Bnl, Siglienti lascia la porta aperta

Bnl, Siglienti lascia la porta aperta Il presidente della compagnia: «Magari il Tesoro ci ha solo rimandati a ottobre» Bnl, Siglienti lascia la porta aperta L'Ina annuncia un «ottimo» 1998 MILANO. «Sui giornali avete scritto che l'Ina è stata bocciata. Non so, però, se sono stato bocciato del tutto oppure rinviato a settembre. Anzi, a questo punto, ad ottobre». Così, sorridendo, il presidente dell'Ina Sergio Sigienti risponde ai giornalisti che, a margine della assemblea straordinaria della compagnia, gli chiedono una valutazione sullo stato dei rapporti tra Ina e Tesoro per la privatizzazione di Bnl, per la quale Ina, insieme con il Crédit Suisse, è stata «bocciata» come aspirante al nocciolo duro. Alla domanda: si va verso una riapertura delle trattative? Siglienti si limita a osservare «Non lo so. Ora me ne vado in vacanza». Per quanto riguarda i conti, Siglienti aggiunge invece che la semestrale presenta un «risultato economico molto favorevole, superiore a quello del '96. Per cui mi sento di affermare che si tratta di un risultato "ottimo"». Poco prima, dall'elenco dei dieci maggiori azionisti, era emerso che la Swiss Re (che pochi giorni or sono ha acquistato l'americana Life Re Corpora- tion per 1,8 miliardi di dollari, e che aveva già dichiarato a suo tempo di essere disponibile a salire in Ina fino al 3 per cento) è leggermente salita nel capitale Ina all'1,6 per cento. L'assemblea della compagnia approva lo «spin-off» immobiliare che affiderà ad una nuova società, la Unione Immobiliare (che sarà quotata e le cui azioni verrannno distribuite agli azionisti Ina in ragione di un titolo Unione ogni titolo Ina posseduto) immobili per un valore di 4900 miliardi. Sempre gli azionisti delegano il consiglio ad aumentare il capitale da quattro a ottomila miliardi, in una o più tranche nell'arco di cinque anni. A questo proposito, sia Siglienti che l'amministratore delegato Lino Benassi assicurano che queste eventuali ricapitalizzazioni non sono comunque funzionali all'operazione Bnl. Siglienti precisa che le deleghe al consiglio rappresentano solo un elemento ulteriore di flessibilità per la gestione della compagnia, dal momento che fino ad oggi «in caso di emissioni obbligazionarie era necessaria la preventiva approvazione dell'assemblea». Aggiunge il presidente: «Spesso le esigenze di rapidità connesse alla situazione di mercato hanno reso farraginosa questa procedura. Mi sembra il minimo che una società che non ha debiti possa usare quest'arma». A sua volta Benassi chiarisce: «Non stiamo chiedendo una lira a nessuno, non stiamo deliberando un aumento di capitale, ma solo una eventuale ricapitalizzazione e, nel caso in cui la decidessimo, il consiglio di amministrazione è pienamente impegnato a spiegare ai mercati le ragioni di questa eventuale scelta. Del resto, se non dessimo conto al mercato di quello che facciamo, il titolo perderebbe percentuali elevatissime. Insomma, non si tratta certo di una delega in bianco», conclude Benassi. E ricordando che, con lo spin-off appena effettuato, «il patrimonio Ina si riduce da 11.700 a 7000 miliardi». [r. m.] Sergio Siglienti

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