Romiti vicepresidente Silici

Romiti vicepresidente Silici In consiglio entrano Colombo, Andrea Pininfarina e Verde Romiti vicepresidente Silici II titolo decolla in Borsa MILANO. Cesare Romiti è da ieri il nuovo vicepresidente della Snia. Al fianco dell'ex presidente della Fiat, forte, tramite Gemina, di una partecipazione del 3% del capitale, entrano in consiglio Ernesto Colombo, presidente dell'Enea, Andrea Pininfarina, ai vertici di Federmeccanica, e Luigi Verde, già responsabile della pianificazione e controllo dell'Eni. I tre rappresenteranno ai vertici della società chimica un gruppo di investitori istituzionali (Arca, Creditrolo gestioni, Romagest e la Centrale Fondi) che controlla il 10% circa del capitale. Dal consiglio, infine, escono Carlo Camerana, Damien Clennont, Carlo Gatto e Antonio Ratti. Eccoli, in sintesi, i risultati del primo consiglio Snia formato «public company», dopo l'offerta pubblica di vendita che ha portato alla cessione delle quote, pari al 55,8%, detenute da Fiat e Mediobanca. Oggi, dopo l'operazione completata dall'esercizio della «green shoe», il capitale ordinario della Snia è detenuto, per il 45% da investitori istituzionali, per il 25% italiani e per il 20% da fondi stranieri. Il resto è nelle mani del mercato. Il nuovo assetto azionario è solo la prima delle novità. E' stato esaminato, informa una nota della società, un primo programma di «stock options» che sarà sottoposto all'esame di un'assemblea straordinaria da convocare entro la fine dell'anno. Inoltre, è stato già affrontato il problema del governo societario della «public company», tema spinoso e quasi inedito in Italia (Telecom insegna). In Snia, avverte una nota della società, del problema se ne occuperà «una primaria società di consulenza cui è stato affidato l'incarico di proporre un modello di funzionamento del consiglio di amministrazione, coerente con i principi della corporate governance e in grado di promuoverne il ruolo effettivo di organo di controllo e di indirizzo strategico del gruppo». Fin qui gli assetti di comando, poi ci sono i piani industriali. E la Snia, al proposito, sem¬ bra avere tutte le intenzioni di crescere, grazie anche alla sua buona posizione finanziaria, sia nella chimica delle specialità che nelle biotecnologie mentre di sicuro, come ha sottolineato al termine della riunione Pietro Marzotto, «non c'è alcuna intenzione di procedere ad uno spezzatino». Le dimensioni del gruppo, tenuto conto anche della capitalizzazione delle controllate quotate, non rendono del resto facile il ruolo di un eventuale scalatore. I conti della prima parte del '98, infine, permettono di alimentare una certa fiducia sulle prospettive della «public company» chimica, che registra un importante recupero di redditività, circostanza che ha favorito una robusta ripresa d'interesse da parte del mercato fi¬ nanziano. Ieri, infatti, i titoli Snia hanno messo a segno un rialzo pari al 2,14%. Il giro d'affari consolidato si è assestato a quota 1240 miliardi di lire, su livelli analoghi a quelli dell'analogo periodo del '97 (1245 miliardi a perimetro d'attività omogeneo, 1569 miliardi se si tiene conto delle aree d'affari cedute nel periodo successivo). L'utile delle attività ordinarie, però, segnala un forte recupero dei margini: il 18%, al netto delle imposte e delle componenti straordinarie, con un risultato finale pari a 68 miliardi (contro i 57,6 dell'anno passato). La redditività operativa risulta così in aumento di un punto percentuale abbondante, dal 5,2% sul fatturato, al 6,4%. [r. m.] Cesare Romiti

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