«E' morto per avere qoel bimbo» di R. Cri.
«E' morto per avere qoel bimbo» Donna di Mortara «E' morto per avere qoel bimbo» PAVIA. Un fiocco azzurro con la scritta «E' nato Marco» è stato appeso ieri mattina al portone della casa dove abitava Roberta Magnani, la donna che, malata di tumore ai polmoni, ha rifiutato la chemioterapia per non compromettere la vita del bambino che portava in grembo e che è morta pochi giorni dopo il parto. Il fiocco lo ha appeso il marito di Roberta, Mauro Arlenghi, che ha voluto ricordare anche in questo modo il gesto d'amore della donna che aveva sposato il 27 giugno scorso. «Io questo figlio lo voglio, mi aveva detto ricorda in lacrime Mauro Arlenghi -: prima pensiamo a lui, poi alle cure». La voce rotta dal pianto ricorda quei momenti felici quando Roberta gli disse che attendeva il bambino e poi quelli terribili, quando, dopo una visita medica per i forti dolori alla schiena, arrivò il tragico verdetto: cancro ai polmoni. «Abbiamo deciso insieme - ricorda - io ho assecondato la sua volontà. Roberta ha bandito ogni tipo di farmaco, e le cure chemioterapiche, solo qualche iniezione di morfina per alleviare quei terribili dolori. La sua forza, la sua vera medicina era quel figlio che aveva in grembo e che stava prendendo forma e vita». Una scelta coraggiosa: «Lei ha detto Mauro - ha fatto questa scelta non cosciente del fatto che non c'era più niente da fare. Lei sperava di salvarsi. E' stata una donna fantastica, è stata molto buona d'animo, buona fino alla fine, fino a dare a suo figlio tutto il bene che poteva dargli». «Domenica sera - ricorda Roberta l'ha visto per l'ultima volta dal vetro della nursery. Non potrò mai dimenticare: lo ha guardato, gli ha mandato un bacio e gli ha detto: amore mio non so quando potrò rivederti». Ventiquattro ore dopo il suo cuore ha cessato di battere a bordo di un'ambulanza che la stava portando a sirene spiegate all'ospedale San Paolo di Milano, dopo l'ultima violenta crisi che l'aveva colpita. Il pensiero adesso corre al bambino, il piccolo Marco, nato prematuro, che pesa solo un chilo e 250 grammi e che subito dopo il parto è stato messo nell'incubatrice: «Il bambino sta bene» dice il papà che poi non ha più la forza di continuare a parlare. Il Consiglio comunale di Mortara ha osservato ieri pomeriggio, in apertura di seduta, un minuto di raccoglimento in memoria di Roberta Magnani. E' stato il vicesindaco della città, Ettore Gerosa, che il 27 giugno scorso in municipio aveva celebrato le nozze tra Roberta e Mauro, a ricordarla. Poche parole, con voce commossa, per raccontare «una donna buona e coraggiosa, che ha dato la vita per salvare il suo bambino, il piccolo che sentiva crescere dentro di lei». La data dei funerali della giovane donna non è ancora stata fissata. [r. cri.]
Persone citate: Ettore Gerosa, Mauro Arlenghi, Roberta Magnani
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