Tangeri, il mercato della speranza

Tangeri, il mercato della speranza Tangeri, il mercato della speranza Nei vicoli dove si organizzano i viaggi LA CENTRALE DEL TRAFFICO DB DISPERATI ni; TANGERI aojom " C DAL NOSTRO INVIATO Il viaggio per l'Italia dei marocchini in cerca di fortuna passa per Tangeri, dove il traffico di uomini con la Spagna sta attraversando un momento di crisi. E' nelle piccole pensioni della medina, la città vecchia ai piedi della casbah, che quasi ogni notte dal lontano Sud sahariano arrivano gruppi di volontari per la pericolosa traversata clandestina dello Stretto di Gibilterra. Dormire in questi sedicenti «hotel» fatti di sole due stanze e un bagno, nascosti fra i cunicoli lontani dal flusso dei turisti, costa poco: massimo 50 dirham (8000 lire) a notte. C'è chi arriva sapendo dove andare e chi invece no. Per tutti l'attesa è fra i 15 e 30 giorni. Tanto ci vuole agli «uomini delle barche» che si aggirano insospettabili fra i banchi del mercato del pesce per rintracciare i nuovi arrivi, raccoglierli, prendergli il danaro del «biglietto» e, nottetempo, portarli negli anfratti sul lato del Mediterraneo per affidarli alle «pantere». Si tratta di piccole imbarcazioni in legno, gestite da cooperative di pescatori malavitosi, che possono contenere da 5 a 15 persone. Ogni illegale d'estate paga da 2000 a 5000 dirham (da 350 a oltre 800 mila lire) mentre d'inverno i «passeggeri» scarseggiano e con le «pantere» vuote i prezzi salgono fino e 20.000 dirham (3 milioni e 200 mila lire). Cifre notevoli in un Paese dove lo stipendio medio di un dipendente supera di rado di 1500 dirham (250 mila lire). Ma questo non spaventa chi è arrivato Un qui, vendendo tutti i propri averi o con in tasca i risparmi di una vita dei genitori. A partire sono i ragazzi: la media è 20-25 anni. Ma questo fiorente traffico di clandestini con la Spagna da inizio giugno ha subito uno stop. Lo stillicidio quotidiano di morti affogati e imbarcazioni rovesciate è la cartina di tornasole dei nuovi accordi operativi fra polizia spagnola e marocchina per blindare lo Stretto, che nel punto più vicino fra Africa ed Europa misura 14 chilometri. La peggiore soipresa per i barcarolitrafficanti sono stati gli elicotteri. I due Paesi si sono accordati per usarli di notte senza fare troppa attenzione ai limiti dello spazio aereo. Dotati di mega-fari, gli elicotteri sorprendono con sempre maggiore puntualità i clandestini che, gettandosi in mare, vanno incontro a morte quasi certa fra correnti sottomarine micidiali. Da qui il crescente numero di giovani che preferisce tentare un'altra strada per raggiungere l'Europa. Sono gh' stessi «uomini delle barche» ad offrire l'alternativa all'assalto alla Spagna, che inizia all'aeroporto internazionale di Casablanca, passa per la Tunisia e si conclude sulle coste della Sicilia. Rispetto al valico dello Stretto, questo percorso comporta la spesa aggiuntiva di 2200 dirham (circa 220 dollari) di biglietto aereo sul quotidiano volo Casablanca-Tunisi e il versamento di una parte del «passaggio» all'arrivo ai trafficanti di Sfax. Ma in cambio c'è la possibilità di varcare il Mediterraneo in acque che i pescatori di Tangeri descrivono come «le più sicure» e la certezza che «dall'altra parte non ci sono i fucili della polizia spagnola». Che il passaggio per l'Italia inizi con un regolare volo aereo, con biglietto comprato in un'agenzia di viaggio, sembrano saperlo tutti. «Molti clandestini partono da Casablanca con l'aereo» ha dichiarato pubblicamente il ministro degli Esteri, Abdellatif Filali. Abderrahmane Zani, segretario generale della Fondazione «Hassan II» per i marocchini residenti all'estero, ha commissionato ad un gruppo di esperti lo studio sul fenomeno degli espatri illegali. Così ne anticipa i risultati: «Chi vuole raggiungere la Tunisia dal Marocco teme di attraversare via terra l'Algeria, Paese rischioso per le continue violenze ed il terribile deserto, e sceglie quindi la via più facile: un volo da Casablanca per il quale non serve neanche il passaporto grazie agli accordi di libera circolazione fra i Paesi del Nordafrica». Secondo i giovani ricercatori della «Hassan II» sta emergendo che la maggioranza dei clandestini che scelgono l'Italia ma anche dei 130 mila già arrivati e regolarizzati - è originaria del Plateau des Phosphates, l'altopiano alle spalle di Casablanca. Insomma, chi lascia il Marocco per la Tunisia lo fa legalmente senza infrangere alcuna legge. «Il traffico di uomini inizia dopo l'arrivo in Tunisia - sottolinea Filali - quando la mafia di Sfax imbarca questi disperati e li spedisce verso l'Italia». Proprio questa è una delle ragioni su cui ha fatto leva il ininistro degli Interni, Idriss Basii, per tentare di rinviare la sigla dell'accordo anti-clandestini. Per alcuni funzionari degli Interni infatti «se i nostri connazionali escono legalmente dal Marocco che colpa abbiamo noi, come governo, se poi commettono un reato?». I dissensi fra Basri e Filali si sono prolungati per mesi, complice anche il ricambio di governo a Rabat. «E' stata una trattativa lunga ma andata a buon fine» si lascia sfuggire Tahal Nejjar, alto funzionario del ministero degli Esteri e fra gh artefici dell'accordo con l'Italia. A spuntarla è stato, come noto, Filali per la determinazione con cui ha giocato - con il sostegno del re Hassan 17. - la carta deU'imniigra zione per migliorare i rapporti con l'Unione Europea. Ma ora il testo prevede che l'applicazione sia affidata ai rninisteri degli Interni. Toc cherà dunque al «falco» Basri colla borare con Giorgio Napolitano: non solo per far tornare indietro i dispe rati di Lampedusa ma anche per tentare di impedire ai candidaticlandestini di salire sul volo di linea Casablanca-Tunisi. Maurizio Molinari In calo i collegamenti con la Spagna Ora i clandestini viaggiano in aereo da Casablanca a Tunisi poi raggiungono Sfax e da lì le coste italiane «Un tratto di mare più sicuro di Gibilterra» In alto la fuga dei clandestini dal centro di Caltanissetta e il sindaco di Lampedusa, Salvatore Marcello. A sinistra un gruppo di immigrati, dopo lo sbarco sulle coste della Sicilia

Persone citate: Abdellatif Filali, Abderrahmane Zani, Filali, Giorgio Napolitano, Idriss Basii, Maurizio Molinari, Salvatore Marcello