«Siamo disposti a tutto»
«Siamo disposti a tutto» «Siamo disposti a tutto» 77 leader del comitato attacca «Risposte, o sciopero della fame» NAPOLI. E' uno dei leader del movimento, anche se lui rifiuta la qualifica accettando quella più modesta di portavoce. Insieme con un gruppo di disoccupati che si sono riuniti sotto la sigla di «LSU organizzati» ieri ha partecipato alla lunga occupazione del Duomo di Napoli. Ormai ha la voce roca. Nel giro di poche ore ha avuto colloqui con il prefetto e i funzionari della Digos. Ha parlato persino con il responsabile lavoro della Curia arcivescovile. Cosa vi ha spinto a questa clamorosa iniziativa? «La disperazione: l'unico modo per farsi sentire è questo, non ce ne sono altri». Fin dove siete disposti ad arrivare? «Se non si faranno vivi con risposte concrete, abbiamo deciso che faremo lo sciopero della fame e della sete. Ci divideremo in turni». Cosa contestate a Treu? «Innanzitutto il ministro del Lavoro confonde un impegno già preso con i disoccupati organizzati con noi, i lavoratori socialmente utili, che siamo tutt'altra cosa». Cosa vuol dire? «Non siamo disoccupati anche se abbiamo i loro stessi problemi. Un lavoro lo svolgiamo, ma precario e senza alcuna garanzia per il futuro. La prospettiva che ci vogliono offrire con "Italia lavoro" è quella di un caporalato di Stato. Diciamo la verità, il nostro è in definitiva un lavoro nero, non abbiamo contributi, nessuna assicurazione sulle malattie. Ecco, è un lavoro nero, anche se di Stato». Venerdì ci sono stati incidenti con la polizia. «La violenza non è nostra ma di chi rifiuta il confronto pur avendo responsabilità di governo». Di nuovo Treu... «Venerdì scorso abbiamo deciso di sospendere il presidio davanti a Palazzo Reale non appena abbiamo ricevuto la promessa di un incontro con il ministro in Prefettura». E poi? «Non c'è stato nessun incontro: Treu è andato via, ce ne siamo resi conto quando ormai si era già allontanato». Ma c'è il rischio che si scateni altra violenza? «Ci hanno accusati di essere violenti, di aver provocato gli incidenti di venerdì, noi invece, con la manifestazione di oggi, abbiamo voluto dimostrare di essere pronti al dialogo e di essere in grado di manifestare pacificamente». [e. l.p.]
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