«Ascoltate le previsioni» di Enrico Martinet

«Ascoltate le previsioni» «Ascoltate le previsioni» La guida alpina: indispensabili prima di qualsiasi ascensione COURMAYEUR ENTE del Gigante e Aiguille Noire de Peutérey sono lì a dominare il cielo di Courmayeur. Nel cuore del Monte Bianco c'è un'altra punta, il Grand Capucin, che con le altre due cime fa da parafmmine dell'intero massiccio. Il Dente ha in vetta un parafulmine che ogni estate viene puntualmente spezzato dalla furia delle bufere. E poi c'è quella «costola» in Val Veny, il Brouillard, che per tener fede al nome non può che essere la cresta del maltempo. Una nube, basta una sola nube in estate a portare il pericolo elettrico, le saette. Sono molti i grandi alpinisti che hanno dovuto affrontarle, che le hanno temute. E vi sono montagne che per la loro morfologia, per la zona e per la composizione della roccia le attirano più di altre. Sempre nel Bianco, ma sul versante francese, una di queste è il Dru, con le sue due celebri guglie. Qui, il 20 luglio del 1996 un alpinista inglese, Hugo Glover, universitario di Balerno, vicino a Edimburgo, è stato colpito per venti volte dal fulmine durante un temporale. Ha perso per ore la sensibilità di piedi, gambe e braccia, ma con l'aiuto del suo compagno Ruaridh Pringle è riuscito a salvarsi. Oscar Taiola, guida alpina del Monte Bianco e capo del soccorso di Courmayeur dice: «Per fortuna, non ho mai incontrato i fulmini durante un'arrampicata». Fortuna a parte, quali precauzioni vanno prendere? «La prima, e gli alpinisti lo san- «E se vi sil tempordi rifugiun alberovia l'attr orprende le evitate rvi sotto e gettate zzatura» no..., anzi, devono saperlo bene, è conoscere le previsioni meteorologiche. E oggi vi sono molte più possibilità di farlo rispetto a qualche anno fa. Se il maltempo e soprattutto un temporale sono nell'aria è bene non muoversi. Meglio rimanere a casa o nel rifugio e rimandare l'arrampicata a quando le nubi spariranno». E se si è sorpresi durante la salita o l'escursione? «Se si arrampica ci si deve staccare il più possibile dalla parete rocciosa. Il fulmine la segue, ne contorna il perimetro e si scarica alla base, quindi occorre fare il contrario di quanto si sarebbe portati a mettere in pratica, e cioè schiacciarsi contro la roccia per non bagnarsi. Non bisogna avere paura della pioggia, magari ci si siede su un terrazzino, ci si bagna, ma il rischio di essere colpiti da una scarica elettrica è più attenuato. Per l'escursionista i pericoli sono minori. Appena sente che l'aria si carica di elettricità deve cercare un riparo, una baita, un anfratto. Mai fermarsi sotto un albero. Sono poi da evitare le correnti d'aria: trasportano i fulmini». Che fare con l'attrezzatura alpinistica? «Disfarsene. Tutto il materiale che contiene ferro è di grande pericolo. E' meglio legarlo con un cordino e calarlo il più lontano possibile e poi recuperarlo. E' vero che le leghe di oggi hanno attenuato di molto il pericolo, ma perché rischiare?». Enrico Martinet «E se vi sorprende il temporale evitate di rifugiarvi sotto un albero e gettate via l'attrezzatura»

Persone citate: Bianco, Brouillard, Hugo Glover, Noire, Oscar Taiola, Pringle

Luoghi citati: Courmayeur, Edimburgo