Caselli riceve i ds, il Polo insorge
Caselli riceve i ds, il Polo insorge Una delegazione di senatori dal procuratore di Palermo, che indaga su Berlusconi Caselli riceve i ds, il Polo insorge An chiede l'intervento diFlick. Il ministro: no comment ROMA. Dopo qualche attimo di tregua, ieri la giustizia è tornata oggetto di rissa politica. A scatenarla è stato un incontro che il procuratore capo di Palermo, Giancarlo Caselli, ha avuto con trenta senatori diessini. Sono quegli stessi senatori guidati da Libero Gualtieri e Raffaele Bertoni che, appena due settimane fa, avevano «bocciato» la Commissione parlamentare d'inchiesta su Tangentopoli, e che perciò erano stati etichettati come l'«ala giustizialista» dell'Ulivo. In realtà, fra i trenta ieri c'era anche un «moderato» come Guido Calvi, senatore nonché avvocato di Massimo D'Alema. L'incontro è durato quanto basta per manifestare a Caselli e al procuratore generale di Palermo, Vincenzo Rovello, «amicizia e solidarietà», alla luce del loro impegno antimafia. A detta di alcuni partecipanti, entrambi i magistrati hanno gradito assai le attestazioni di stima. Che però hanno innescato una furente reazione del Polo, convinto di avere trovato finalmente le prove del complotto politicogiudiziario ai danni di Berlusconi (il Cavaliere è sotto inchiesta proprio a Palermo). Alle cannonate del centro-destra ha replicato in serata Botteghe Oscure accusando gli avversari di avere le traveggole. «Non ho niente da dire» è stata invece la risposta di Caselli. No comment anche dal ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, chiamato in causa dal presidente dei senatori di An, Maceratini. A scaldare il clima aveva provveduto, ieri mattina, un polemico articolo scritto per Repubblica dallo stesso capo della Procura palermitana. Attaccando duramente un «finto garantismo» diventato «patrimonio pressoché esclusivo di chi - nel proprio personale interesse vuole difendersi "dal" processo». Caselli aveva dato l'impres- sione di prendersela in prima persona con il leader dell'opposizione. Così, quando il procuratore si è visto all'ex Hotel Bologna, oggi dépendance del Senato, con i senatori diessini, l'atmosfera era già elettrica. A dar fuoco alle polveri ha poi provveduto Bertoni, raccontando ai giornalisti che Caselli e Rovello hanno molto gradito l'incontro «soprattutto in questo momento in cui tutti attaccano la magistratura esponendola, sempre di più, a gravi pericoli». Come dire: è stata una chiamata alle armi contro il Polo. Che difatti non ha tardato a reagire. Maiolo e Mancuso hanno accusato Caselli di essera diventato un «soggetto politico». Marcello Pera, «professore» di Fi, gli ha imputato di cercare appoggi a sinistra in vista di una «stagione calda». Enrico La Loggia, presidente dei senatori azzurri, ha definito l'incontro «inquietante e senza precedenti», domandan¬ dosi: «Dietro l'offerta di solidarietà dei senatori ds si cela forse la forte iniziativa che la sinistra, a detta di Salvi, deve assumere per eliminare l'anomalia del "fattore Berlusconi"?». «Fantascienza», ha minimizzato Calvi. «Pera e La Loggia hanno bisogno di vacanze», è stata la risposta sprezzante di Pietro Folena, responsabile giustizia dei ds, aggiungendo: «Non vedo quale scandalo ci possa essere nel fatto che un gruppo di senatori di un partito incontri un magistrato». Intanto ieri il Csm ha presentato al Parlamento la sua Relazione sullo stato della giustizia, nella quale ha detto sì a due contestatissime riforme previste dalla defunta Bicamerale: una Corte disciphnare autonoma e una riforma del sistema elettorale del Csm meglio nota come «lodo Tinebra». L'avesse detto subito, molte polemiche si sarebbero evitate. [u. m.] Mancuso: è un soggetto politico schierato con la sinistra Folena: solo un incontro Dov'è lo scandalo? Il procuratore della Repubblica di Palermo Giancarlo Caselli
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