa, ha debuttato al Teatro di Verdura di Palermo in concerto con i 90 elementi dell'Orchestra del Teatro Massimo diretti da Marco Boni, in una inedita rilettura del suo repertorio. Il progetto è nato su invito del Massimo, concepito in modo del tutto opposto a quello di Antonello Venditti: mentre quest'ultimo ha «sinfonizzato» le proprie canzoni nel disco «Antonello nel Paese delle Meraviglie», Dalla ha voluto «popizzare» (e scusate il neologismo orrendo) un'orchestra sinfonica, facendo scrivere gli arrangiamenti al suo fido collaboratore Beppe D'Onghia. Ne è uscita una serata alla Dalla eppure diversissima dai suoi concerti abituali, fra maestria e gioco, professionismo e paradosso: i due tempi aperti da musiche di Bernstein, poi archi pizzicati in «Attenti al Lupo»; una bellissima «La sera dei mi- racoli» intessuta a recitativo che gioca con gli stilemi dell'opera; una struggente «Henna» ma anche la rilettura di «Misterioso» di Monk dove la star esibisce il clarino virtuoso duettando con il pianoforte. C'è spazio per la voce di Iskra Menarmi, la sua corista; c'è «Caruso» e una ver¬ sione futuristica, interessante e solenne di «L'anno che verrà»: che però Dalla ha deciso se eseguire o no nei bis solo all'ultimo minuto. Non l'aveva provata abbastanza. Un problema serio, il tempo delle prove, pochissimo per ovvi motivi di costi e comunque intervallato dalle pause sindacali dell'orchestra, 15 minuti ogni 45 e orari predeterminati. Ma un conto, per un'orchestra, è suonare «Aida»; e tutt'altro è cimentarsi in «Anna e Marco» o «4-3-43». Nel pop, non c'è sindacalizzazione né cultura della pausa: si prova finché tutti non son soddisfatti o cadono stremati, magari all'alba. Certo, son mestieri gratificanti e ben retribuiti, qui non si parla mica di fonderie. Ma così tutto, ieri, ha avuto il sapore dell'happening, fenomeno tipicamente pop. Su questo progetto di Dalla stanno fioccando richieste da tutta Italia; ma le repliche saranno solo tre, e con l'Orchestra Toscanini di Parma. Con una testa piena di capelli l'artista, che ha casa in Sicilia, ci è parso ragazzino, divertito perfino dell'abbassamento di voce che lo ha colpito ieri: «Nella vita e nella musica non bisogna prendersi sul serio, neanche se fai trapianti cardiaci. Non mi piacciono i tromboni», spiega. Ha amato l'esperimento: «Arrangiate così, le mie canzoni mi danno possibilità di trovar vie diverse e un'interpretazione globale. Ma poi mi diverto anche: smonto il clarino nella gag che non facevo più da tempo, dirigo l'orchestra». Com'è andata la prima volta con un'orchestra? «Ho visto che sono rimasti colpiti quando ho suonato il clarinetto, magari pensano che il cantante sia una bestia da soma. Comunque, un contatto interessante». Lei ha cercato di convincere i maestri a farle il coro su ((Attenti al Lupo»: «Li facevo più divertiti. Li ho trovati un po' imbarazzati». La sua strada proseguirà all'impronta, come in questi tempi? «Continuerà. Oggi inventar musica non è facile per nessuno. Da una parte subisci le regole dello starsystem, e dischi e tour sono una sorta di cerchio infernale. Ma dopo 1.400.000 copie vendute di "Canzone", ho voglia di giocare, provare, fare: prima i Soli¬ sti Veneti e Prokofiev, poi le musiche per il nuovo film di Campiotti e per "Pain", regista Mickey Rourke. L'opera con Kuhn? Non ha tempo lui, non ne ho io, ma lavoriamo: ho appena saputo da mio cugino Simone (che suona il corno qui nell'orchestra), che l'ha messa in cartellone a Vienna». E il prossimo disco? «Le musiche sono quasi finite, sarà nei primi mesi del '99». «Nessun dorma» non è solo una musica bellissima e ormai abusata che ha avvicinato Dalla alla lirica. E' anche il titolo della sua vita. Marinella Venegoni I prossimi concerti: stasera Palermo, 3 agosto Lido del Po di Borretto di Parma, 4 Piazza Duomo a Modena, 5 Piazza del Castello a Ferrara. «Un esperimento molto divertente Arrangiate così, le mie canzoni trovano vie diverse un'interpretazione globale» tacoli sti del Massimo dacali 15 mi orari . Ma un'oruonare altro è Anna e 3-43». 'è sin né pausa: é tutti

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