«Ecco i volontari del pizzo»
«Ecco i volontari del pizzo» Un pentito: anche il presidente della Confcommercio dava soldi ai boss «Ecco i volontari del pizzo» In Sicilia lo pagano prima che la mafia lo chieda PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' tanta la paura di attentati ed estorsioni del racket che parecchi commercianti palermitani si affrettano a pagare il «pizzo» prima ancora che la mafia glielo chieda. Accade da anni ed è venuto sorprendentemente fuori con le rivelazioni di alcuni pentiti a uno dei quali, Giovan Battista Ferrante, cinque anni fa gli inqmrenti sequestrarono un libro mastro con nomi cognomi e cifre. Vi era riportato anche «Canale 5» (accanto era annotato «regalo») e ciò proverebbe secondo la procura della Repubblica che la Fininvest ha dato soldi a Cosa Nostra. Il pentito Antonino Avitabile ha riferito che a pagare era anche Roberto Helg, il presidente provinciale della Confcommercio, titolare di negozi e di un importante centro all'ingrosso per articoli di oggettistica. Tirate le conclusioni, il giudice per le indagini preliminari Marcello Viola ha firmato 46 ordinanze di custodia cautelare per estorsione che sono state eseguite tra la notte scorsa e l'alba in un'operazione denominata «Notti di San Lorenzo», quelle famose perché cadono le stelle. Gli arrestati sono 28 (4 agli arresti domiciliari), 5 i latitanti e 13 i presunti mafiosi del racket che erano già in prigione per altre cause e che pertanto hanno avuto notificati in cella i provvedimenti restrittivi del gip. L'operazione è stata concentrata particolarmente sulla «famiglia» del rione San Lorenzo nella cui giurisdizione ricadono le località balneari cittadine Partanna-Mondello e Sferracavallo. Il gip Viola nell'ordinanza, sottolineando che gli imprenditori hanno addirittura anticipato gli esattori del racket, precisa che si sono offerti spontaneamente di farlo pur di non avere fastidi di alcun genere con i boss. «Non si tratta - si rileva nell'ordinanza - di un sistema improvvisato di esazione, ma di una vera e propria tassazione privata e non statuale». Come dire, insomma, una tassa in più rispetto alle tante già pretese dallo Stato. E per di più con un bassissimo indice di evasione, senza considerare che se clii paga viene giudicato «amico» può anche cavarsela con una «dazione» di denaro inferiore a quella che per il suo volume di affari (quasi sempre ben noto al racket) sarebbe chiamato a versare. Così può scattare o meno il meccanismo degli «sconti», più o meno come quelli effettuati nei periodi dei saldi nei negozi dei commercianti terrorizzati di finire nel mirino della mafia. L'inchiesta prosegue per accertare ogni eventuale responsabilità dei commercianti. Già anni fa, dopo la spietata uccisione nel 1991 dell'industriale tessile Libero Grassi massacrato dalla mafia perché si era rifiutato di pagare, una trentina di imprenditori pa¬ lermitani furono processati e condannati per favoreggiamento. Giuseppe Lumia, capogruppo di ds-Ulivo in Commissione parlamentare antimafia, dopo essersi congratulato per la riuscita dell'operazione con i magistrati e le forze di polizia, ha commentato: «E' importante non pagare né tanto meno andare vergognosamente incontro a Cosa Nostra per pagare spontaneamente. Invece è necessario ribellarsi». Lumia ha ricordato che l'associazionismo antiracket e l'impegno della magistratura e delle forze di polizia permettono oggi di conseguire grossi risultati. Antonio Ravidà
Persone citate: Antonino Avitabile, Antonio Ravidà, Giovan Battista Ferrante, Giuseppe Lumia, Libero Grassi, Lumia, Marcello Viola, Roberto Helg
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