Un nuovo timore per Castagna
Un nuovo timore per Castagna Febbre e un'altra infezione Un nuovo timore per Castagna ROMA. Com'è difficile il decorso post-operatorio di Alberto Castagna, il popolare conduttore di «Stranamore». Proprio mentre i giornali, appena qualche giorno fa, con un eccesso di ottimismo incomprensibile vista la prudenza dei medici, annunciavano il suo rientro sul video per ottobre, s'è verificato l'aggravarsi delle sue condizioni per una improvvisa infezione. La giornata di domenica s'era aperta con una schiarita. Castagna era stato staccato dalla macchina che lo aiutava a respirare per riprendere a svolgere da solo questa funzione essenziale. La compagna Francesca Rettondini aveva perfino potuto vederlo. E così anche la ex moglie, Pucci Romano, la madre della sua unica figlia, e la sorella Lucietta, che gli sta sempre accanto. C'era un'aria serena, da ripresa delle forze, all'ottavo piano dell'ospedale Gemelli. Poi, in serata la febbre, sembra molto alta. Una infezione, una cosa che capita quando l'operazione è tanto complessa, rende necessario l'intervento dell'equipe medica del reparto malattie infettive. Castagna viene riportato in terapia intensiva. Di nuovo viene attaccato alle macchine perché sono peggiorate le funzioni cardiocircolatorie, respiratorie e renali. «Una domenica tranquilla si è trasformata in un inferno», ha detto ieri mattina Francesca Rettondini arrivando in ospedale. E la sorella Lucietta ha aggiunto: «Ci avevano detto i medici che la strada sarebbe stata lunga e tormentata ma non ci aspettavamo in questo modo». Nella giornata di ieri, lunedì, condizioni stazionarie. La cura antibiotica sembra faccia il suo effetto, la febbre è diminuita, ma Castagna resta in rianimazione e i medici, primo fra tutti il professor Possani che dirige il reparto, non sciolgono la prognosi. Unico piccolo, piccolissimo segnale positivo, la decisione dell'ex mo- A destra la com gna di Castagna glie, di lasciare l'ospedale e andare per qualche ora in studio, per riprendere il suo lavoro di medico dermatologo e le abituali visite ai pazienti. Intanto, nei due corridoi che tagliano a elle il reparto di Cardiochirurgia, momenti di tensione per fatti gravi e fatti più insignificanti. Il primo si verifica quando amici e parenti commentano la morte di uno zio di Castagna, Tommaso, schiantato su una spiaggia di Francavilla al mare da un infarto: che ci sia una propensione familiare ad avere problemi cardiaci? Il secondo, assolutamente stupido ma non per questo meno irritante per i familiari, si ha quando viene scoperto che un fotografo nasconde una macchina dietro la cravatta per poter rubare le immagini dei parenti con il volto contratto e gli occhi pieni di lacrime. Nel pomeriggio, poi, arriva la notizia che una signora di Prato, di 53 anni, divorziata, con cinque figli, ma che si definisce in ottime condizioni di salute, è pronta a donare il suo rene per un eventuale trapianto a cui sottoporre Alberto Castagna. Giuliana Rossi, è così che si chiama, spiega che, ormai, considera Castagna uno della famiglia: «I miei figli sono grandi, la sera escono, Castagna mi ha fatto compagnia tante volte dalla televisione: vorrei aiutarlo come posso». Ma Castagna non ha bisogno di un rene. La sua è solo una infezione, difficile forse da debellare, ma pur sempre solo una infezione. «Ci vorrebbe una pompa che la succhiasse via», spiega Francesca Rettondini cui la notizia dell'offerta di un rene, da parte di una ammiratrice del presentatore, ha strappato il primo sorriso di queste lunghe e dolorose giornate. E Gigi Sabani, arrivato in ospedale con l'illusione di ricevere buone notizie, si lascia andare alla speranza. «Ha vinto la battagha più difficile, Alberto - dice -. Non può mollare proprio ora». [si. ro.] A destra Alberto Castagna, le cui condizioni si sono aggravate. Sopra l'ex moglie A destra la compagna di Castagna
Luoghi citati: Francavilla Al Mare, Roma
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