Treu: «Non assumeremo i 130 mila»

Treu: «Non assumeremo i 130 mila» Sui lavoratori socialmente utili, il ministro attacca chi «genera illusioni e ricatta il governo» Treu: «Non assumeremo i 130 mila» l'Agensud, ROMA. «Lo Stato non assumerà i 130 mila lavoratori socialmente utili. Non si può cedere ai ricatti né generare false illusioni. Non si deve dare l'impressione di subire la pressione della piazza per ottenere ciò che è impossibile ottenere». Così il ministro del Lavoro Treu, insolitamente duro e deciso, intervenendo ieri in Parlamento al «question time» ha fissato gli stretti paletti all'incontro, previsto per venerdì, con i rappresentanti dei disoccupati di Napoli protagonisti delle ultime clamorose proteste di piazza. Ma la decisa presa di posizione del ministro del Lavoro non riguarda solo i «disoccupati organizzati» di Napoli o la generalità del lavoratori socialmente utili. Come il giorno precedente Prodi, anche Treu è entrato implicitamente in polemica con Bertinotti sostenendo che chi promette l'assunzione in massa dei 130 lsu nel pubblico impiego fa solo mostra di «demagogia» e «crea illusioni pericolose». Treu ha poi precisato che riceverà i disoccupati di Napoli «a patto che si tratti di una delegazione pacifica» (e l'incontro è già stato allargato anche ai rappresentanti degli enti locali). Ma sul fondo, il ministro resta severo e lancia un chiaro messaggio ai suoi prossimi interlocutori: «Le soluzioni devono riguardare 130 mila lavoratori lsu, non qualche centinaio di persone di gruppi più o meno organizzati. Non si possono fare figli e figliastri». Né, ha continuato Treu, i problemi dei lavoratori socialmente utili «possono influenzare in maniera anomala le politiche del governo per l'occupazione. E' giusto guardare a tutti i lsu, ma ci sono anche milioni di disoccupati e non possiamo fare trattamenti speciali». Ma ieri pomerigio si è svolto al ministero del Lavoro un incontro preparatorio, alla pre¬ senza del sottosegretario Gasparrini, con esponenti degli enti locali e rappresentanti dei disoccupati. Al termine sono state concordate una serie di iniziative operative nell'area napoletana. Ed è emerso anche un progetto di lavori socialmente utili da parte dello stesso ministero per 570 persone da realizzarsi a settembre nell'ambito del «piano di interviste a 500 mila disoccupati finalizzato all'orientamento professionale organizzato;). Contemporaneamente, in Parlamento Treu ha poi ricordato le misure già annunciate per il reinserimento dei lavoratori socialmente utili nel ciclo produttivo: incentivi di 18 milioni per le aziende che assumeranno i lsu, sostegno alle società miste pubblico-private e alle cooperative, accompagnamento alla pensione per 10 mila lavoratori più anziani, incentivi alle imprese che impiegheranno lsu in appalti pubblici, creazione dell'Agenzia di la¬ voro interinale che assuma questi lavoratori alle condizioni di mercato, assistenza a iniziative di lavoro autonomo. Lo scopo finale, ha chiarito Treu, «è trasformare una situazione precaria e semiassistenziale in occasioni di lavoro stabile: l'unica prospettiva non illusoria». Il ministro ha poi vantato una crescita dell'occupazione negli ultimi sei mesi di circa 50 mila posti di lavoro. Ma ha confermato che solo alla ripresa settembrina, nella prossima Finanziaria, il governo presenterà un provvedimento organico per le politiche di sviluppo al Sud, concentrato in tre direzioni: incentivi agli investimenti privati, infrastrutture destinate a sviluppo e ricostruzione, sgravi fiscali e contributivi, a partire dall'abolizione di una serie di oneri impropri che pesano per lo 0,7 per cento sul costo del lavoro. Nel suo intervento, Treu ha infine confer¬ mato i 600 mila nuovi posti di lavoro nel triennio, previsti del dpef, ha assicurato che il governo lavora «per evitare lo sciopero generale» minacciato dalla Cisl e ha preannunciato l'imminente approvazione del provvedimento per l'emersione dal lavoro nero, e il varo dell'Agenzia per il Sud. Il provvedimento sarebbe già pronto, per il suo collega Bersani, e Bogi ne prevede l'approvazione già prima delle ferie. Nel dibattito sull'emergenza occupazione al Sud ieri sono intervenuti anche il presidente del Senato, Mancino e il sindaco di Venezia, Cacciari. Per Mancino, a Napoli non c'è stata alcuna «strumentalizzazione» nelle proteste, ma bisogna fare attenzione a non sottovalutare il «rischio Mezzogiorno». Insomma, insiste Mancino, bisogna «fare di più e meglio». Cacciari invece indica nel «federalismo» una ricetta anche per il Sud. [p. pat.] Resta l'obiettivo di portare il deficit al 2 per cento del pil, mentre la linea '98 punta dritto al 2,6% Servono 9000 miliardi di tagli alla spesa e 4500 da trovare sul difficile fronte delle entrate pubbliche Nel complesso non sarà aumentata la pressione fiscale La «carbon tax» sarà e bilanciata da sgravi

Luoghi citati: Napoli, Roma, Venezia