I giustizieri della creatività

I giustizieri della creatività l'i ntervista. Dopo il sequestro di 131 falsi capolavori, parla Chirichigno, nuovo direttore della Siae I giustizieri della creatività Nuove armi contro ilfurto elettronico di diritti d'autore 11 ROMA N'IMPORTANTE azione a tutela dei beni culturali». Così Francesco Chirichigno, da tre mesi nuovo direttore generale della Siae, commenta il sequestro di 131 riproduzioni di opere d'arte avvenuto a Torino: da Raffaello a Canaletto, da Van Gogh a Guttuso, tutti falsi. Il numero delle tele è destinato a crescere, dopo l'autorizzazione del pretore Antonio Venditelli di acquisire l'archivio elettronico dell'Editoriale Aprile, la società coinvolta nel commercio delle copie. «Dell'esito dell'intervento dei nostri ispettori ho informato il ministro Veltroni che, da parte sua, ci ha ringraziato. Quanto è accaduto a Torino è un esempio di come intendiamo sempre più porci al servizio degli autori», aggiunge Chirichigno. Il diritto d'autore nasce con la Rivoluzione francese: sono i giacobini a considerare l'opera d'arte come una proprietà che deve essere riconosciuta alla stregua degli altri diritti fondamentali della persona. L'autonomia dell'artista è affidata non alla generosità volubile di un mecenate, ma all'indipendenza economica, garantita, in modo proporzionale al gradimento del pubblico, dal reddito prodotto dall'opera. Mozart non fece in tempo a beneficiarne, Beethoven ne sfiorò la possibilità, Verdi divenne ricco grazie al diritto d'autore. In Italia, lo tutela la Siae, fondata nel 1882, forte di 52.000 iscritti: la quasi totalità dei musicisti e dei drammaturghi, molti registi, scrittori, artisti visivi, le affidano la «tutela dei diritti di pubblica rappresentazione, esecuzione, riproduzione, registrazione e radiodiffusione di opere letterarie, teatrali, musicali, arti figurative, cinematografiche, ecc.». In quell'eccetera si nasconde la preoccupazione di saper fronteggiare le possibilità e le difficoltà poste dallo sviluppo tecnologico. Il velocissimo tempo dell'informatica e della rete globale toglierà all'artista la possibilità del controllo del proprio lavoro, accentuerà la tendenza, mai del tutto scomparsa, a considerare come un'antipatica tassa quella percentuale sugli incassi che, dalle balere ai cinema, dalle librerie alle radio e alle televisioni, esercenti ed utilizzatori devono corrispondere all'autore? «Non giudico impropria la mia presenza qui, mi sembra anzi pertinente: la Siae deve essere trasformata, diventare un'impresa di servizi, e da una società di servizi provengo», dice Chirichigno, ex amministratore delegato della Telecom, un'intera carriera nel campo delle comunicazioni, da pochi giorni anche consigliere di amininistrazione dell'Agenzia Spaziale Italiana. «La proprietà intellettuale non è riconosciuta in maniera sufficiente. Essendo un bene immateriale c'è la tendenza a non considerarla concretamente, a non rispettarne il valore. Finora, la Siae ha tutelato questo bene, ora si tratta di promuoverlo, come un patrimonio». Patrimonio massificato, difficile da difendere: «Nell'epoca dell'assoluta riproducibilità, in un contesto di fortissimi interessi economici, dai network televisivi al software dei computer, il diritto d'autore rappresenta la voce del singolo e mantiene un grande significato: la salvaguardia economica e giuridica della creazione individuale. Tecnologia e diritto d'autore sono alleati conflittuali: una società come la Siae deve poter garantire un accordo, porsi come interlocutore credibile tra produttori di tecnologia e autori». Interlocutore in regime di monopolio? «Il rispetto dell'Authority è fondamentale, non voglio contrasti. Il monopolio di fatto non esiste più, qualsiasi artista può de cidere di affidare la tute la ad altre società estere, o di provvedere lui stesso. E' necessario quindi essere più efficienti e credibili: tutti i nuovi servizi cui stiamo lavorando vanno in questo senso. Vogliamo creare uno sportello unico dei diritti per garantire gli autori e facilitare l'utilizzo delle opere». La convenzione con il ministero delle Finanze, che affidava alla Siae la riscossione dell'imposta sullo spettacolo, è in scadenza: l'aggio arricchiva la Siae, ma ne offuscava l'immagine, confondendola con quella di una succursale delle Finanze e sviluppando al suo interno, ai vertici come tra il personale, un atteggiamento ministeriale, piuttosto passivo, talvolta arrogante, spesso preda di lotte corporative interne. «Sono perfettamente d'accordo con l'abolizione di questa imposta. Ma noi non dobbiamo smantellare la nostra capillare rete di mandatari anche perché c'è in Italia una diffusa cultura dell'evasione, che non risparmia la proprietà intellettuale. I nostri agenti devono presentarsi non più come esattori, ma con lo spirito e la cultura per fornire servizi. E tutto il nostro personale deve vivere questa trasformazione: statuto e regolamento devono cambiare. Nel progetto approvato dal Consiglio di amministrazione sono stati individuati due «presidi»: il «core- business», cioè il presidio degli autori ed editori, e il nuovo «businessaccessorio». A questi «accessori» Chirichigno affida importanza strategica: i progetti presentati alle Finanze e ai Beni Culturali vanno dal controllo dei biglietti d'ingresso a musei e gallerie alla distribuzione dei biglietti delle lotterie, dalla tutela del disegno industriale alla gestione del nuovo servizio Auditel, alla creazione di un albo dello spettacolo per il collocamento degli artisti. «Intendiamo facilitare lo Stato con una struttura snella ed efficiente, combattere la pirateria, coadiuvare la gestione dei musei italiani, anche dei più piccoli, che spesso non hanno i mezzi neppure per venire aperti. Creare un circolo virtuoso tra arte-impresareinvestimento culturale-conservazione». Il 5 settembre si terrà a Berlino un convegno internazionale: «Diritto d'autore nel ventunesimo secolo L'obbligo culturale nella società dell'informazione digitale». Quale sarà il contributo della Siae? «Ribadire quanto è importante creare cultura, non delegittimarla; progettarla, non solo gestirla, anche individuando standard tecnologici internazionali e uniformi. E difenderla lì dove il diritto d'autore non era considerato: stiamo lavorando con i Paesi dell'Est europeo, con la Russia e con la Cina, dove abbiamo impostato la legge sul diritto d'autore e siglato il primo contratto di tutela reciproca». Sandro Cappelletto A caccia tra network tv, software e computer: «Tecnologia e proprietà intellettuale sono alleati conflittuali» Le idee, bene immateriale nell'era della massima riproducibilità: «C'è ancora la tendenza a non rispettarne il valore» ware rietà uali» della ncora lore» esco a tre mesi ttore erale Siae atore eco può de la tute à estere, lui steso quindi cienti e i nuovi mo lavo questo o creare nico dei A destra, Francesco Chirichigno, da tre mesi nuovo direttore generale della Siae ed ex amministratore delegato della Teleco

Luoghi citati: Berlino, Cina, Italia, Roma, Russia, Torino