«Moriva, nessuno è intervenuto»

«Moriva, nessuno è intervenuto» Brescia, «chiedevo aiuto, ma nessuno dalla spiaggia si muoveva per salvarlo» «Moriva, nessuno è intervenuto» Il padre di un giovane che stava annegando BRESCIA. «Federico è annegato nell'indifferenza generale. Io chiedevo aiuto, e sulla spiaggia nessuno si muoveva, ho vissuto un'angoscia indescrivibile»: Alessandro Gei, 68 anni, papà di Federico, il ventiquattrenne che lotta con la morte nell'ospedale di Brescia dopo essere rimasto sabato per circa mezz'ora sott'acqua nel lago d'Iseo, sfoga la sua sofferenza e la sua rabbia. E racconta, rivelando che il figlio soffre di una malformazione neurologica, l'incredibile vicenda di sabato, sulla spiaggia di Montisola. Incredibile per il fatto che Federico sia ancora vivo, ma anche per l'indifferenza di molti. «Invece che andare come al solito sul Garda - spiega Alessandro Gei - sabato siamo andati con Federico sul lago d'Iseo. Lui era contento perché diceva che l'acqua era più pulita che sul Garda. Abbiamo fatto anche un giro in battello. Poi, verso le 15, lui è entrato in acqua per fare il bagno: stava vicino a riva e io lo guardavo, faceva qualche braccia¬ ta e poi si rialzava, l'acqua gli arrivava alla cintola. Poi all'improvviso è scomparso. Io, che non so nuotare, ho chiesto aiuto. Ma nessuno si muoveva. Mia moglie si è sentita male. Solo una signora si è avvicinata a noi, e ha dato a nùa moghe dell'acqua da bere». Qumdi 1' arrivo di Massimo Ziliani, il sub che ha recuperato Federico sul fondale. «E' stato bravissimo - racconta Alessandro - ho grande riconoscenza per lui». «Nella confusione iniziale - continua Alessandro Gei - non l'ho neppure ringraziato: pensavo che Federico l'avessero recuperato i vigili del fuoco». La famiglia Gei è originaria del Cadore. Alessandro racconta la sua vita difficile: Federico da 15 anni è in cura. Ha subito ripetuti interventi chirurgici alla testa a causa di una stenosi che lo aveva colpito da bimbo. Questa malformazione oltretutto lo costringe a ricorrere ad un farmaco, il «Gardenal», che - spiega il padre - «non viene passato dalla mutua». «Siamo persone che hanno sempre lavorato - racconta ancora Alessandro -. Non ho ricevuto mai nessun aiuto, benché Federico ne avrebbe avuto diritto come invalido civile. Ma oramai del diritto e della giustizia in questo Stato chi se ne occupa? lo ho fatto l'assicuratore e avevo mserito Federico nella mia stessa attività, insieme con suo fratello Amedeo». Il padre non ha dubbi sul fatto che Federico sia rimasto sott'acqua almeno 28-30 minuti: «Vedevo scorrere i minuti, è stato allucinante. Col telefonino ho chiamato soccorso, è arrivato l'elicottero con i sommozzatori». (Adesso mio figlio è nelle mani di Dio - spiega Alessandro Gei -. Il Signore ha già fatto un mezzo miracolo. L'ho pregato che lo completi, che mi lasci il mio Federico. Anche se i medici mi hanno dato pochissime speranze. Io ho fede, sono un cattolico praticante. Ma ho paura che questa volta la fede non sia sufficiente». [Ansa]

Persone citate: Alessandro Gei, Ziliani

Luoghi citati: Brescia