Napoli, Duomo occupato La rabbia dei senza lavoro

Napoli, Duomo occupato La rabbia dei senza lavoro Giornata di tensione, poi il ministro promette l'incontro Napoli, Duomo occupato La rabbia dei senza lavoro NAPOLI. Esplode la rabbia dei senza lavoro. Dopo un'intera giornata di difficili trattative, un gruppo di disoccupati ha abbandonato il Duomo che aveva occupato in mattinata in segno di protesta contro il «silenzio» di Roma sulle loro rivendicazioni. Trenta iscritti alla Usta «LSU organizzati», una delle decine di sigle del frastagliato arcipelago di movimento dei senzalavoro napoletani, poco dopo le 11 di ieri si sono asserragliati all'interno del Duomo e ci sono rimasti fino a dopo le 22, quando da Roma il ministro del Lavoro Tiziano Treu si è reso disponibile a vederli. I manifestanti, dopo una concitata giornata di incontri con i responsabili della Prefettura e della Curia arcivescovile, avevano fissato a mezzanotte il loro ultimatum: passata quell'ora, avrebbero iniziato lo sciopero della fame. La replica arrivata dalla capitale è stata per fortuna sufficiente. Il ministro, già venerdì scorso quando i disoccupati cinsero d'assedio palazzo Reale, aveva fatto sapere di «essere disposto a discutere sempre ma non quando ci sono disordini». L'occupazione, dunque, minacciava di andare avanti ad oltranza. Ma per fortuna oggi fedeli e turisti non troveranno il portone della chiesa sbarrato. Poco prima delle 22, infatti, la notizia che ha impresso una svolta positiva alla vicenda. Treu si dice disposto all'incontro a due condizioni: che si svolga nel rispetto dell'ordine pubblico e delle regole che riguardano i lavori socialmente utili, con il coinvolgimento delle amministrazioni locali. Treu, accusato dai disoccupati di essersi sottratto al confronto sabato scorso, fa anche sapere che la decisione non può essere in relazione con il colloquio con Scalfaro avvenuto in serata: «Era programmato da tempo», spiega. I disoccupati si convincono e tornano a casa. In questi tre giorni, dagli incidenti di piazza del Plebiscito all'ingresso in forze nel Duomo per chiedere la mediazione del cardinale Giordano nella «trattativa» con Treu, la protesta dei disoccupati napoletani sembra comunque puntare non più sui palazzi del potere, bensì sui luoghi dell'arte e della storia. La manifestazione era annunciata e dalle prime ore del mattino la polizia ha cominciato a presidiare con discrezione i «punti caldi» della città in previsione di un corteo lungo un breve tratto del centro e un sit-in davanti al municipio. Il timore di incidenti era vivo alla luce di quanto accaduto venerdì scorso. Ma mentre a piazza del Gesù i manifestanti cominciano a radunarsi con gli striscioni, un gruppo si dà appuntamento davanti al Duomo. Entrano nella cattedrale tutti insieme, qualcuno si arrampica sulle impalcature utilizzate per il restauro delle navate laterali. «Restiamo qui, non disturbiamo nessuno», ma mentre i pochi fedeli si allontanano nel timore di incidenti, che non si verifiche¬ ranno, il portone della cattedrale viene sbarrato. Il cardinale Michele Giordano si trova a Fiuggi, il dialogo con i disoccupati lo tiene monsignor Antonino Pace, responsabile della Curia per le questioni sociali e del lavoro. «Siamo disponibili ad intercedere presso il ministro affinché vengano ascoltati i bisogni dei lavoratori napoletani», annuncia il prelato. I manifestanti seduti sugli scranni della navata centrale cercano di stemperare il nervosismo con le battute: «Stiamo pregando il ministro Treu perché ci conceda un incontro», spiega Roberto Ascione, portavoce del movimento. Durante l'intero arco della giornata si susseguono telefonate, incontri, trattative. La Curia si mette in contatto con il sottosegretario Pizzinato, una delegazione degli «Lsu organizzati» è ricevuta dal prefetto Giuseppe Romano. La situazione non si sblocca, ma l'atmosfera che si respira in verità non induce a pensare che possa degenerare come nei giorni scorsi. Tuttavia è ancora vivo a Napoli il ricordo di quello che accadde la notte del 22 ottobre 1993 quando 150 disoccupati entrati nel Duomo vennero allontanati con un intervento di forza della polizia che si concluse con 43 arresti e che fu duramente criticato dal cardinale Giordano. Che la cattedrale si trasformasse nuovamente in un luogo della protesta si era intuito la scorsa settimana, quando un altro gruppo di senza lavoro (gli Edn, eurodisoccupati napoletani) dovette arrestarsi sul sagrato dopo una mediazione con la Digos. Sono due le richieste principali che i lavoratori socialmente utili intendono avanzare al ministro: l'assunzione in pianta stabile negli organici degli enti locali per gestire direttamente i servizi sociali e la revoca del decreto che prevede l'aumento a 80-100 ore mensili a parità di salario (800 mila lire al mese). Si vedrà. Oggi intanto sono previste altre manifestazioni: la «marcia della speranza» degli eurodisoccupati davanti al Comune e agli alberghi del lungomare, e il corteo del «sindacato azzurro», i cui partecipanti intendono trasformare piazza del Plebiscito nella nuova Tienanmen. Enzo La Penna ontro o A destra il corteo di ieri davanti alla cattedrale di Napoli: la chiesa è stata occupata tutto il giorno dalla protesta dei lavoratori socialmente utili

Luoghi citati: Fiuggi, Napoli, Roma