«Orfani della brava gente» di Gabriele Beccaria
«Orfani della brava gente» L'ESASPERAZIONE ANTI-STRANIERI «Orfani della brava gente» Buttiglione: la solidarietà tradita dallo Stato LA mancanza di programmi e di decisioni ha prodotto un risultato imprevisto e pericoloso che peggiora il nostro popolo: ha ucciso la solidarietà». Così Ferdinando Camon, nell'editoriale su «La Stampa» di ieri, prendendo spunto dal degrado del campo di raccolta per clandestini di Lampedusa, dove in 12 giorni nessuno ha mai visto un pasto caldo e scarseggia perfino l'acqua per lavarsi. «Gli italiani erano "brava gente". Gli è piombata addosso una tal montagna di problemi che tanto brava questa gente non è più». «E' vero che l'originaria generosità si è ormai spenta e il motivo è che la gente è stata lasciata sola. Alla solidarietà è subentrata la paura», osserva Rocco Buttiglione, presidente dell'Udr. «Il caso di Lecce è esemplare: quando arrivarono i primi albanesi, gli abitanti, sebbene figli di una città povera, diedero una lezione di civiltà, togliendosi il pane di bocca per aiutarli. Adesso è lo stesso vescovo, Cosmo Francesco Ruppi, a chiedere di bloccare il flusso, perché hi città serpeggia l'esasperazione». Lo Stato non ha fatto il proprio dovere, garantendo la sicurezza del territorio, secondo Buttiglione: «Gli arrivi continuano in un'emergenza senza fine e si è diffusa la sensazione di non essere più padroni a casa propria. Chi la vive non può certo essere generoso, altrimenti la generosità diventa de¬ bolezza. Contemporaneamente, anche le forze dell'ordine si sentono frustrate e impotenti e da questa rabbia nascono comportamenti censurabili come quelli di Lampedusa». Le istituzioni sono il grande assente anche per monsignor Benito Cocchi, arcivescovo di Modena e presidente della Caritas. «La legge sull'immigrazione, di per sé buona, non viene applicata e non si riesce ancora a distinguere chiaramente tra profughi e criminali. E' ora che i meccanismi dei controlli e delle espulsioni diventino chiari», sottolinea. «Quando l'impatto dell'immigrazione è così violento come negli ultimi giorni è quindi comprensibile che emergano manifestazioni di malessere», ma aggiunge - è sbagliato gridare alla catastrofe: «Restiamo "brava gente". In seconda linea, lontano dalle coste, la solidarietà tiene, sennò non si sarebbe potuto assorbire il milione abbondante di regolarizzati». E' un quadro di luci e ombre, dice Carla Collicelli, vicedirettore del Censis. «Non c'è grandissima disponibilità verso lo straniero, ma nemmeno chiusura totale. Alla domanda di un nostro sondaggio se l'Italia multietnica rappresenti un'evoluzione culturale o un motivo di conflitto il 42% propende per la prima risposta e il 48% per la seconda». La fiducia per i fuggiaschi dal Terzo Mondo «è sempre condi¬ zionata: tiene finché il fenomeno resta "pulito": quando droga e prostituzione cominciano ad apparire fuori controllo, allora prevale la paura» e addio solidarietà. Parola che fa inorridire Luigi Manconi, portavoce dei Verdi, tra i più critici per quelle che ha definito «le accoglienze indegne che uomini, donne e bambini ricevono in Italia». «E' un termine ambiguo e decisamente inefficace», insorge. «Perché? Perché presuppone un rapporto diseguale che diseguale resta, per cui chi ha molto regala il superfluo senza minimamente modificare i rapporti di potere». Si deve ribaltare il concetto di «brava gente», incalza: «Il discorso nei confronti degli immigrati va impostato in termini di reciprocità e di riconoscimento dei diritti, a partire dall'assunto scientificamente dimostrato che è la società italiana ad avere bisogno degli stranieri prima e più che il contrario». Gabriele Beccaria Rocco Buttiglione, presidente dell'Udr, e Luigi Manconi portavoce dei Verdi
Persone citate: Benito Cocchi, Buttiglione, Carla Collicelli, Ferdinando Camon, Francesco Ruppi, Luigi Manconi, Rocco Buttiglione
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