«E' tutta colpa del fisco» di Roberto Ippolito
«E' tutta colpa del fisco» «E' tutta colpa del fisco» L'economista Vaciago: troppo invadente ROMA. Il cattivo è sempre lo stesso: il fisco. Contro di Impunta il dito l'economista Giacomo Vaciago: nel 1997, come risulta dai dati forniti dall'Istat, le tasse si sono mangiate i guadagni in più delle famiglie. Tutto male, allora? Non esattamente: anzi Vaciago nota che lo scorso armo sono avvenuti cambiamenti straordinari. Professore, come valuta il fatto che il reddito disponibile delle famiglie è rimasto stabile lo scorso anno? «L'aggiustamento del bilancio dello Stato, necessario per partecipare all'unione monetaria, è avvenuto soprattuto, se non solo, grazie al fisco (e non ai tagli di spese). E si è portato via tutto l'aumento di reddito delle famiglie rimasto dopo l'inflazione». Un fisco sempre vorace, insomma? «L'aumento del reddito nominale è stato assorbito per metà dalla crescita dei prezzi e per metà dal fisco. Risultato: è rimasto alle famiglie lo 0,1% in più come reddito: cioè niente in termini di disponibilità reale». Il 1997 è stato un anno eccezionale per le tasse. «Nel 1997 è stata tirata la cinghia; è stata versata la tassa per l'Europa ed è stato raggiunto il massimo storico di questo secolo come prelievo fiscale». E le famiglie come hanno reagito? «Riducendo i loro risparmi e spendendo di più». La qualità della vita degli italiani perciò è migliorata? «Le famiglie hanno consumato di più a scapito del risparmio. E hanno inciso gli incentivi per la rottamazione delle auto. Io, per esempio, ne ho comprata una nuova con l'aria condizionata che prima non avevo: e con il caldo di quest'anno sto meglio. Ma ho meno soldi da parte». Soldi che fruttano minori interessi. «Le famiglie hanno subito un calo molto forte negli interessi che ricevevano. E' un aspetto, questo, collegato al risanamento. Per molte famiglie con reddito modesto di conseguenza c'è stato un calo reale delle entrate. Il pensionato che integrava la pensione con gh interessi dei titoh pubblici, i Bot o i Btp, ha incassato molto meno». Ma quando il risanamento darà i suoi frutti? «Quando i tassi d'interessi così bassi favoriranno maggiori spese da parte delle famiglie e soprattutto delle imprese riattivando il circuito virtuoso della spesa, del reddito e dell'occupazione. Ci sono imprese che oggi si indebitano sotto il 5%: non succedeva da quando ero bambino. Le reazioni sono sempre lente quando gli choc sono così forti come per il dimezzamento dei tassi di interesse avvenuto in due anni. Bisogna convincersi che il mutamento è destinato a durare». Ancora un po' di pazienza, perciò? «Facciamo un altro esempio personale: mia figlia ha appena stipulato un mutuo al 5%. Quando ho comprato casa io, il tasso era pari al 19%. E' una svolta epocale. Il miglioramento della situazione è in arrivo, anche se ora si vedono solo gh effetti negativi: minori interessi, minor reddito proprio, minor risparmio. Adesso dovrebbe essere iniziata la tendenza positiva: minori interessi, minor costo dei debiti, maggiori spese». Le famiglie hanno già familiarizzato con il crollo degh interessi dei Bot? «C'è un'enorme trasformazione della struttura della ricchezza delle famiglie che abbandonano i titoh di Stato e hanno già portato centinaia di migliaia di miliardi nei fondi di investimento, nelle gestioni patrimoniali e un pochino direttamente in Borsa. Per la gestione della propria ricchezza, l'italiano ha percepito come irreversibile la svolta legata al risanamento finanziario. E ha capito che il futuro del Paese non è più il debito pubblico. L'amore per i Bot esce pertanto ridotto». E l'italiano appare anche meno risparmioso? «Sì, credo meno. Se il Tesoro fa meno debiti, ne faranno di più le famiglie come avviene negli altri Paesi sviluppati dove il bilancio pubblico è in equilibrio e le famiglie fanno debiti per anticipare le spese future». Crolla il mito dell'italiano che risparmia cifre da primato nel mondo? «Con la fine dell'era del debito pubblico, c'è anche la fine dell'italiano formica. I debiti li fa chi ha bisogno e non il Tesoro per tutti, magari per finanziare spese inutili». Roberto Ippolito «Il contributo di rottamazione ha dato una spinta agli acquisti Come i mutui-casa sotto il 5%» L'economista Giacomo Vaciago
Persone citate: Giacomo Vaciago, Vaciago
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