La sfida di «Madre coraggio»

La sfida di «Madre coraggio» Birmania, bloccata dai soldati da 5 giorni si rifiuta di scendere dall'auto La sfida di «Madre coraggio» Suu Kyi contro ti regime BANGKOK. Da cinque giorni è seduta per protesta sulla sua auto, bloccata dalla polizia mentre andava a Bessein, 150 chilometri a Sud-Ovest da Rangoon, Birmania, per incontrare i dirigenti del suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia, vincitrice delle elezioni del '91 annullate dai militari. La dissidente Aung San Suu Kyi, premio Nobel birmano, leader dell'opposizione, è ferma a un posto di blocco da venerdì, si rifiuta di eseguire gli ordini dei militari e sta facendo lo sciopero della fame respingendo il cibo offertole dai soldati. Un braccio di ferro, quello tra il regime militare e la paladina della democrazia, la «Madre coraggio della Birmania», che continua da anni. La signora dell'opposizione ha un curriculum di tutto rispetto. Aung San Suu Kyi, figlia del generale Aung San, l'eroe nazionale che avviò il Paese verso l'indipendenza dalla Gran Bretagna, è nata a Rangoon il 19 giugno del 1945 e ha compiuto gli studi in Birmania e in India, dove la madre era ambasciatrice. Con una borsa di studio si laureò ad Oxford in filosofia, scienze politiche e scienze economiche, e fu poi assunta dal segretariato delle Nazioni Unite a New York. Nel 1972 ha sposato l'accademico britannico Michael Aris, con il quale ha avuto due figli. Dopo aver vissuto con il marito nel Bhutan, in India ed in Giappone, Suu Kyi stava studiando pei- il dottorato a Londra colando nel 1988 tornò in Birmania per accudire la madre morente. Nella capitale si trovò coinvolta nei moti democratici contro il regime del dittatore Ne Win, ed il suo primo discorso davanti alla grande pagoda di Shwe Dagon attrasse centinaia di migliaia di persone. Nel luglio del 1989 la giunta militare succeduta a Ne Win e autodefinitasi Consiglio per la Restaurazione della Legge e dell'Ordine (Slorc) mise Suu Kyi agli arresti domiciliari, dove rimase per sei anni nonostante il conferimento del premio Nobel per la pace nell'ottobre 1991. In difesa della signora Aung San Suu Kyi, si è schierata il segretario di Stato americano Madeleine Albright che, parlando a Manila al summit dell'Asean, l'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico, dove è rappresentata anche la Birmania, ha detto che gli Stati Uniti riterranno la giunta «direttamente responsabile» dell'incolumità di Suu Kyi e che la situazione birmana «pone mia minaccia alla stabilità della regione». I ministri degli Esteri dell'Asean hanno poi avuto una riunione con il rappresentante di Rangoon, Ohn Gyaw, e gli hanno chiesto di lasciare Suu Kyi libera di muoversi e di garantire il rispetto dei diritti umani e politici. La Albright ha detto di essere seriamente preoccupata per Suu Kyi, chiedendo al governo di garantire la sua salute e la sua sicurezza e lasciarla circolare liberamente. Dure, le reazioni della giunta militare birmana alle interferenze di Washington: «Questo atteggiamento è il tipico modo dell'unica superpotenza che conduce una caccia alle streghe e si erge a giudice, giuria e giustiziere per giustificare le proprie attività scorrette». Secondo la nota, la Birmania viene «ingiustamente demonizzata» perché si rifiuta di servire gli interessi americani, e il caso di Suu Kyi è «un isolato incidente» esagerato a bella posta per sostenere che la Birma¬ nia è sull'orlo di un'insurrezione. Non solo gli Stati Uniti si sono mobilitati per Suu Kyi. Anche il ministro degli Esteri austriaco Wolfgang Schuessel, presidente di turno del Consiglio dell'Unione Europea, ha chiesto che le venga concessa piena libertà di movimento. «Tutti hanno fatto pressioni aha Birmania perchè revochi il blocco imposto alla leader dell'opposizione», ha detto 'Schuessel e ha sollecitato la comunità internazionale, «attraverso le ambasciate di Usa e Giappone» affinchè possa avere contatti con Suu Kyi. [r. est.] { M ÉSÉflilÉliiiliiiiMI Il Premio Nobel per la Pace Suu Kyi da cinque giorni è chiusa sulla sua auto per protesta contro i militari che l'hanno fermata e le impediscono di raggiungere i colleghi del partito democratico all'opposizione in Birmania

Persone citate: Albright, Aung San, Aung San Suu Kyi, Madeleine Albright, Michael Aris, Schuessel, Shwe, Suu Kyi, Wolfgang Schuessel