Referendum, il flop della Lega

Referendum, il flop della Lega Referendum, il flop della Lega Scadono i termini, solo 150 mila firme LE SFEDE DEL CARROCCIO SROMA ABATO. prossimo, si può leggere in questi giorni su La Padania, «il camper FUORI DALLE PALLE sarà a Cinisello Balsamo per raccogliere le firme. Domenica sarà in Brianza per tutta la giornata...». Il camper si chiama evidentemente in quel modo per via dei manifesti da cui è tappezzato. «Fermiamoli!!! - si legge - Arrivano a milioni». Sotto c'è la caricatura della prostituta di colore, accosciata, a gambe aperte, che chiede: «W ciulà?». «W stupra?» chiede invece un tipaccio con il giubotto e le mani sulla patta dei pantaloni. Un nero pelato, con i labbroni, vende collane e finti Armani: «Vu' gumbrà?». L'arabo con babbucce e turbante ha in mano palettina per lavare i vetri: «Vu' lava?». Infine un altro personaggio, d'incerta nazionalità, ma con la coda di cavallo, brandisce una siringa: «Vu' sballa?». Sopra il guerriero e il sole delle Alpi che certificano l'origine di questo capolavoro di leggiadra creatività padana, si legge appunto: «Fuori dalle palle! Firma anche Tu il referendum che li rispedisce a casa loro!». Ma intanto - e a proposito dell'eventuale crisi della Lega: come sta andando in concreto la raccolta delle firme per l'abrogazione di 23 punti della recente legge Turco-Napolitano e per altri 11 referendum strategici che spaziano dallo responsabilità dei giudici al sostituto d'imposta, dai patronati sindacali al vilipendio del tricolore? Ebbene, nonostante il tema degli immigrati sia sempre più «caldo», tutti i referendum lanciati all'ultimo congresso vanno piuttosto male. «Abbiamo avuto un inizio difficile», conferma il ministro dell'Interno padano Mario Borghezio. La presentazione dei quesiti in Cassazione è della metà di aprile; i primi moduli per la raccolta sono stati vidimati a maggio. Ma giugno e metà luglio sono stati un disastro. «Andiamo a pieno regime solo da un paio di settimane» sostiene. Il problema è che ad agosto, quando i grandi centri si svuotano, la situazione non migliorerà di certo. «Si potrà firmare - prevede Borghezio - sulla riviera ligure, su quella adriatica e un po' sul lago». Il «grande impulso» verrà secondo lui a settembre, «quando si vendemmieranno consensi insieme con i grappoli d'uva in Padania». Sarà. E tuttavia, nel frattempo, non solo i tre mesi previsti dalla legge per la raccolta delle firme sono ormai inesorabilmente destinati a slittare in autunno, ma il risultato fin qui ottenuto ai banchetti o nelle segreterie comunali è così misero da far riflettere chiunque, a partire dai promotori. La cifra prodotta in estate dalla mobilitazione leghista su un tema caldo come gli immigrati 100-150 mila firme, secondo Borghezio - appare infatti del tutto irrisoria rispetto alle 700 mila ottenute più o meno nello stesso pe¬ riodo sul referendum elettorale. Un mezzo fallimento organizzativo, per ora, che difficilmente si può attribuire al caldo asfissiante, alla censura dei media («In Commissione di Vigilanza spiega Borghezio - ho dovuto dire che se seguitava il silenzio, in certe zone del Nord i ripetitori della Rai erano a rischio») o al boicottaggio delle cancellerie e delle burocrazie comunali non leghiste. Certo, può sempre darsi che di qui alla fine di settembre la situazione s'inveita superando di slancio la soglia fatidica delle 500 mila firme (nel qual caso il comitato promotore dovrà tuttavia rinunciare a quelle ottenute in pre¬ cedenza). Così come, d'altra parte, può sempre succedere che in sede di verifica la Corte di Cassazione - «italiana», come verrà fatto opportunamente osservare riscontri irregolarità nei moduli o nei tempi di raccolta, colando a picco i referendum. Ma in ogni caso, stavolta, la Lega rischia. Di vedersi, ad esempio, scoprire un bluff su un terreno, quello dell'immigrazione, dove non ha mai avuto le remore degli altri; o di sorprendersi improvvisamente fragile proprio là, su quella fama di radicamento, che rende il partito di Bossi diverso dal resto del sistema politico. Un conto, infatti, è sventolare la bandiera con il sole celtico e organizzare l'ennesima festa d'indipendenza a Venezia, altro conto è mandare a regime, per almeno tre mesi, una macchina complessa come quella referendaria. Così, le fibrillazioni al vertice, la disdetta della «catena umana» sul Po, il dissidio latente con i veneti, la stessa intermittente crisi di visibilità sui media si possono leggere sotto un altro angolo visuale. C'è da chiedersi, in altre parole, se nello spingersi sul terreno referendario la Lega non abbia fatto il passo più lungo della gamba. E se non l'abbia fatto, oltretutto, per eccesso di furbizia - seppur camuffata da grossolanità - spendendosi malamente contro gli extracomunitari. Esemplare è l'ameno manifesto «Fuori dalle palle», capace di suscitare reazioni di spavento anche in chi non coltiva il mito del politically correct. Perché l'immigrazione è certo un problema. Ma referendum o non referendum, a leggersi la Padania di questi giorni colpisce soprattutto l'eccesso, l'allarme, lo spavento, il complottismo con inevitabili ricadute paranoiche. E questo perché gli immigrati, voluti dalla mafia e dai vescovi, sono il futuro serbatoio elettorale dell'Ulivo. Sono stati spediti in Padania da speciali organizzazioni «ramificate» nel quadro di «un progetto» che prevede la società multirazziale. Sono tanti, «arrivano a milioni», «non si contano più», «ci sommergono», «senza soste», «senza fine». Sono ormai ovunque: «Bergamo, territorio maghrebino», «Piazza Duomo sempre e solo saluti dal suk», «Padova quartieri in mano agli immigrati», «Torino città da coprifuoco». Va da sè che portano il male: crimine (eccezionali due paginone con 33 fattacci di cronaca nera extracomunitaria) e malattie (ma le autorità non lo dicono). Chi stupra, chi uccide, ma anche chi clona telefonini, vende giocattoli pericolosi e falsi numeri di Dylan Dog («senza neanche sapere chi è Dylan Dog»). Il «Nord è una polveriera». La gente è esausta. Ma per firmare il referendum e «per rispedirli a casa loro» aspetta settembre. Filippo Ceccarelli Nello stesso periodo Di Pietro ne ha raccolte quasi 700 mila «Ma ci rifaremo a settembre» Bossi voleva abrogare 23 punti della legge sull'immigrazione Ma il quesito ormai è saltato Ecco il manifesto che tappezza il camper con cui la L ega sta raccogliendo le firme per i referendum preparare il itocco della rnativa, da , quando lo ndandone co più duro, i piazza del esidente del ianchi, amesi che, seplmente, nel ipotesi e, addirittura, il segretario della Quercia aveva pensato di mettere in atto i suoi propositi in questa verifica estiva, però poi aveva dovuto soprassedere. L'ostacolo principale, quello che rende vane le esercitazioni diessine e popolari sul rimpasto, è costituito da Romano Prodi. Il presidente del Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi OCCIO Salvi: l'ha fBoselli: noI ministri «Burlando,RefSca Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi

Luoghi citati: Bergamo, Cinisello Balsamo, Padova, Torino, Venezia