Addio all'italiano formica ma i consumi sono fermi

Addio all'italiano formica ma i consumi sono fermi Addio all'italiano formica ma i consumi sono fermi IN CRISI Lm ROMA m ITALIANO risparmia meno. E cambia così abitudini consolidate. A rivelarlo è l'Indagine dell'Istat sui conti economici delle famiglie e delle imprese per il 1997. La contrazione del risparmio è l'effetto di un insieme di circostanze: la sostanziale stabilità del potere d'acquisto delle famiglie, il crollo degli interessi dei titoli pubblici, la forte pressione fiscale, la tendenza all'aumento dei consumi. La contrazione del risparmio è particolarmente significativa: la diminuzione è pari al 9% rispetto al 1996. Il 1997 si è quindi chiuso con una ulteriore riduzione di 1,9 punti percentuali della propensione al risparmio, che ha toccato il punto minimo del 14,4% dal 1980. Il fenomeno è in buona misura inevitabile visto l'aumento dei consumi, visto che il potere d'acquisto delle famiglie è sostanzialmente stabile. Nel 1997, in termini reali (cioè al netto dell'inflazione) il reddito delle famiglie è infatti aumentato solo dello 0,1%, come risulta dall'Indagine dell'Istat. Il reddito disponibile è cresciuto del 2,6%, ma deve essere scalato l'incremento dei prez- zi, pari al 2,5%. In sintesi quindi, con il calo del risparmio, il quadro che emerge dall'indagine è questo: più fiducia, ma anche meno redditi dai tradizionali Bot e, soprattutto, più pressione fiscale per le famiglie italiane. Sono particolarmente negative le indicazioni che arrivano sul fronte fiscale. Dai dati riportati dall'Istat si scopre infatti che le tassazioni che gravano sulle famiglie italiane continuano a crescere. La pressione fiscale corrente è salita infatti dal 12,8% del 1995 al 13,1% del 1996 raggiungendo il 13,5% nel 1997, mentre quella complessiva è passata dal 13,1% del 1995 al 13,3% del 1996 fino ad arrivare al 13,9% nel 1997. Le decisioni di consumo delle famiglie, cresciuto del 4,9% a prezzi correnti e del 2,4% a prezzi costanti, riflettono invece sostanzialmente il miglioramento del clima di fiducia e delle aspettative di inflazione, anche se alla crescita ha contribuito certamente in maniera importante la forte ripresa della spesa per l'acquisto di auto che, favorita dagli incentivi statali, è aumentata del 31,8% in termini reali. L'andamento del reddito disponibile delle famiglie, cresciuto nel 1997 del 2,6% in tennini correnti, è stato d'altro canto pesantemente influenzato dalla dinamica dei redditi da capitale, in modo particolare dagli interessi netti, caratterizzati da una forte contrazione dovuta essenzialmente alla consistente flessione dei tassi di interesse. Un fatto sostanzialmente positivo per i conti pubblici che si sono così avvicinati agli obiettivi fissati dal governo, un po' meno per le tasche delle famiglie tradizionalmente legate a investimenti in titoh' di Stato. In particolare gli interessi percepiti dalle famiglie, che già nel 1996 avevano segnato una contrazione del 2,5% rispetto all'anno precedente, sono diminuiti nel 1997 del 12,9% e la flessione più rilevante ha riguardato proprio i titoh di Stato, soprattutto Bot e Cct, e in misura minore i titoh a reddito fisso. L'andamento delle entrate per interessi delle famiglie non è stato, d'altra parte, controbilanciato da una sufficiente flessione degli interessi pagati, che sono diminuiti del 12% rispetto all'anno precedente, a fronte di una sostanziale stabilità evidenziata nel 1996. Alla riduzione dei tassi di interesse praticati dal sistema bancario, infatti, ha fatto seguito un apprezzabile aumento dell'indebitamento delle famiglie, soprattutto per il medio e lungo periodo. Nel 1997 le società private hanno raggiunto una crescita della produzione pari al 3,8%, mentre l'occupazione è diminuita dello 0,6%. All'aumento del valore aggiunto, pari al 3,5% (+4,2% nel '96), si è associato un aumento dei redditi da lavoro pagati dalle imprese del 5,3% (+4,8% nel '96). Il risultato lordo di gestione è rimasto così sostanzialmente stabile (+0,4%) rallentando in misura sensibile rispetto ai due anni precedenti. Sempre per quanto riguarda le aziende private, le imposte correnti sono aumentate del 31 % e, di conseguenza, nonostante la sensibile flessione degh oneri finanziari netti (diminuiti del 6,1 % nel '96 e dell'I 1% nel '97) fi reddito lordo disponibile è diminuito del 9,4%. Già nel '96 si era registrata una crescita modesta (+4,5%) se confrontata con i risultati eccezionali registrati nel '95 (+44,9%) e nel '94 (+47,5%). L'indebitamento del settore si è attestato sui 44.695 miliardi dopo essersi mantenuto pressoché stabile nel periodo 1993-'96 (attorno ai 30.000 mUiardi). Per quanto riguarda le società pubbliche, l'Istat registra una lieve ripresa della produzione nel '97 (+3,7%) mentre è proseguita la contrazione dell'occupazione (-2,9%). Il risultato lordo di gestione, grazie alla flessione dell'1,1% dei redditi di lavoro pagati, è cresciuto del 9,8% ed in ulteriore ripresa è stato il margine operativo lordo (+49%). [r. r.] La frenata dei tassi di interesse schiaccia il reddito delle famiglie che sale alla velocità dei prezzi Vita difficile per tutte le imprese con il boom dei tributi correnti Se la cavano le aziende pubbliche B|^^ VAR. % MM M>^^^M5S MM

Luoghi citati: Roma