Cisgiordania Acqua razionata ai palestinesi

Cisgiordania Acqua razionata ai palestinesi Favoriti i coloni Cisgiordania Acqua razionata ai palestinesi HEBRON. La siccità in Medio Oriente può essere selettiva. Da due mesi dai rubinetti delle case di oltre mezzo milione di palestinesi della Cisgiordania l'acqua scorre a giorni alterni quando va bene, a volte una volta la settimana, mentre rimane inalterata la quantità di acqua destinata alle colonie ebraiche e a Israele. E' l'accusa che la popolazione dei territori e l'Autorità nazionale palestinese (Anp) rivolgono alla «Mekorot», la società che per conto di Israele gestisce la rete di distribuzione idrica in Cisgiordania e Gaza. «A casa l'acqua c'è solo di sera e a volte manca anche per due giorni, mentre i coloni ebrei di Kiryat Arba ne hanno in abbondanza. Non è giusto» dice Nafez Hijazi, piccolo imprenditore di Hebron. Nella Cisgiordania meridionale, soprattutto nei distretti di Hebron e Betlemme la situazione, per 400 mila palestinesi, è drammatica. «A Hebron occorrono 25 mila metri cubi di acqua al giorno ma ne riceviamo meno di 6 mila. A Betlemme ne servono 18 mila e ne hanno 8 mila», aggiunge Taher Nasser A-Din, direttore del Dipartimento risorse idriche dell'Anp: «Il problema non è la siccità - spiega - ma l'equa distribuzione dell'acqua». Israele, con un decreto militare del 1968, ha preso il controllo, con la «Mekorot», delle risorse idriche dei territori occupati. Su 750 pozzi, l'esercito ne ha distrutti 436 e ai palestinesi è stato probito di scavarne altri. Nel 1976 poi è stata ridotta del 10% la quota di acqua per i territori. «Il consumo medio annuo per ogni palestinese è 112 metri cubi in Cisgiordania e 105 a Gaza mentre per un israeliano è 404 metri cubi», ricorda Nasser A-Din e spiega che la differenza è più ampia quando si tratta di usi agricoli, perché «un colono ne consuma 6 volte più di un palestinese». Con gli accordi di «Oslo-2», nel settembre '95, Israele si è impegnato a distribuire annualmente ai palestinesi altri 28,6 milioni di metri cubi di acqua ma l'Anp considera la quota insufficiente per i bisogni attuali e futuri di fronte al boom demografico nei territori. Intanto, da Gaza giunge un altro allarme. I tecnici del Ciss, un'organizzazione non governativa italiana che ha costruito due impianti per la purificazione dell'acqua a Khan Yunis, hanno avvertito che tra 5 anni non ci sarà più acqua sufficiente per una popolazione in continuo aumento. [Ansa]

Persone citate: Khan Yunis, Nafez Hijazi, Nasser, Taher Nasser